Corte dei conti: “Le partecipate cancro degli enti locali, debiti per 34 miliardi” “Le participate sono il vero cancro degli enti locali, un passato di cui non ci si riesce a liberare, con incarichi e consulenze dai compensi fuori mercato che non hanno prodotto niente”. E’ l’affondo di Tommaso Cottone, procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della giustizia contabile al quale ha partecipato anche il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino e della sezione Campania Fiorenzo Santoro. Nella sua relazione Cottone si sofferma sul fenomeno partecipate ricordando che su scala nazionale in oltre 5mila organismi privati, partecipati dagli enti locali, l’indebitamento è valutato intorno ai 34 miliardi di euro con fenomeni di cattiva gestione che si sono concretizzate “in assunzioni di massa illegittime e clientelari; in consulenze inutili; in sprechi per acquisti diforniture inutili e a prezzi fuori mercato”. In Campania “il fenomeno ha proporzioni assai vaste e ha prodotto danni ingentissimi al patrimonio regionale e degli Enti locali”. Nella relazione vengono ricostruiti i procedimenti attivati a partire da quello riguardante la Sapna, società che si occupa dei rifiuti voluta da Luigi Cesaro, ex presidente della provincia di Napoli e di nuovo deputato Pdl. Lo stesso Cesaro è coinvolto nel procedimento e nel sequestro conservativo. Il danno pubblico è pari a un milione e mezzo di euro per consulenze inutili. “Si è proceduto all’affidamento – ricostruisce la relazione – degli incarichi senza alcuna ricognizione delle risorse disponibili e con motivazioni inconsistenti”. Da sottolineare anche l’atto di citazione per 43 milioni di euro nei confronti di amministratori e funzionari statali, tra questi l’ex governatore Antonio Bassolino, per il contratto tra la società Jacorossi e il commissiariato per l’emergenza bonifiche. I rivoli di spreco einefficienza sono enormi, risorse che sarebbero tornate utili per dare risposte alla crisi economica. Basti pensare ai fondi europei. Il loro utilizzo, circa 12 miliardi e mezzo di euro quelli destinati alla Campania per i periodi 2000-2006 e 2007-2013: “Rimane – spiega Cottone – il piú delle volte fonte di sprechi e illeciti”. Tema, quello dei fondi europei, che il procuratore affronta anche nella sua relazione nel capitolo “Finanziamenti pubblici ovvero l’economia assistita”. Il procuratore denuncia: “La nostra Regione soffre sempre delle stesse disfunzioni e, paradossalmente, le contraddizioni si rivelano sempre più forti. Le deviazioni, le furbizie e le frodi sono elevate a sistema”. Viene evidenziato l’apporto produttivo di piccole imprese che garantiscono occupazione, ignorate da ogni legge di finanziamento. Sui fondi europei, proprio su indicazione della Corte di Conti, la Regione Campania, con il governatore Stefano Caldoro, ha avviato un report per verificare stato ed effettidei finanziamenti concessi. Non manca un affondo sull’abusivismo edilizio e l’inerzia delle amministrazioni locali in una regione che assiste, in ogni campagna elettorale, alle promesse del Pdl di aprire nuovamente il condono del 2003 e sanare così gli abusi. Nella relazione del procuratore Cottone c’è anche un passaggio sul caso della biblioteca dei Girolamini che ha subito sistematiche spoliazioni e furti di testi tra il giugno 2011 e l’aprile 2012. Nel procedimento penale è indagato anche l’ex senatore Pdl Marcello Dell’Utri per concorso in peculato. Il danno patrimoniale calcolato è pari a 19 milioni e mezzo di euro. Nello Trocchia,il fatto(...) Sanità pubblica, la grande prova Pochi giorni fa sono entrato in una rianimazione dove era ricoverato un bambino con un’infezione polmonare gravissima. La sua vita era in pericolo ma, grazie alla bravura di chi lo ha assistito e a una tecnologia davvero straordinaria, è stato possibile curarlo con un macchinarioche sostituisce le funzioni dei polmoni quando non basta più nemmeno il respiratore automatico. Quel bambino si è salvato grazie a competenze e strumenti che solo il servizio sanitario pubblico può mettere a disposizione; nessun privato potrebbe, infatti, mettere in campo un tale spiegamento di forze per un unico paziente. Ma la vita non ha prezzo e vale la pena rifletterci bene quando ci arrabbiamo per la malasanità, gli sprechi, le inefficienze, gli imbrogli e la corruzione. La sanità pubblica è una grandissima risorsa, non bisogna mai dimenticarlo. Certo