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Il G20 cerca la stabilità monetaria |
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La riunione del G20 che vede per la prima volta la Russia come Paese ospitante è iniziato all’insegna della guerra delle valute. Ma non si tratta soltanto dello scontro in corso tra euro, dollaro, sterlina, yuan e yen, che peraltro è fisiologica e che si sta accentuando a causa di una recessione che dura ormai da quattro anni. Una recessione che porta ad accusare gli altri Paesi e le altre monete di avere aggravato la situazione generale. Lo scontro investe anche la stessa area dell’euro con il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schauble, che ha avvertito che troppa liquidità in circolazione potrebbe portare a una nuova crisi. E considerato che la Banca centrale europea ha prestato 1.000 miliardi di euro alle banche europee per 3 anni al modico tasso di interesse dell’1%, è gioco forza concludere che Schauble volesse lanciare un siluro a Mario Draghi (nella foto con Ben Bernanke della Federal Reserve Usa). L’ex Goldman Sachs, sentendosichiamato in causa, ha reagito dichiarando che i tassi di cambio sono importanti per assicurare stabilità ma che essi non sono influenzati dall’azione della Bce che non li considera un proprio obiettivo. Quindi parlare di guerra è “un chiacchiericcio inappropriato, infruttuoso e autolesionista”. Soprattutto perché mette sotto accusa l’azione della Bce che si è preoccupata più di assicurare la stabilità dei prezzi che di favorire le condizioni per la crescita economica. Apparentemente l’Europa dell’euro sembra volersi presentare unita dopo il riavvicinamento apparente tra Hollande e la Merkel, del quale potrebbe essere Draghi a rimanere vittima. Il presidente della Bce ha affermato che i tassi di cambio sono importanti per la crescita e per la stabilità dei prezzi e che, in ogni caso, come sempre, la Bce continuerà a tenere sotto controllo la situazione. Contro Draghi o meglio contro le posizioni della Bce, ma anche contro gli Usa e il Giappone, si è posto il commissario europeoall’Economia, il finlandese Olli Rehn, che ha sostenuto che i Paesi del G20 devono focalizzarsi sulle riforme strutturali piuttosto che sulle misure di stimolo di bilancio e quelle monetarie a breve. Schauble ha ribadito la sua convinzione sostenendo che non ci devono essere interventi dei governi per modificare i tassi di cambio ma che questi debbano essere determinati dal mercato. A tal fine è necessario che i Paesi del G20 assumano una posizione comune.Andrea Angelini
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