DOSSIER
"LA SANTA CRICCA...
DOV’E’ LA QUESTIONE MORALE?"
 











Lo stillicidio delle informazioni sui fatti di corruzione, quasi un quotidiano bollettino di guerra, rende sempre più insopportabile l’attesa di qualche nuova norma che consenta di opporsi in modo un po’ più efficace ad un fenomeno dilagante. Le cronache confermano che la corruzione è ormai una struttura della società italiana, è penetrata ovunque, come testimonia la presenza tra i corrotti di politici e amministratori, imprenditori e primari medici, poliziotti e vigili urbani.
Ogni ritardo del Parlamento diventa un aiuto a questo nuovo ceto sociale. E proprio la “disattenzione” politica spiega perché, a vent’anni da Mani pulite e dalle speranze allora suscitate, la corruzione sia divenuta sempre più diffusa.
Ricordiamo quel che disse il cardinale Tettamanzi, lasciando la diocesi di Milano: “Gli anni della cosiddetta Tangentopoli pare che qui non abbiano insegnato nulla, visto che purtroppo la questione morale è sempre d’attualità”. Ma vi èundocumento recentissimo che descrive con spudoratezza una condizione della politica. È la memoria difensiva di un politico calabrese accusato di rapporti con ambienti criminali, dov’è scritto: “La mentalità elettoralistico-clientelare è diventata cultura, costume e inevitabilmente anche modo di governare” e quindi, per il politico che “vive ed opera in questo difficilissimo ambiente, mettersi a disposizione è quasi d’obbligo, senza grandi possibilità di crearsi una difesa che lo garantisca da immorali e infedeli strumentalizzazioni. Il mettersi a disposizione è condizione quali fisiologica dell’attività politica svolta in Calabria, con la conseguenza di affidarsi supinamente alla lealtà dell’interlocutore”. Questa richiesta di una “assoluzione sociologica” riguarda i rapporti con ambienti criminali, ma descrive una più generale regola di comportamento dove il “mettersi a disposizione” s’intreccia con le pratiche corruttive alle quali, peraltro, proprio i poteri criminaliricorronosempre più ampiamente.
Siamo oltre il “mostruoso connubio” tra politica e amministrazione denunciato nell’Ottocento da Silvio Spaventa. Conosciamo altri connubi: tra politica e affari, tra politica e criminalità, che tutti insieme hanno provocato un connubio obbligato tra politica e malapolitica, con quest’ultima che corrode l’intera società. Proprio per questo è necessario guardare alla dimensione politica, pur sapendo, ovviamente, che non è soltanto questa ad essere il luogo della corruzione e che i politici corrotti sono una minoranza. Ma quando la corruzione si insedia nel ceto politico, e da questo non è adeguatamente contrastata, essa finisce con l’assumere una particolare natura, diventa fatto istituzionale, modo di governo della cosa pubblica. Proprio per questo è grandissima la responsabilità dei politici onesti, che non possono chiamarsi fuori in nome della loro personale integrità, poiché hanno l’obbligo di ricostruire le condizioni anche istituzionali per ilritornodell’etica pubblica.
Finora non è avvenuto. Si è ceduto al patriottismo di partito, si sono cercate misere scorciatoie, si sono coltivate illusioni politico-istituzionali. Spicca, tra queste ultime, la tesi secondo la quale la corruzione era figlia di un sistema bloccato sì che, una volta approdati ad una democrazia dell’alternanza, la corruzione si sarebbe automaticamente ridotta. Non è andata così. L’alternanza tra diverse forze politiche nel governo centrale e in quelli locali ha coinciso con l’espansione della corruzione. Questa, da modalità di esercizio del potere, si è fatta potere essa stessa, ha prodotto le sue istituzioni, le sue reti formali e informali, le sue aree di influenza, una sua economia. Non più fenomeno selvaggio, ma forte e autonomo potere corruttivo.
Non lo scopriamo oggi, nessun politico può invocare l’attenuante della mancanza di informazione. Da anni in Italia sono state prodotte eccellenti ricerche sul tema, sono state fatte proposte dettagliate.Sequesta buona cultura è rimasta senza echi, è perché era stata imboccata una diversa via istituzionale. Discutendo delle differenze tra il tempo di Mani pulite e il tempo nostro, bisogna ricordare le diverse linee istituzionali che proprio in Tangentopoli trovarono il loro spartiacque.
Per anni la politica difese le pratiche corruttive senza toccare sostanzialmente il sistema generale delle regole, alle quali ci si sottraeva attraverso una robusta rete di protezione. Si negava la messa in stato d’accusa di ministri (unica eccezione il caso Lockheed, ma questa falla fu prontamente chiusa). Si negavano le autorizzazioni a procedere contro i parlamentari sospetti di corruzione. Si portavano inchieste scottanti nel “porto delle nebbie” della Procura di Roma, che provvedeva ad insabbiarle. Si rifiutava di prendere atto di clamorose responsabilità politiche, con l’argomento che qualsiasi sanzione poteva scattare solo dopo una definitiva sentenza di condanna (e così si allontanavaneltempo ogni iniziativa).
Questa rete si smaglia con l’arrivo delle inchieste del febbraio 1992. Si cancella una immunità parlamentare di cui si era abusato. La magistratura, che aveva assicurato protezione, ritrova il suo ruolo di garante della legalità. Questo provoca sconcerto, e per qualche tempo si spera che un tempo nuovo sia davvero cominciato. Ma le vecchie resistenze erano tutt’altro che sconfitte, come subito dimostrarono le difficoltà nel riformare la legge sugli appalti.