i problemi esistono e vanno affrontati ma non è ricorrendo al privato e alle assicurazioni che si può garantireuna migliore tutela della salute, come fa credere la destra berlusconiana. E non è nemmeno abbattendo la mannaia dei tagli lineari sui budget degli ospedali e sui posti letto che si correggono le disfunzioni di un sistema complesso, come invece propone il governo dei tecnici. Quegli stessi tecnici che parlano diintrodurre le franchigie, ovvero un’ulteriore tassa sulla malattia e sulle prestazioni sanitarie, quando siamo arrivati a una pressione fiscale che ha superato il 45 per cento. Sinceramente consiglio a chi si assumerà la responsabilità di governare, di iniziare ad aggiustare le storture macroscopiche prima di immaginare nuove tasse. Si può fare. Per prima cosa cancellando i 790 milioni di euro che il servizio sanitario paga in consulenze esterne e che, nella maggior parte dei casi, non sono necessarie. Una somma più o meno equivalente al ticket sulle visite specialistiche che potrebbe dunque essere eliminato. In secondo luogo serve rendere operative in tutte le regionile centrali uniche per l’acquisto di beni e servizi, con la pubblicazione su Internet del prezzo dei dispositivi medici. Il divario tra una regione e l’altra, tra un’Asl e l’altra si ridurrebbe automaticamente perché non è ammissibile che per uno stent coronarico il costo vari da 150 euro a 699, con uno scarto del346 per cento. E siccome non può essere solo il prezzo minore a guidare le scelte, si coinvolgano le società scientifiche e i medici, in qualità di esperti e garanti del materiale da acquistare. La terza misura riguarda la durata delle degenze che deve attenersi strettamente alle linee guida indicate dall’esperienza scientifica internazionale per ogni patologia, in modo da ridurre i ricoveri inutili o prolungati, se non addirittura dannosi, che sottraggono al bilancio della sanità un miliardo di euro l’anno. Allo stesso tempo va messo sotto controllo il ricorso eccessivo agli esami diagnostici. In Italia abbiamo 22,4 apparecchi per risonanza magnetica ogni milione diabitanti mentre la media europea è di 8,4. Evidentemente siamo sovradimensionati e, nonostante ciò, soffriamo per le lunghissime liste d’attesa. Meglio allora eseguire una risonanza magnetica solo quando è davvero necessario, avere la possibilità di farla in tempi rapidi senza dotarsi di strumentazione in eccesso eottimizzando ciò che abbiamo già. Queste sono a mio avviso le tre priorità dei primi cento giorni del nuovo governo: servirebbero a recuperare risorse, a ridurre la tensione ormai alle stelle per colpa dei ripetuti tagli, ridarebbero fiducia ai pazienti e un po’ di serenità a quanti fanno funzionare il servizio sanitario con coscienza e senso di responsabilità. Ovviamente servono anche altre riforme. Alcune imponenti, come la ristrutturazione degli ospedali o la riorganizzazione della medicina sul territorio, altre più semplici, come una legge sul rischio clinico per eliminare le dannose conflittualità tra pazienti e medici. Per questo però sono necessari tempo,risorse e soprattutto il coinvolgimento di tutti gli operatori, perché nessuna riforma può avere successo se non è condivisa da chi la deve rendere effettiva giorno dopo giorno. Ignazio Marino-l’espresso(...) Consulenze d’oro, Poli Bortone stangata Restano uniti di destini della senatrice di GrandeSud Adriana Poli Bortone e del suo consulente giuridico all’epoca in cui era sindaco di Lecce, Massimo Buonerba. La scure della Corte dei conti si è abbattuta su entrambi a causa del presunto danno erariale causato all’amministrazione nel periodo tra il 2000 e il 2007, con l’affidamento di una consulenza a molti zeri proprio a Buonerba. Quest’ultimo è stato condannato dai giudici contabili a risarcire 495.000 euro più gli interessi, mentre la senatrice è stata condannata in via sussidiaria al pagamento di 99.000 euro, ovvero il 20% dell’importo versato dal Comune al suo ex consulente. Le tre parole “in via sussidiaria”, tuttavia, segnano la distanza tra la posizione assunta dalla Corte dei conti nei confronti dell’ex primo cittadino (oggi candidata come capolista di Grande Sud al Senato per la Puglia) e il professore. La Poli Bortone, infatti, è stata ritenuta responsabile di omesso controllo edunque condannata a pagare solo nel caso in cui Buonerba non dovesse versare quantodovuto. Con la sentenza è uscito invece di