Acqua, Scuola, Sanità: pubbliche. E cioè di tutti
 











Il “salto nel buio” paventato dal regime di centrodestrasinistra e dalle schiere dei suoi “informatori corretti” come conseguenza negativa di una vittoria degli anti-partito, non ci sarà.
Gli Italiani non hanno avuto paura di una tale minaccia prima sussurrata e poi strombazzata da destra, centro e manca. Su dieci cittadini elettori ben sei si sono astenuti o hanno votato contro l’imbroglio del voto anticipato, un artifizio servito al popolo per evitare la liquidazione di questo sistema della miseria.
E mentre i partiti residui si affannano nella ricerca di un’uscita di emergenza per resettare il loro tilt - presumibilmente attivando anche il bastonato Napolitano per far conferire a qualche signor Nessuno - tecnico o “superpartes” (sic) che sia - un “incarico esplorativo” e perdere tempo per ritardare il loro crollo già pronto e appena dietro l’angolo, è comunque Grillo a mantenere le redini del gioco.
Il capopopolo ha già dettato, in viaultimativa, le tre condizioni per una (limitata) sopravvivenza del sistema.
E cioè: subito Acqua pubblica, Scuola pubblica, Sanità pubblica. Con tre martellate da distribuire equamente e bipartigianamente al fronte destra-sinistra e alla loro residua scorta di centro.
Martellate equanimi per tutti i “liberalizzatori”: da Prodi a D’Alema (e Bersani), da Berlusconi alla Gelmini, da Monti a Casini (e al desaparecido Fini).
Un primo assaggio. Benefico. Poi, inschallah, una nuova raffica di colpi di martello, sempre equanime, sul conflitto di interessi (Berlusconi), anti-Tav (Bersani), antibanksters (Monti &?C.) e anticorruzione contro i boiardi di partito, di Stato e privati. Con una rivoluzione costituzionale.
Altre pietanze consigliate, nei cento primi giorni?
Un referendum sull’euro, sulla proprietà della moneta, sulla nazionalizzazione della Banca d’Italia, sulla permanenza in questa Europa tecnocratica, rapinatrice e sciupa-soldi... e, per dessert, no alle missioni“umanitarie” (sic) al servizio degli atlantici e annullamento delle ignobili commesse militari, in primis gli F35, le nuove bare del cielo made in Usa. E poi restituiamo a Wall Street, alla City e ai loro complici della finanza i loro dollari, i loro euro le loro obbligazioni, riprendiamo le nostre riserve auree, freghiamocene dello spread e dei “fondi di investimento” che hanno arraffato gran parte del nostro benessere. Ricostituiamo un’economia reale, guardando al Mediterraneo, all’America latina, ai Paesi emergenti.
Chiediamo troppo, proprio troppo.
Lo sappiamo.
I padroni veri dell’Italia non lo permetteranno, si dice. Sono già al lavoro, loro.
Allora mettiamoci all’opera anche noi, per una volta. Acceleriamo lo tsunami, eliminando orticelli onanistici, pregiudiziali e preclusioni: facciamo fronte comune. Ugo Gaudenzi









   
 



 
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