Una nuova strategia era alle porte, e trovò nel berlusconismo il clima propizio. Una diversa rete di protezione è stata costruita, cambiando le stesse regole di base. È storia nota, quella delle leggi sulla prescrizione e sul falso in bilancio, delle norme sulla Protezione civile. Il mutamento è radicale. L’intero sistema istituzionale viene configurato come “contenitore” della corruzione.
Di fronte a questa reale emergenza è pura ipocrisia rifiutare interventi immediati dicendo che si trattadimateria estranea al programma di governo e che nuove norme sulla corruzione devono far parte di un più largo “pacchetto” di riforme della giustizia.
La questione morale, evocata dal cardinale Tettamanzi e che richiama l’intuizione lungimirante di Enrico Berlinguer, è tema ineludibile della politica di oggi.
Ma non è solo affare di leggi. Bisogna tornare alla responsabilità politica, rifiutando la scappatoia del “non è un comportamento penalmente rilevante”. L’etica pubblica non ha il suo fondamento solo nel codice penale. Lo dice bene l’articolo 54 della Costituzione, affermando che le funzioni pubbliche devono essere adempiute con “onore” e “disciplina”.
Questo significa che, anche se verranno nuove norme, la partita non è chiusa. Oltre le leggi vi è la ricostruzione della moralità pubblica, il dovere della politica d’essere inflessibile con se stessa, se vuole riconquistare la fiducia dei cittadini. Una domanda, per intenderci. Le frequentazioni mafiose possonoessereconsiderate penalmente non rilevanti e consentire a Dell’Utri l’assoluzione. Ma sono compatibili con l’onore e la disciplina richiesti dalla Costituzione? Per i candidati alle future elezioni dovrebbe essere obbligatoria la lettura del Viaggio elettorale raccontato da Francesco De Sanctis nel 1875, che così parlava ai cittadini: “Avete intorno al mio nome inalberata la bandiera della moralità. Siate benedetti!”.Stefano Rodotà-repubblica(...)
SANITA’ MALATA le sporche mani nella Pubblica Amministrazione. Morlacco, tecniche di raggiro di massa...?
La Spending review prevede l’accorpamento delle funzioni di direttore sanitario di presidio e di direttore sanitario ove siano presenti entrambi i ruoli.
Ci sono 5 direttori sanitari irregolari in Campania. La denuncia arriva dall’europarlamentare Enzo Rivellini (Ppe/Mezzogiorno di Fuoco), che in una lettera inviata al presidente della Regione e commissario alla Sanità, Stefano Caldoro, e al sub-commissario MarioMorlacco, ricorda come “nel decreto Spending Review è chiaramente stabilito che per tagliare le spese nelle Aziende ospedaliere, nelle Aziende ospedaliere - universitarie, negli Irccs, nel caso siano presenti sia il direttore sanitario di presidio sia il direttore sanitario, bisogna eliminare una delle due figure accorpando le funzioni” e come “la tendenza è quella di eliminare il direttore sanitario dando le funzioni al direttore sanitario di presidio che è sempre un vincitore di concorso”.
Una norma attualmente disattesa inCampania, lamenta Rivellini, citando i casi del Pascale, del Federico II e del Cardarelli di Napoli, poi del Rummo di Benevento e dell’Ospedale Civile di Caserta,su cui in ogni caso c’è la Corte dei Conti che vigilerà – afferma l’europarlamentare - credo che sia opportuno che si verifichino anche le altre strutture regionali dove ci possa essere l’identica anomalia”.           Mario Morlacco è il nuovo subcommissario alla sanità della Regione Campania, come ha stabilito  la delibera del Consiglio dei Ministri. Il comunicato stampa relativo alla delibera recitava che al fine di coadiuvare l’opera dei commissari ad acta per il rientro dai disavanzi sanitari nelle Regioni Lazio e Campania, il Consiglio ha nominato sub commissari nella prima il dottor Giuseppe Antonio Spata e in Campania il dottor Mario Morlacco e il dottorAchille Coppola.
Nato in provincia di Foggia, Mario Morlacco, manager di 63 anni, ha già diretto l’Agenzia Sanitaria Regionale in Puglia nel 2006 e nel 2008 è stato nominato per la prima volta sub commissario alla Sanità, lavorando nella Regione Lazio con le giunte Marrazzo e Polverini. Quest’ultima non ha risparmiato parole di encomio per il manager pugliese, ringraziandolo anche a titolo personale per essere riuscito ad ottenere il via libera al nuovo piano sanitario regionale, un risultato che, secondo la Polverini, è dovuto interamente all’esperienza diMorlacco.
Al suo fianco, per curare la parte amministrativa,  la delibera del Consiglio dei Ministri ha nominato il commissario dimissionario della ASL Napoli 1 Achille Coppola, già presidente dell’ordine dei Commercialisti. I due prendono subentrano a Giuseppe Zuccatelli, dopo che questi ha goduto di diverse proroghe, prima di essere nominato nuovo direttore generale dell’Istituto Nazionale Riposo e Cura per Anziani diAncona.
La struttura commissariale dovrà recuperare, attraverso un piano di rientro dal debito, quasi 5 miliardi di euro, in ragione delle misure di contenimento e razionalizzazione della spesa pubblica adottate dallo Stato.  Dunque per Morlacco si tratta di un trasferimento dal Lazio alla Campania, entrambe sottoposte ai piani di rientro del debito.
SUB COMMISSARIO SANITA’ MORLACCO INDAGATO A FOGGIA
Il sub commissario alla Sanità Mario Morlacco è indagato dalla Procura di Foggia in una vasta inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che coinvolgein totale 47 persone e che è legata agli accreditamenti di alcune strutture sanitarie private della Regione Puglia. Vari i reati ipotizzati dai magistrati : corruzione, concussione, truffa, abuso d’ufficio, falso, peculato, estorsione e rivelazione del segreto d’ufficio. Benvenuto Michelangelo
Scade immunita’, ipotesi arresto Tedesco
Con l’insediamento delle Camere Alberto Tedesco, senatore uscente del Gruppo Misto, non godra’ piu’ dell’immunita’ parlamentare e potrebbe finire agli arresti domiciliari. Sul senatore pende infatti un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito del procedimento in cui Tedesco, in qualita’ di assessore pugliese alla sanita’, e’ imputato di associazione per delinquere, concussione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, corruzione e falso. La difesa sta valutando se chiedere la revoca dell’arresto.