scena Giovanni Capilungo, all’epoca dei fatti alla guida del settore Affari generali di Palazzo Carafa. Anche il dirigente era stato citato a giudizio per rispondere in via sussidiaria del contestato danno erariale. L’inchiesta contabile (così come del resto quelle penali incentrate sul filobus e sull’acquisizione dei palazzi di via Brenta), del resto, si concentrava soprattutto sulla figura di Buonerba, la cui posizione era stata segnalata alla Corte dei conti proprio dalla Procura di Lecce che su di lui ha indagato a lungo. Alla guardia di finanza sono state delegate attività d’indagine finalizzate e verificare se l’incarico di “collaboratore esterno ad alto contenuto di professionalità”, assegnato al professore leccese nel 1998, fosse davvero necessario per la buona gestione dell’amministrazione comunale o se, dietro quelle due collaborazionimilionarie, non si nascondessero invece enormi sperperi di denaro pubblico. Un’ipotesi,quest’ultima, di cui le fiamme gialle hanno ritenuto di trovare tutte le prove, presentando alla Procura della Corte dei conti tutta la documentazione necessaria per chiedere la condanna di Buonberba, ritenendo che “la sua condotta non fosse improntata all’interesse dell’ente”. Per i 9 anni di attività al servizio del Comune di Lecce, il professore era stato retribuito con 750.000 euro, di cui la Procura aveva chiesto integralmente la restituzione alle casse pubbliche. Chiara Spagnolo-repubblica(...) Le consulenze d’oro di Formigoni:"Quasi 55 milioni spesi in tre anni" Ci puoi trovare la sorella dell’ex assessore condannato. L’ex parlamentare con pensione d’oro. Il manager che ha scritto il libro con il braccio destro di Roberto Formigoni. Tanti ciellini, come il fondatore del Sabato e sua figlia. Ma anche molti luogotenenti della Lega. L’elenco dei beneficiari degli incarichi di consulenza e di tutti gli studi commissionati dalla Regione in questi anni è anchela fotografia di una delle più colossali distribuzioni di prebende con soldi pubblici. Cinquantaquattro virgola nove milioni di euro in tre anni, dal 2009 al 2011, per pagare i 353 incarichi conferiti dal Pirellone. Una montagna di denaro su cui perfino un organo nominato dalla giunta Formigoni, il Comitato dei controlli, si è espresso con giudizi poco lusinghieri, parlando in una relazione che ovviamente il Celeste si è guardato bene dal rendere pubblica di «documenti giustificativi non accompagnati da rendicontazione delle spese» e di«ricerche dalle ricadute limitate». In questi anni in Lombardia si è studiato di tutto, dagli effetti di un tubero «versus crusca di frumento» nella «terapia della stipsi nel soggetto anziano» alla «valutazione del livello di infertilità dei tori» (ma anche «dell’origine uterina dell’infertilità bovina»: 101mila euro). E si è analizzato perfino il «valore nutrizionale di lattuga, cicoria e rucola». Ma questo è colore. La ciccia èun’altra. Una quota rilevante dei fondi è transitata dall’Irer, l’Istituto regionale di ricerca della Lombardia, trasformato dal 2011 in Èupolis Lombardia. A presiederla è un ciellino doc come Alberto Brugnoli, associato di Economia all’università di Bergamo dopo aver vinto, nel 2003, un concorso presieduto da Lanfranco Senn, altro manager pubblico vicino a Cl. L’Irer, scrive il Comitato dei controlli, è destinatario del 42,6 per cento del totale degli incarichi. Soldi spesi in una miriade di progetti dai nomi che possono andar bene anche per uncompito in classe, tipo “Regioni del Nord e nuovo regionalismo in prospettiva europea” (40mila euro). O che fanno effetto perché pronunciati in inglese “Adesione al progetto Beyond the State towards subsidiarity”, 70mila anche se in realtà non fanno altro che battere sul chiodo fisso di Formigoni, la sussidiarietà. Uno dei consulenti più ascoltati è Robi Ronza, fondatore del Sabato, il quotidiano di Comunione e Liberazione incui si è fatto le ossa Formigoni. Direttore ora della rivista di Eupolis Confronti, Ronza è destinatario, nel 2012, di una consulenza da 65mila euro lordi per “relazioni internazionali”. Già ai tempi dell’Irer quelli di cui si occupa l’audit interno gli erano stati affidati due incarichi per “attività di studio e ricerca”, tra il 2009 e il 2010, per un totale previsto di 183mila euro. Ora in Eupolis si sta affacciando anche sua figlia, Maria Cara, che per un incarico di “coordinamento per la rivista Confronti” riceverà 30mila euro lordi per20 