I conti non tornano e i greci sono alla canna del gas
 











Atene ancora può farcela, ma con altri estenuanti sacrifici pagati a caro prezzo dal popolo ellenico. Parola del ministro delle Finanze greco Yiannis Stournaras che ha ribadito la necessità per i greci di stringere la cinghia, affermazioni queste rilasciate in un’intervista al quotidiano della City, Financial Times, forse in un momento di poca lucidità. Per la Grecia ora, ha osservato il segretario di Stato, il problema è rafforzare le misure di austerità e le riforme strutturali. Così il ministro ellenico ha avuto l’ardire di fare il punto sul futuro del secondo programma di aggiustamento dell’economia greca finanziato dai prestiti ad usura dei Paesi dell’Eurozona e dal Fondo monetario internazionale. Insomma niente sconti, austerità e misure draconiane varate di continuo dal governo conservatore di Antonis Samaras per soddisfare l’ingordigia di danaro facile da parte dei bankster.
E così proprio questa settimana sono arrivati ad Atene prestitiper 34,4 miliardi per finanziarie la ricapitalizzazione delle banche del Paese e pagare il debito dello Stato verso il settore privato dell’economia. Nel primo trimestre del 2013 arriverà il resto a rate, per una somma pari a 13,7 miliardi condizionata però all’applicazione senza rinvii o sconti del programma di austerità e di riforme imposto dagli organismi dell’usura internazionale. Ma dal gennaio 2013 che le tasche dei greci saranno più vuote a causa degli effetti dell’austerità con tagli anche del 30% sugli stipendi del settore pubblico, sanità inclusa. A detta del ministro delle Finanze il 2013 sarà una anno di svolta o di rottura per la permanenza del Paese nella zona euro. Ma il rischio maggiore resta quello di un aumento della recessione e della depressione economica in tutto il Paese, tale da incrementare  povertà e disoccupazione delle famiglie elleniche. E questo non è un oscuro presagio, ma una dura realtà. Ieri infatti molte città e piccoli centri della Greciacentrale e settentrionale, dove è stata più forte l’ondata di freddo, e che non hanno ancora ricevuto i fondi dell’esecutivo per assicurarsi il riscaldamento agli edifici scolastici, laddove numerosi istituti rischiano di non aprire per il freddo pungente che rischia di protrarsi anche per tutta la stagione invernale, prossimo anno compreso. Una situazione drammatica quella che vive il popolo ellenico costretto a pagare gli errori passati di politici corrotti e adesso quelli per rimpinguare le tasche dei Signori del danaro.Andrea Perrone

 









   
 



 
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