Malasanità:speculazione, illeciti, clientelismo...
Nuova bufera sulla Regione Puglia,Tedesco e altri 46 indagati
Nonc’è pace per il sistema sanitario pugliese. Dopo la conferenza stampa convocata ieri Nichi Vendola per comunicare la sua iscrizione nel registro degli indagati a causa delle accuse della ex Lady Asl Lea Cosentino, oggi è arrivata la svolta nell’indagine sugli accreditamenti delle cliniche private.
Falsificavano i dati delle liste d’attesa. Segnalavano criticità laddove invece non ce n’erano. Non avrebbero pensato alla salute dei cittadini quanto piuttosto alle esigenze degli imprenditori che aprivano cliniche private. E’ questa la nuova accusa che la procura di Bari muove alla gestione della sanità pugliese negli ultimi anni: stamattina sono stati notificati 47 avvisi di conclusione delle indagini a politici, dirigenti dell’assessorato alla Sanità e imprenditori. Le accuse vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere ai falsi.
Tra gli indagati c’è l’ex assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco, oggi senatore del GruppoMisto, Mario Morlacco, ex dirigente dell’Ares,l’agenzia per la Salute, e Lucia Buonamico, dirigente del settore che si occupa per la Regione degli accreditamenti con le cliniche private. L’ipotesi di reato è che la giunta regionale abbia concesso convenzioni a strutture sanitarie che non ne avevano i requisiti, e la procura procede per associazione a delinquere. E che lo abbiano fatto sulla base di premesse false. La giunta sarebbe però stata indotta in falso dalle strutture regionali e da alcuni assessori compiacenti, tra cui appunto l’assessore Tedesco, che invece avrebbero avuto interessi all’accreditamento della clinica. L’inchiesta parte dalla clinica Kentron di Putignano, oggetto di una lunga inchiesta del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza coordinata dall’allora pm (oggi assessore) Lorenzo Nicastro.
L’indagine, che partendo dall’imprenditore Ritella sfiorava i vertici del Partito democratico, aveva portato al sequestro e poi al dissequestro della clinica(che poi aveva ottenuto un nuovo accreditamento,avendo messo le carte a posto). Quell’inchiesta non era però mai stata chiusa ed è finita, dopo l’andata di Nicastro, sulla scrivania dei pm Francesco Bretone e Marcello Quercia. Il fascicolo è stato ripreso, incrociato con stralci dell’indagine effettuata dai carabinieri che si erano occupati del senatore Tedesco, aggiornato in alcuni punti. E l’indagine è rinata tanto da raccontare in maniera assai efficace - dicono gli investigatori - il reale intreccio tra politica e macchina amministrativa. Un intreccio che ha permesso a imprenditori privati di arricchirsi alle spalle delle casse regionali e spesso della salute dei cittadini. L’avviso è firmato dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno e dai sostituti Desirè Digeronimo e Francesco Bretone, gli stessi che si sono occupati dell’inchiesta sul presidente Vendola.
E’ coinvolto anche un luogotenente della Guardia di finanza. Al senatore Tedesco, nella sua precedente qualità diassessore alla sanità della Regione Puglia, la pubblicaaccusa contesta i reati di abuso d’ufficio, falso e truffa in relazione all’accreditamento della struttura sanitaria ‘Giovanni Paolo II’ della società Kentron; di abuso d’ufficio (assieme al genero Elio Rubino, amministratore di una società della famiglia Tedesco) in relazione ad un “ingiusto vantaggio patrimoniale” procurato alla ‘Cbh-Città di Bari Hospital spa’ che gestisce a Bari le case di cura ‘Mater Dei’, ‘Santa Rita’, ‘La Madonnina’ e ‘Villa Bianca‘. Sono sei in tutto, però, le società che secondo l’accusa hanno beneficiato, senza averne i requisiti, delle procedure amministrative della Regione Puglia per il rilascio di vari provvedimenti autorizzativi sanitari: accreditamento al Servizio sanitario regionale, verifica del fabbisogno del progetto imprenditoriale, autorizzazione a realizzare le strutture, erogazione delle prestazioni socio-sanitarie, trasferimento della sede e determinazione delle fasce di qualità dei serviziprestati. I provvedimenti regionali hanno provocatodanni per milioni di euro alle casse della Regione.
Delle sei imprese si parla nell’avviso di conclusione delle indagini notificato oggi dalla Guardia di Finanza a 47 indagati, tra cui – come detto – il senatore Alberto Tedesco (ex Pd ora al gruppo Misto), l’ex senatore Francesco Carella (Verdi-Ulivo dal 1994 al 2006) nella sua qualità di dirigente della sanità foggiana, ad imprenditori, dirigenti e funzionari della Regione Puglia. Le società coinvolte sono: la ‘Cbh-Città di Bari Hospital’ di Modugno (Bari), la Kentron di Putignano (Bari), la Spgs srl di Bari, il Gruppo Villa Maria di Lugo (Ravenna), la Gestione e management sanitario (Gms) di Adelfia (Bari) e le Case di Cura Riunite Villa Serena e Nuova San Francesco di Foggia.