mesi. Non una gran cifra, ma è la gavetta. Vicina a Cl è anche la costituzionalista Lorenza Violini, in prima fila nella battaglia per la prosecuzione delle cure nei confronti di Eluana Englaro. Eupolis ha previsto per lei, nel 2012, 60mila euro per (tutto d’un fiato) “coordinamento scientifico delle attività di ricerca e supporto conoscitivo dell’Organismo indipendente di valutazione, nell’ambito del Programma di attivitàOvsOrganismo di valutazione delle performance degli operatori che erogano servizi”. L’istituto finanzia anche altri ciellini come il manager bolzanino Franco Finato, il direttore dell’Osservatorio sull’esclusione sociale Luca Pesenti, il docente perugino Angelo Frascaroli. Ma anche leghisti come Emanuela Panigoni. E perfino una spagnola, Immaculada Mateos Buendia, candidata a Madrid nel Partito popolare. Poi c’è la superconsulenza da 5 milioni di euro sul welfare lombardo elargita nel febbraio 2012 da Formigoni. Partner della Ernst & Young nellacommessa è Axteria spa di Milano, il cui presidente Pierluigi Troncatti è autore di un libro, La domanda della Regina, scritto nel 2011 a sei mani con l’ex assessore ciellino Raffaele Cattaneo e con l’ex amministratore delegato di Trenord Giuseppe Biesuz, il manager arrestato ora è indagato a piede libero per la bancarotta Urban Screen. E la Lega? Non è rimasta a digiuno. Nel 2009 tre milioni di euro sono andatiall’Irealp, istituto di ricerca per l’economia e l’ecologia nelle regioni alpine. Al vertice dell’istituto, soppresso dopo aver accumulato un buco in bilancio di un milione e mezzo di euro e poi accorpato nel 2010 all’Ersaf (che in quell’anno ha beneficiato di 18 milioni di fondi regionali), c’è stato, fino alla fine, Fabrizio Ferrari, ras del Carroccio in Val Seriana, che tra i consulenti ha voluto anche compagni di partito come il vicesindaco di Clusone Carlo Caffi. Ma fra gli studiosi assoldati dal Pirellone in questi anni si notano anche vecchie glorie dellaDc come Gianfranco Aliverti, beneficiario, per i suoi 27 anni da parlamentare, di una pensione da 9.636 euro, integrata, nel 2010, da tre consulenze tecniche come “coordinatore tecnico legislativo" per un totale di 67.700 euro. Lo stesso anno anche Mario Roberto Baitieri, ciellino e consigliere di Fiera Milano, ha ricevuto 70mila euro per “attività di studio e ricerca” grazie a un incarico per la promozione, lo sviluppo el’innovazione delle aree montane. E la stessa cifra è andata a Monica Barbara Guarischi, sorella dell’ex consigliere Luca, decaduto dopo una condanna definitiva per tangenti. Per lei, un “incarico per le pari opportunità”. Un altro ex assessore di Formigoni, Marco Pagnoncelli, ha ricevuto 70mila euro per “attività di studio e ricerca” sulle relazioni con gli enti locali. Ora ci si chiede quali risultati concreti abbiano prodotti tutti questi studi. Alcuni, di sicuro, nulla. Purtroppo per la fondazione “Energy Lab”, think tank di A2A, il ritorno all’atomo non c’èstato. E così, quei 100mila euro con cui nel 2009 è stato finanziato uno “studio di prefattibilità” dal nome lunghissimo che finiva con “valutazioni sul ritorno all’energia elettronucleare", vanno a farsi benedire. Peccato, perché ancor prima della prefattibilità c’era stato un contributo di 47.500 euro “per la mappatura delle competenze in possesso dei soci aderenti alla fondazione". Altri studi, invece, sono bellissimi marischiano di restare chiusi nel cassetto. Come i lavori della Fondazione Lombardia per l’Ambiente, che nel 2009 ha ricevuto 450mila euro per il “piano del rischio integrato dell’area critica metropolitana milanese” e altre centinaia di migliaia di euro per il “piano regionale delle aree protette”. Oltre a somme minori come i 30mila euro per il “piano di monitoraggio dei vertebrati terrestri di interesse comunitario”. Chissà se alle lucertole del parco delle Groane sono serviti, almeno un po’.Davide Carlucci-repubblica(...) Consulenze record per il governo Monti. Lannutti: “Perché spesa da 2,3 milioni?” Alla faccia dell’austerity: in meno di un anno il governo Monti avrebbe speso qualcosa come 2,3 milioni di euro in consulenze esterne. A portare la questione all’attenzione del Parlamento è stato il senatore Elio Lannutti (Idv), che nella seduta di mercoledì scorso ha presentato un’interrogazione a riguardo al presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia.Facendo riferimento a un articolo di Stefano Sansonetti