Il ministro Terzi sogna un rafforzamento della Nato
 











Il ministro degli Esteri gioca di sponda con Washington. Per la Farnesina, l’Alleanza atlantica è fondamentale per il futuro dell’Europa e per quello dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’Unione europea dovrebbe, però, essere più partecipe. Il Vecchio Continente non può permettersi il lusso di continuare a delegare la “sicurezza” alle Forze armate statunitensi.
La Nato, alla luce dei successi ottenuti anche in Libia, “deve poter essere il garante - ha spiegato Terzi - della sicurezza e della stabilità del Mediterraneo”. Il ministro “tecnico” lo ha ribadito intervenendo all’assemblea generale dell’Atlantic Treaty Association, che si è tenuta al Nato Defense College di Roma. “Consolidare i legami transatlantici - ha spiegato il capo della Farnesina - richiede una leadership condivisa sulle due sponde dell’Atlantico. L’Europa deve diventare più attiva nel ruolo di garante della sicurezza. Non possiamo non prenderci le nostreresponsabilità, rispetto ai nostri partner soprattutto gli Stati Uniti, che continuano a sostenere il peso della nostra sicurezza”.
Insomma, l’Europa dovrebbe investire più soldi in armamenti e missioni estere per evitare che siano gli Usa a farci da balia nei rapporti con le realtà confinanti. La parafrasi potrebbe però essere un’altra. Italia ed Unione europea devono essere pronte a collaborare per la realizzazione delle strategie neocoloniali volute da Washington. Gli americani ringrazierebbero garantendo visibilità agli alleati più volenterosi. Ci piacerebbe poi sapere quale sia il concetto di “successo” che alberga nella mente di Terzi. Aggettivare positivamente la “campagna di Libia” ci sembra davvero immotivato, soprattutto da un punto di vista italiano. Roma si era garantita una stretta collaborazione con Tripoli, Parigi e la Nato hanno deposto un governo legittimo consegnando il Paese alle faide tribali. Scenario che permetterà a talune organizzazioni – finanziate sinoall’altro giorno dagli Atlantici – di destabilizzare tutto il Sahara.
Il ministro Di Paola ha rimarcato la contrarietà ad un esercito europeo. Tuttalpiù si dovrà puntare sulla maggiore presenza dell’Europa nella Nato, dichiarazioni vicinissime alle visioni a stelle e strisce. Franco Frattini non poteva risparmiarsi un intervento. La Nato è una delle sue più grandi passioni, non è un mistero la sua candidatura ad un ruolo di prestigio all’interno dell’Alleanza. “In un’epoca di austerità finanziaria quale l’attuale sono inevitabili riduzioni dei bilanci della difesa dei paesi membri della Nato, dell’Europa e del nord America. Ma per questo occorre fare in modo che tali riduzioni siano coordinate in maniera armonica dall’Alleanza stessa al fine di evitare che venga minata la capacità della Nato di far fronte alle nuove sfide e minacce alla sicurezza del XXI secolo”.
Questa l’opinione dell’ex Ministro racchiusa in un suo intervento di fronte all’Ata. “Non solo la Nato è oggi ancorpiù importante che in passato – ha rimarcato l’ex Forza Italia – ma direi che dinanzi alle nuove sfide e alla sicurezza internazionale l’Alleanza è oggi ancor più necessaria che in passato. La Nato è stata in grado di rinnovarsi dalla fine della guerra fredda aprendo le sue porte a nuovi paesi membri, rafforzando le proprie capacità di gestione delle crisi e sviluppando nuovi partenariati con paesi di diverse culture in diverse aree geografiche: dal Mediterraneo al Medio Oriente ai paesi del Golfo, al Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud, per citarne alcuni.
Ma dinanzi alle nuove sfide dell’attuale contesto internazionale in continua trasformazione, quali i conflitti derivanti da Stati in disgregazione, la proliferazione delle armi di distruzione di massa, la protezione delle linee di comunicazione marittima e delle linee di approvvigionamento energetico, o alla cyber security, occorre che la Nato oggi sviluppi delle capacità moderne in grado di far fronte a queste nuove sfide eminacce”.
Frattini conferma di essere un ottimo alleato degli Atlantici, d’altronde era proprio lui uno dei ministri italiani più attivi mentre Tripoli e Bengasi venivano bombardate dai Mirage francesi e dagli F-16 della Nato. Il Patto atlantico resta un’organizzazione nemica dell’Europa dei popoli. Chi parla di un suo potenziamento fa il gioco degli Stati Uniti. Matteo Mascia










   
 



 
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