Tra i dirigenti coinvolti c’è anche Lucia Buonamico, responsabile del settore programmazione e gestione sanitaria della Regione Puglia. Quest’ultima – secondo l’accusa – ha gestito in maniera“clientelare” le procedure amministrative e di autorizzazioneall’esercizio e/o di accreditamento al Ssr di alcune sanitarie. Le scelte di Buonamico – secondo la procura – hanno orientato gli impegni di bilancio regionale per la sanità privata in Puglia verso imprenditori amici della dirigente, ai danni del Fondo sanitario regionale. Secondo la Guardia di Finanza, Buonamico (assieme ad altri pubblici ufficiali) era asservita agli interessi imprenditoriali di alcuni soggetti, in totale spregio dei principi di trasparenza, di buona e corretta amministrazione della cosa pubblica. b.m.
TUTTI GLI INDAGATI
Lucia Buonamico, 63 anni;
Francesco Ritella,38 anni;
Alberto Tedesco,62 anni;
Mario Morlacco,63 anni,
Leonardo Loparco, 65 anni;
Francesco Carella,60 anni;
Angela Rocco Colonna,42 anni;
MicheleConversano,55 anni;
Giuseppe Copertini,44 anni;
Giovannantonio Daddabbo,65 anni;
Salvatore De Giorgi,62 anni;
Maria Stella De Giorgi,32 anni;
Silvio De Pascale,61 anni;
Aurelio Zaccaria Di Taranto,60anni;
PasqualeFaccioli, 59anni;
Giovanni Iannucci,58 anni;
Antonio Mancino,50 anni;
Domenico Massaro,56 anni;
Luigi Mastronuzzi,57 anni;
Riccardo Matera,52 anni;
Matteo Murro,62 anni;
Domenico My,60 anni;
Giovanni My,34 anni;
Piernicola Pellegrino,61 anni;
Francesco Pollice,57 anni;
Roberto Rizzi,48 anni;
Pasquale Sanpaolo,64 anni;
Michele Santamato,37 anni;
FulviaTamma,61 anni;
Paolo Vincenzi,49 anni;
Graziano Antonio Pallotta,46 anni;
Gioacchino Fanelli,41 anni;
Giovanni Colaianni,51 anni;
Mario Cappiello,65 anni;
Giuseppe Impedovo,60 anni;
Giovanni Nardone,66 anni;
Giuseppe Carrieri, 41 anni;
Francesco Longo,41 anni;
Nicola Pansini, 59 anni;
Alessadro Calasso, 63 anni;
francesco Lippolis,57 anni;
Libero Rignanese,67 anni;
Bartolomeo Lofano,58 anni;
Giovanni D’Alessadro, 60 anni;
Paolo Giulio Telesforo, 62 anni;
Elio Rubino, 39 anni;
Max Paganini, 64 anni  (...)
"MAGNAMAGNA"
Due milioni per feste, chiese, regate,sacre,la legge-mancia difesa dai partiti
È il giorno del ringraziamento. E delle polemiche. Il day after dell’assestamento di bilancio con annessa manovrina-mancia, è un groviglio di attestati di "soddisfazione " e sentimenti di "delusione". Si parla dei due milioni di euro, prezzo dell’accordo che ha permesso al centrosinistra pugliese di ricompattarsi, trovare il minimo sindacale dei 36 voti necessari per incassare l’ok. Soldi destinati a sagre, fondazioni, manifestazioni sportive, spettacoli e spettacolini, chiese, asili, campetti oltre a 350 mila euro per lo spostamento della sede dell’Asl da Andria a Barletta. Spese ritirate, dicono i critici, ma poi infilate nelle tabelle annesse alla manovra.
Il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, parla di "prova di maturità" perché "ritirando i propri emendamenti, i consiglieri di ogni schieramento hanno saputo privilegiare una visione d’insiemedella Puglia". I due consiglieri socialisti, Franco Pastore e Donato Pellegrino, cheavevano minacciato di sfilarsi dalla maggioranza se fossero passati gli emendamenti finanziari, ribadiscono di "essere dalla parte dei bisogni non delle sagre" e di essere riusciti "dopo il nostro dissenso a far ritirare gli emendamenti ". "Ritirati e riformulati, mascherati e approvati per un totale
di quasi due milioni di euro", ribatte il capogruppo del Pdl, Rocco Palese che spiega il meccanismo che "ha cambiato tutto per non cambiare nulla", "un’operazione di trucco e parrucco che ha fatto ritirare gli emendamenti al disegno di legge per farne un altro al tabulato con cui le stesse somme sono state spostate nei capitoli dei settori competenti e a riprova di ciò basta leggere le dichiarazioni di alcuni consiglieri".
Venticinquemila euro per "Marinando", una manifestazione che si svolge nella città bianca; 50mila euro per il Festival Jazz di Foggia, 60mila per il Festival del Teatro Antico diPoggiardo. Sergio Blasi e il milione e 250mila euro per Notte della Taranta, Duomo diLecce e minoranze linguistiche. Giovanni Brigante (Puglia per Vendola) per dare 65mila euro alla regata Brindisi-Corfù. Il contributo extra al Petruzzelli, ingolosisce i salentini Palese e Negro che vorrebbero 200mila euro per l’orchestra "Schipa" di Lecce. Alla fine ne arriveranno 100mila, come per l’orchestra provinciale di Bari e la "Magna Grecia" di Taranto.
Giovanni Epifani (Pd) esprime soddisfazione per gli emendamenti a favore di "Marinando" di Ostuni e della regata Brindisi-Corfù: "Anche la Cavalcata di Sant’Oronzo  -  afferma Epifani  -  otterrà la dovuta attenzione da parte del governo regionale" perché "c’è l’impegno dell’assessore alla cultura di devolvere un contributo finanziario". E se dall’opposizione Giammarco Surico (Fli) parla di "un mercimonio per un bilancio mancia che premia l’orticello del singolo consigliere ", anche nella maggioranza c’è chi, come ildipietrista Patrizio Mazza, storce il naso per quanto accaduto in aula "perché Pd e Selhanno ottenuto regalie per fondazioni, chiese, cupole, asili, campi sportivi, a momenti mancava lo stanziamento per il centro benessere, a dimostrazione che se la richiesta viene dai partiti maggiori, i soldi si trovano".