pubblicato su Milano Finanza, il presidente dell’Adusbef chiede infatti di conoscere i motivi che hanno spinto il governo a investire una cifra così ingente e, soprattutto, se fosse necessario effettivamente ricorrere a risorse esterne, piuttosto che affidarsi al personaleinterno. Stando a quanto ricostruito dal quotidiano finanziario, le consulenze del governo Monti sono state ben 111. Più di quante ne avesse impiegate il precedente esecutivo: nell’ultimo anno di governo, infatti, Berlusconi aveva fatto ricorso a 108collaborazioni esterne, per un costo totale di circa 2,5 milioni di euro. Nel computo, calcolato da Italia Oggi, ci sono tutti i consulenti nominati dalle strutture che fanno capo a palazzo Chigi, quindi anche i dipartimenti affidati da Monti alle competenze di alcuni ministri. Gli apparati che maggiormente hannofatto ricorso alle consulenze sono il dipartimento della Protezione civile (19 collaborazioni per un valore di 441mila euro) e quello degli Affari regionali e del Turismo (13 incarichi per 504mila euro). Seguono il dipartimento delle Pari opportunità (9 consulenze per 304mila euro), la Struttura di missione per le procedure di infrazione (6 incarichi da 216mila euro totali) e l’Unità per la semplificazione e la qualità della regolazione (16 incarichi per 215mila euro). La collaborazione più costosa (retaggio, peraltro, del precedente esecutivo) è quella di Francesca Maffini,coordinatore dell’ufficio stampa di Franco Gabrielli, capo dipartimento della Protezione civile, poco meno di 85mila euro all’anno. Ancora più cara, in proporzione al tempo (sei mesi, dal primo luglio al 31 dicembre 2013), la consulenza di Ivo Virgili al dipartimento degli Affari regionali: l’attuazione di una parte del "progetto turismo"gli ha garantito 60.750 euro. Lannutti segnala anche una curiosa consulenza offerta da Pietro Vulpani al dipartimento delle Pari opportunità per 60mila euro: il suo incarico era di "Project leader incaricato di coordinare i gruppi di lavoro e supervisionare le indagini previste per l’azione di sistema". E meno male che – come ricorda lo stesso Lannutti nella sua interrogazione – la spending review, secondo quanto dichiarato da Monti, sarebbe dovuta partire proprio da palazzo Chigi e dai ministeri per dare un esempio al Paese.(...) Ma quanti consulenti hanno le Asl pugliesi ? Il segretario regionale del sindacato USPPI, NicolaBrescia , ha scritto a tutti i direttori generali delle Asl pugliesi e per conoscenza al presidente della Giunta regionale e all’Assessore alle Politiche della Salute una lettera nella quale chiede: 1) l’elenco di tutti gli incarichi professionali e di consulenza affidati dalla data dell’ insediamento ad oggi; 2) quanti e quali incarichi sono stai dati e per quali carenze organiche delle figure richieste all’interno della Asl che giustifichino gli affidamenti; 3) quanti e quali incarichi sono stati dati relativamente ad attività che dovevano essere svolte da personale interno e non esterno ed invece sono stati attivati contratti di collaborazione continuativa e/o a progetto; 4) le motivazioni che hanno determinato tali affidamenti; 5) le procedure adottate per individuare gli affidatari; 6) copia della corrispondenza attivata con il settore personale che, certificando l’assenzadelle alte professionalità e/o carenza delle figure richieste all’interno della Asl,giustifichino gli affidamenti; 7) le attuali presunte carenze che determineranno l’affidamento di nuovi incarichi professionali o di consulenza all’esterno. Brescia segnala che giornalmente giungono segnalazioni da parte di dipendenti delle Asl pugliesi di conferimento all’esterno di incarichi professionali e di consulenza che mortificano le tante professionalità esistenti all’interno; che tali conferimenti sono spesso inutili o perché non ricorrono comprovate e motivate condizioni o perché, pur trattandosi di prestazioni di alta specializzazione, potrebbero essere affidate all’interno con personale che, spesso, ha acquisito altissime professionalità partecipando a corsi di aggiornamento professionale e/o master di alta specializzazione a spese delle stesse Asl di appartenenza. Brescia comunica che “allo stato, certamente per ragioni oggettive che spero siano presto superate, non ho ricevutoancora alcuna risposta dai destinatari della lettera, in attuazione dei loro obblighidi legge”.
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