Pillola Ru486, il Policlinico in tilt uno dei due medici vuole lasciare
 











Il Policlino di Bari, il primo ospedale in Italia a utilizzare la Ru486 (la pillola abortiva arrivata in Italia nel 2009), potrebbe sospendere il servizio. Era il 7 aprile del 2010 quando fra mille polemiche l’ospedale al centro di Bari inaugurò la somministrazione, a cui ora sembra dovrà rinunciare. Il motivo è semplice: mancano i medici disposti a somministrare la pillola. Nei tre reparti di ginecologia della più grande azienda ospedaliero universitaria del Mezzogiorno è sempre più numerosa la presenza di medici obiettori di coscienza.
Fino a ieri su un totale di circa trenta fra universitari e ospedalieri c’erano solo due medici non obiettori, Antonella Vimercati e Sabino Santamato. Ora però la situazione si complica perché pare che anche Vimercati voglia fare obiezione di coscienza. "Io vorrei continuare a fare le interruzioni di gravidanza solo nei casi in cui ci siano gravi malformazioni per il feto  -  avrebbe detto la ginecologanel corso di una riunione con il primario del reparto, Luigi Selvaggi  -  non voglio più fare le interruzioni volontarie, ma tutto ciò la legge non me lo consente. Per questo sono costretta a fare obiezione. Domani (oggi, ndr) anticiperò la mia scelta in direzione sanitaria. Mi piacerebbe che per questo servizio ci fosse personale specifico e volenteroso".
Se questa scelta venisse confermata, al Policlinico di Bari rimarrebbe un solo ginecologo non obiettore, Sabino Santamato, il quale ha già avvertito: "Il
servizio non si può reggere con il lavoro e la buona volontà di un solo medico. Anch’io ho saputo di questa intenzione della mia collega Vimercati. Spero che non sia vero, ma nel caso contrario la direzione generale dovrà fare di tutto
per non lasciare questo fronte così scoperto. Se per un qualsiasi motivo mi assentassi anche io, tutto il Policlinico dovrebbe rinunciare alla Ru486".
Su questa vicenda non ci sono conferme e neanche secche smentite. Il direttoregenerale del Policlinico, Vitangelo Dattoli, al momento non ha ricevuto alcuna richiesta specifica da Vimercati, ma "giovedì faremo un incontro con i medici dei reparti di ginecologia e parleremo anche di questa situazione".
Non conferma né smentisce neanche il primario del reparto di ginecologia, Luigi Selvaggi: "Chiedete alla diretta interessata, non posso dire nulla di più. Quel che è certo è che la collega è stanca di accogliere i pazienti provenienti dalle altre strutture, come Acquaviva o Carbonara, dove fanno la diagnosi prenatale e poi non seguono gli aborti. E’ stanca dell’abortificio".
"Noi cerchiamo di non lamentarci e fare del nostro meglio  -  ribadisce Santamato  -  abbiamo un ottimo servizio che riesce a fornire prestazioni a 360 gradi. Alla Ru486 è dedicato un ambulatorio. L’utente che deve prendere la pillola viene vista il martedì e poi fa due accessi in settimana. Abbiamo un’organizzazione molto ben funzionante, forse siamo unici in Puglia".Effettivamente ci sono città come Brindisi e Foggia dove la pillola abortiva non risulta essere mai stata utilizzata. Ma nel 2011 in Puglia sono state 674 le donne che hanno utilizzato la Ru486 (il 7,3 per cento del totale regionale). Di queste ben 444 hanno usufruito dei servizi della Asl Bat. A Bari su 3676 Ivg solo 124 sono state realizzate con la Ru486 (il 3,3 per cento).AntonelloCassano e Silvia Dipinto-repubblica









   
 



 
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