Una frecciata che svela una sorta di "manuale Cencelli" delle mance che assegnava al Pd, la metà del budget disponibile, e lasciando spiccioli ad altri. "Ma quali mance, quali favori?", sbotta Sergio Blasi. "Non è una mancia finanziare una legge come quella sulle minoranze linguistiche, né prevedere fondi per impegni già presi con la Notte della Taranta. Il Pd non ha partecipato a nessuna spartizione. Nessuno ha impedito al presidente di presentarsi in aula con l’assestamento blindato. A questo punto  -  rilancia Blasi  -  affrettiamoci a ridurre a 50 il numero dei consiglieri e ad approvare la nostra legge sul conflitto d’interessi". Da Sel, Michele Losappio,non vuole lezioni dal gruppo misto-Psi: "Se è così, c’è qualcuno che dimentica lamancia ricevuta sulla Disfida di Barletta a dicembre in occasione del bilancio".
In questo insolito bordo ring, c’è la Cgil che sembra pronunciare parole definitive: "Il marchingegno escogitato  -  accusa il segretario regionale Gianni Forte  -  garantirà il soddisfacimento degli appetiti e allora è il momento di dire basta non se ne può più. La giunta non è in grado di garantire che gli accordi con il sindacato possano trovare corrispondenza con la volontà del Consiglio. Allora meglio che ognuno vada per la sua strada". Gli unici saldi di fine stagione che faranno contenti tutti, prima fra tutti la Confcommercio, sono quelli per i lidi: c’è un emendamento che permette di ridurre le tariffe sotto il minimo senza essere sanzionati.Piero Ricci
Soldi a feste e sagre:Ecco l’elenco degli emendamenti-mancia all’assestamento di bilancio 2012 della Regione Puglia con gli importi relativie i proponenti:
Fondazione Grassi - MartinaFranca  120mila euro (Pentassuglia)
Marinando - Ostuni   25mila (Epifani)
Notte della Taranta - Melpignano 200mila (Blasi)
Duomo di Lecce 600mila (Blasi)
Canne della Battaglia 750mila (Mennea)
Carnevale di Putignano 60mila (Decaro, Loizzo, Lanzillotta, Boccardi)
Cavalcata di S. Oronzo Ostuni 25mila (Epifani)
Castello di Sannicandro 300mila (Loizzo)
Premio Spiga d’oro Poggio Imperiale 15mila (Ognissanti)
Notte Azzurra Manfredonia 25mila (Ognissanti)
Foggia Jazz 50mila (Schiavone)
Festival Poggiardo 60mila (Gianfreda)
Chiesa Sacra Famiglia Foggia 25mila (Lonigro)
Asilo nido Trinitapoli 130mila (Sannicandro)
Convegno Magna Grecia 10mila (Cervellera)
Regata Brindisi-Corfù 20mila (Brigante)
Assori Onlus - Foggia 40mila (Nuzziello)
Cappella San Pasquale Altamura 40mila (Disabato)
Suore Figlie di S.Anna - Crispiano 40mila (Laddomada)
Cittadella della ricerca - Brindisi 10mila(Epifani)
Ico "Schipa" Lecce 200mila(Negro-Gianfreda)
Festival della settimana in lido Barletta 50mila (Caracciolo)
Coro di Dobbiaco Brindisi 20mila (Brigante)(...)
Sanità: La politica foggiana vista da Bari
I foggiani devono essere “cacciati per definizione”. Dalla lettura delle intercettazioni tra il capo di Gabinetto di Nichi Vendola, Francesco Manna, e del senatore Alberto Tedesco viene fuori il “peso” dei consiglieri foggiani a Bari. Roba da far percepire il termine “foggianesimo” come un romantico retaggio di una terra che in passato ha saputo chiedere al governo regionale. Nei colloqui confidenziali tra i due, viene facile l’accostamento ad un periodo particolarmente difficile per le coste pugliesi: lo sbarco degli albanesi negli anni Novanta. Sembra una forzatura, ma non lo è. Le carte dell’ordinanza del gip barese Desirèe Digeronimo nell’ambito della maxinchiesta sulla sanità pugliese parlano chiaro.
I due ridono
Manna: Appunto, appunto.Sono le comunicazioni spontanee che anche il codice consente. Vabbè insomma i problemi si sa, qua si sono presentati spontaneamente tutti ifoggiani…
Tedesco: Caccia a tutti. Quando vedete uno di Foggia dovete cacciarlo, per definizione
Manna: Tutti insieme?
Tedesco: Tutti insieme!
Manna: Quindi ci vogliono i gommoni dall’Albania, guarda
Tedesco: E… senti a me, non cambiamo, non cambiamo rotta. Lo ho detto pure a Sannicandro (Arcangelo, consigliere regionale e sponsor di Antonio Di Biase e della Sanitaservice), solo che Sannicandro si vuole salvare troppe cose (sovrapposizione di voci) di salvare… Noi andiamo sulla strada facciamo il direttore generale, confermiamo il direttore sanitario, direttore amministrativo…
Manna: Sì
Questo è il quadro in cui viene messa in piedi la “più grande assunzione di massa”, quella che, grazie alle stabilizzazioni del personale precario e degli ex dipendenti delle cooperative private, ha permesso al leader di SeL di vincere leelezioni del 2010. Primadella ritrovata verginità del “corso per i nuovi manager della sanità pugliese” e della sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato le leggi regionali sulle stabilizzazioni.
