Il Financial Times stronca il governo Monti
 











Mario Monti non gode più di consensi così entusiastici negli ambienti dell’Alta Finanza anglofona. Il Financial Times, l’organo ufficiale della City, ha scritto infatti che "non è l’uomo giusto per guidare l’Italia". E al tempo stesso Pierluigi Bersani, dato come vincitore alle prossime elezioni, viene giudicato troppo timido, il FT lo definisce "esitante", ", ma potrebbe avere "più possibilità" rispetto a Monti. Nel linguaggio mafioso tipico del quotidiano, tali possibilità si legano al programma che Monti avrebbe potuto e dovuto fare e a quello Bersani vorrà o sarà in grado di attuare. Un programma fatto evidentemente dalla piena attuazione della riforma del mercato del lavoro, anzi del suo ampliamento, della liberalizzazione delle professioni e delle attività economiche e soprattutto delle privatizzazioni delle quote ancora pubbliche delle aziende pubbliche come Eni, Enel e Finmeccanica. L’ultimo punto è quello che più preme allafinanza anglofona (Wall Street e la City) che intendono utilizzarlo per cancellare ogni ruolo dell’Italia sul piano internazionale e per ridurci ad un semplice mercato di assorbimento di prodotti fatti in altri Paesi. Una strategia ormai più che ventennale e che venne ufficialmente avviata con la Crociera del Britannia del 2 giugno del 1992 quando gli inviati della City invitarono i dirigenti delle principali imprese pubbliche italiane, intrattenendoli sulla bontà e sulla necessità delle privatizzazioni. Poi realizzate da Mario Draghi, come direttore generale del Tesoro. C’è semmai da domandarsi da dove nasca questa contraddizione interna al capitalismo anglofono, del quale Monti è parte integrante come ex consulente di Goldman Sachs e di Moody’s. La spiegazione più sensata è che si tratti della solita pressione fatta sull’attuale esecutivo (e sul prossimo) perché continui nella politica economica di austerità che non soltanto ha aumentato la recessione e la disoccupazione, ma haaumentato anche il debito pubblico dal 120% al 126% nonostante Monti e i suoi fedeli scudieri continuino a millantare di avere risanato i conti pubblici.                                        Il FT imputa a Monti di avere cercato di introdurre "riforme strutturali" poco più che modeste che hanno avuto scarsi effetti dal punto di vista macroeconomico. Così, dopo avere promesso le riforme ha finito soltanto per aumentare le tasse. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi, concede il FT, è diminuito da 570 a 260 punti, ma gli italiani attenti sanno che tale effetto positivo è legato alla presenza di Draghi alla Bce. Oltretutto, lamenta il quotidiano, dopo essersi presentato come tecnico, Monti si è successivamente trasformato in un politico duro. L’unica cosa che il FT gli riconosce è di avere "salvato"l’Italia dal baratro e da Berlusconi. Come se poi fosse stato Monti a far cadere il Cavaliere e non già gli ambienti finanziari a cui è vicino e che lo hanno issato a Palazzo Chigi al suo posto.                                                                    Lo stesso Bersani viene bocciato perché dopo avere sostenuto le riforme di Monti e le politiche di austerità, ha poi cercato di prendere le distanze assumendo una linea più "sociale" per tenere in piedi l’alleanza elettorale con la sinistra di Vendola. Per il FT comunque Bersani potrebbe avere maggiori possibilità, sia pure di poco, grazie alla concreta possibilità di collaborare meglio con FrancoisHollande.                              Curiosamente a Berlusconi viene riconosciuto (il merito?) di avere lanciato strali contro l’austerità e soprattutto di avere criticato la Merkel che si era detta contraria agli eurobond e all’acquisto di titoli italiani senza condizioni da parte della Bce. E questo per l’organo della speculazione londinese rappresenta sempre e comunque un titolo di merito. Il fatto è che pur di andare contro i tedeschi e contro la Merkel, quindi contro l’Unione europea e contro l’euro, i giornali anglofoni si piglierebbero chiunque come compagno di strada. E pazienza se a firmare l’articolo è stato un giornalista tedesco come Wolfgang Münchau. Filippo Ghira









   
 



 
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