Tedesco: Poi dobbiamo sistemare solo Iuppa (Federico, direttore sanitario all’ospedale Lastaria di Lucera ed ex sub-commissario Asl) perché Inchingolo (Savino, ex vice dell’allora commissario straordinario Donato Troiano adesso braccio destro di Castrignanò) fa il sostenuto e non vuole andare da nessuna parte
Manna: Sì, per adesso, poi dopo vediamo
Tedesco: E poi dopo vediamo dove cazzo…
Manna: Daniello (ex direttore amministrativo dell’Asl, vicina a Sannicandro), Daniello e Trevisani (forse Leonardo Trivisano, attuale direttore sanitario dell’Asl Fg) confermati, Iuppa lo mandiamo al Civ
Tedesco: E Iuppa lo mandiamo al coso al Civ
Manna: Lo mandiamo al Civ, ci chiamiamoLonigro (Pino, socialista di SeL) e gli diciamo… complimenti
Tedesco: E ti abbiamo dato unacosa che neanche tu ti aspettavi
Manna: Esatto, alla Sanitaservice confermiamo Di Biase e stiamo apposto. A Lecce come direttore amministrativo, che si fa?
Tedesco: Come direttore amministrativo, se voi siete d’accordo io cerco un direttore amministrativo per Taranto e mandiamo Castrignanò
Manna: Castrignanò. Un direttore amministrativo per Taranto che però deve essere al livello di Castr… Dopodiché che si fa su Sanapo (Franco, direttore sanitario Asl Lecce)?
Tedesco: E’ questo il problema, Francè… io con te parlo chiaro lo sai!
Manna: Figurati
Tedesco: Secondo me è un errore mante… io capisco tutto, la malattia del figlio ma non è che possiamo valutare il fatto che abbiamo mezza Asl o tutta l’Asl in subbuglio con il fatto che a quello gli è venuta lamalattia al figlio…
Manna: Figurati e che cosa potremmo dargli in cambio a Sanapo?
Tedesco: Che cosa gli possiamo dare?
Manna: Secondo me il Civ del Policlinico di Bari
Tedesco: No, e là sta Livrea, no, nonfacciamo  che al Policlinico è troppo importante
Manna: Ah già, là c’è Livrea è una cosa seria
Tedesco: Gli dobbiamo dare, aspetta fammici pensare (ride) fammici pensare…
Manna: Qua dobbiamo comporre tutto, capito?
Comporre tutto il quadro del management che è stato al centro di tanti scandali locali nelle sei province pugliesi. Come una scacchiera dove ogni pedina ha già assegnata la propria casella, e non può scostarsi fino al movimento della mano del giocatore. Ad un certo punto si parla addirittura di Inchingolo all’Ares, ma è solo una proposta buttata lì, tra una chiacchiera e l’altra sul futuro della sanitàpugliese. L’importante è che i foggiani rimangano fuori dalle decisioni più importanti.
Manna: Il presidente domani non c’è
Tedesco: Non c’è?
Manna: Il presidente torna martedì
Tedesco: Martedì, però non gli dobbiamo fare, non dobbiamo far trapelare niente, non dobbiamo…
Manna: Io… questo schema lo sappiamo io e te perché io ho fatto, diciamocosì opere di con… fino ad ora ho parlato per mezz’ora di commissariamento con i foggiani quindi…
Tedesco: uhm, uhm, uhm
Manna: Diciamo… ho fatto operazioni di tutti i tipi. I foggiani il loro principale problema è confermare la Daniello, perché non la vogliono
Tedesco: No, lo so, non hanno tutti i torti, ora detto tra me e te, proprio visto che ci stiamo dicendo tutto, però siccome Sannicandro si è molto affezionato e pensa che sia…
Manna: Non hanno tutti itorti
Tedesco: la puntella di Oleandro
Manna: Ma non hanno neanche tutte le ragioni
Tedesco: No, no, loro hanno ragioni pessime però…
Manna: E appunto
Tedesco: Guardato dal nostro punto di vista, quello tuo e quello mio, se la cambieremmo non faremmo male però mi rendo conto che non la possiamo cambiare
Manna: No, perché diamo un segnale che…
Tedesco: Appunto, ho capito, ho capito tutto, non mi devi dire altro
Manna: Eh, vabbè, vediamo un poco questa cosa di…
Tedesco: Ti trovo questo direttoreamministrativo di Taranto…
Così nasce Castrignanò dg all’Asl di Foggia, il manager “più funzionale” alle logiche della politica barese. Non è un caso che, durante le intercettazioni, emerga la richiesta di Castrignanò di avere un “margine di autonomia”. Ma non solo. Ad entrare nel dibattito, anchele sorte della dirigenza degli Ospedali Riunuti, un’altra roccaforte da controllare ad ogni costo.
Tedesco: Oh, invece sto avendo una serie di telefonate naturalmente da tutto il mondo…
Manna: Foggiano!
Tedesco: Foggiano! Che vogliono sapere sia per l’Asl sia per gli Ospedali Riuniti che cosa accade adesso per i secondi livelli diciamo?
Manna: Sì! Vabbè certo! Vabbè, l’operazione…, Fuiano (Gaetano, attuale direttore amministrativo degli OO.RR., che ha sostituito il dimissionario Giuseppe Cordisco) lo dobbiamo fare per forza, il presidente si è impegnato!
Tedesco: Ed io gli dirò anche questo a Moretti (direttore generale)
Manna: (annuisce)
Tedesco: Che Fuiano… cheCordisco va tolto e va messo Fu… va messo Fuiano!
Manna: Eh! Mentre sanitario loro chi hanno?
Tedesco: No! Sul… il sanitario(Deni Aldo Procaccini) è bravo e non lo possiamo togliere! No! È bravo è uno che funziona! Invece sulla cosa, sulla Asl ehhhh, coso Castrignanò mi ha detto che voi gli avevate dato un certo margine di autonomia nelle scelte?
Manna: Sì! Di proposta per lo meno
Tedesco: (annuisce)
Manna: Anche se mi avete fatto la proposta di Battista (Antonio, direttore medico di presidio), che non sta né in cielo né in terra diciamo!
Tedesco: No, ma infatti io gliel’ho detto! Ho detto, innanzi tutto gliel’ho sconsigliato Battista perché è tutto fumo e niente arrosto!
Manna: omissis…
Tedesco: Se a Colasanto gli togliamo…, gli togliamo? Colacicco (ex direttore sanitario all’Asl Fg, il quale ha poi raggiunto proprio Colasanto all’Asl Bari)?
Manna: Eh! Bravo, Colacicco!
Tedesco: Eh, ma se a Colasanto gli togliamo pure altra gente, Colasanto...! Cimandaaffanculo! Pubblicato da Michele Iula microMacro(...)
Scandalo Sanità in Puglia: Politici, funzionari Asl e imprenditori e le intercettazioni
Alla Regione Puglia c’è stato un "sistema di occupazione dei posti di alta amministrazione e successivo asservimento degli uomini-chiave per successivi fini privati e/o comunque certamente poco istituzionali". E la "prassi politica dello spoil system era, di fatto, talmente imperante nella sanità regionale da indurre il governatore Nichi Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge ad ’usum delphini’, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta". E’ quanto scrive il gip del tribunale di Bari Giuseppe de Benedictis nel provvedimento con il quale è stata chiesta al Senato l’autorizzazione all’arresto per il senatore Alberto Tedesco del Pd, all’epoca dei fattiassessore alla sanità pugliese.
"L’invasività della politica non era una cosa sporadica o una prassi che riguardasse soltanto lenomine dei primariucci. Ma, purtroppo, tutte le decisioni e gli indirizzi di politica sanitaria erano orientati quasi esclusivamente in una prospettiva clientelare". Non usa mezzi termini il giudice Giuseppe De Bendictis nelle 316 pagine di ordinanza di custodia cautelare. Non c’è la cupola, dice, ma come testimonierebbero le intercettazioni telefoniche, tanto malaffare. E’ solo uno spaccato della maxi-inchiesta sfociata nel blitz dei carabinieri che hanno arrestato cinque persone. "Non vi è alcun dubbio - scrive il giudice- che il sistema fosse incentrato sulla rigorosa applicazione di logiche affaristiche e clientelari, sorrette dalla già ricordata equazione nomina del dirigente amico - ricambio dei favori da parte dei dirigente stesso, favori che conducevano, tramite le turbative d’asta e gli abusi di uffici, ma anche le concussioni per i funzionari meno’docili’, alla spartizione illecita degli appalti in favore degli imprenditori che garantivano futuro sostegno elettorale aipolitici (che, quindi, li ricambiavano con tali appalti), e, sempre nell’ottica dei politici, di acquisizione del maggior numero possibile di consensi, anche delle nomine dei primari, che poi si sdebitavano in vario modo (visto il potere di spesa a ciascuno di essi garantito dalla legge)".
Sulle nomine vi è stata inoltre - scrive il giudice - "la consapevolezza dei responsabili politici - di tutti i responsabili politici - di operare per fini di spartizione partitica e/o correntizia, riconoscendo al più ai propri dirigenti un limitato potere di proposta". Per il gip, il sistema "non risulta circoscritto a singoli esponenti della maggioranza di centro-sinistra ma assurge a logica di strategia politica al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo". Secondo il giudice, inoltre, il modo di suggerire le nomine da parte dell’assessoreTedesco offre "uno spaccato desolante del modo in cui venivano scelti i dirigenti delle Asl, ossia per l’affidamento chedavano ai politici, previa verifica di tale importantissimo requisito". Il giudice cita in proposito la nomina dell’indagato Tommaso Antonio Stallone a direttore amministrativo dell’istituto di ricerca e cura a carattere scientifico ’De Bellis’ di Castellana Grotte (Bari), fatta assai rapidamente - evidenzia il giudice - il giorno prima dell’entrata in vigore di un decreto che decurtava del 20% compensi dei nuovi contratti.
Paolo Albanese, addetto alla tutela del presidente della Regione, è accusato di concorso in concussione. Insieme al direttore sanitario della Asl Bari, Alessandro Calasso, con il capo delle segreteria politica di Tedesco, Mario Malcangi, e con il consigliere comunale di Terlizzi Sigrisi (Pd), anche quest’ultimo indagato, ha indotto - secondo l’accusa - "mediante continue e assillanti pressioni integranti una non resistibile coazione" ildirettore sanitario dell’ospedale di Terlizzi, Pantaleo Marrone, a trasferire una sua partente, l’infermiera Maria Rosselli,assegnandola al reparto di oculistica. I fatti risalgono al 12 gennaio 2009.
L’inchiesta sulla gestione degli appalti nella Sanità pugliese comincia nel 2008 e incrocia anche quella sulle escort di Gianpaolo Tarantini e le protesi fornite dalla sua società, racchiuse in una parte dei dieci filoni d’indagine che hanno portato anche alle dimissioni del vicepresidente del consiglio regionale Sandro Frisullo. Il procuratore di Bari Antonio Laudati descriveva quell’incrocio di affari e politica come un "tipo di criminalità complessa, organizzata". Si riferiva al sistema d’affari tra appalti, nomine e finanziamenti ai partiti che vede coinvolti politici e imprenditori di caratura nazionale.
Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche incrociate e delibere, conversazioni ambientali e architetture di società finanziarie. L’indagine più importante in questo sensoè quella condotta dal sostituto procuratore della Dda, Desirèe Digeronimo. Anni di indagini, di microspie nelle stanzedella politica pugliese a partire da quella dell’allora assessore regionale alla Sanità, Tedesco. Anche il presidente Vendola fu chiamato a dare spiegazioni, in qualità di persona informata sui fatti, sul tenore di alcune intercettazioni telefoniche con il suo assessore. Per lui fu chiesta l’archiviazione.
LE INTERCETTAZIONI
Il 20 novembre del 2008 il presidente della Regione parla con il suo assessore alla Salute di una nomina per un direttore generale. Dice Tedesco: "quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare!". Vendola risponde: "O Madonna santa, porca miseria la legge non la possiamo modificare?". Tedesco: "Eh?". Vendola: "Non possiamo modificare la legge in una delle prossime..." Tedesco: "Eh, mica eh...".
"È il 18 novembre 2008 quando Paolo Albanese, il poliziotto della scorta di Vendola, chiama Mario Malcangi, ilsegretario di Tedesco, avvisandolo che la cognata Roselli, finalmente, è stata preavvisata deltrasferimento a Terlizzi dalla dirigente del personale come lui aveva più volta richieste.
Malcangi: "Allora la mandiamo a Terlizzi in oculistica (...) Digli... digli al tuo Presidente che diciamo stanno le persone che sanno... sanno fare i ricottari".
A. "Ma lo so! Mario io lo so... ".
M.: "Tu puoi fare una cosa, se non ti fa schifo..., vai da Marrone, tu lo minacci, tanto tu sei il capo della scorta... ".
A.: "Eh... eh!".
M.: "Tanto tu lo puoi minacciare, la pistola c’è l’hai... Gli dici che questa operazione l’abbiamo fatta io e te in due minuti (...) Poi quando mi arrestano mi porti le arance".
A.: "Mario, e che problema c’è!".
L’assessorato regionale alla Salute ha una"«importanza strategica duplice (sia economica che politica)" e ciò è "ampiamente sottolineato" dallo stesso ex assessore Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, in una delle telefonate con il sindaco diBari, Michele Emiliano (Pd), intercettate dalla procura nell’ambito dell’indagine che haportato alla richiesta di arresto per il senatore del Pd, Alberto Tedesco. Lo scrive il gip del tribunale di Bari nel provvedimento restrittivo notificato agli indagati.
Nella telefonata Tedesco si "lamentava aspramente della decisione che il Governatore regionale, Vendola, voleva prendere nella primavera del 2008, sostituendolo alla guida di tale assessorato, che lui stesso definisce politicamente un ’sottosistema’, con una persona ritenuta più ’vicinà allo stesso Governatore Vendola (ossia Lea Cosentino), che così lo avrebbe avuto direttamente ’in manò, togliendolo al partito di cui il Tedesco era rappresentante".
Questo il testo della telefonata tra Tedesco ed Emiliano riportato nel provvedimento cautelare:
Tedesco: no, questa cosa lui (Vendola, scrive il gip) se la è completamente rimangiata, nel senso che ha detto... ha detto che non e... che non ci sono novità dal punto di vistadiciamo dall’interesse diverso da quello politico, solo che...
Emiliano: dice che èspezzato un filo ma... dice lui a noi...di fiducia...
Tedesco: cioè!...
Emiliano: personale...
Tedesco: e se mi dice su che cosa si è spezzato poi!...
Emiliano, ma niente!... secondo me, questa è una operazione tutta politica, perchè lui dice: ’io, in questa maniera, mi impadronisco del sottosistema e, ovviamente nelle prossime elezioni, l’Assessorato anzichè stare in mano al Pd sta in mano a mè, questo è tutto il discorso... o quanto meno sta in mano ad una logica che è diversa da questa...».
La decisione del presidente Vendola da adottare ai danni di Tedesco "ufficialmente nasceva dal fatto" che vi era stata un’interrogazione urgente in Consiglio regionale con la quale si sollevava "il problema del conflitto d’interessi dell’assessore Tedesco" i cui più stretti famigliari hanno più società che operano nel settore sanitario.
"Il 3 agosto 2008 il sindaco Emiliano – scrive il giudice- contatta nuovamente Tedesco chiedendo di essere aggiornato sulle scelte del’management’ sanitario che riguardano la Asl barese, dovendo curare gli equilibri delle varie correnti del suo partito e alla notizia della prossima sostituzione del direttore sanitario dell’Asl Bari, Lonardelli, con Calasso (cugino del sindaco stesso), Emiliano affermava che tale cambiamento avrebbe provocato inquietudine nell’assessore Mario Loizzo, ma Tedesco replicava affermando che il Loizzo (allora assessore regionale ai trasporti, ndr) era già rappresentato da Lea Cosentino (ex dg della Asl Bari), che aveva imposto il suo candidato".
Tedesco è al telefono con l’allora direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino e parlano di una nomina, accennando alla "cabina di regia" che l’assessore vorrebbe costruire per gestire tutte le scelte. C’è da scegliere un direttore generale in fretta, perché sta per cambiare la legge.
Tedesco: "Enzo lo sistemiamo non ti preoccupare!".
Cosentino: "Ma ce lafate per venerdì?".
Tedesco: "Senti, io gli proporrò di convocare la Giuntaper domani!":
Cosentino: "C’è San Nicola, facciamo una bella cosa!":
Tedesco: "San Nicola aiuta! Aiuta San Nicola!
Cosentino: "Guarda Alberto per come stiamo combinati soltanto un santo di quella portata!".
Tedesco: "Solo un santo può aiutarci!".
Tedesco è al telefono, nella primavera del 2008, con il sindaco e segretario del Pd, Michele Emiliano.
Tedesco: "Questa cosa lui (ndr, Vendola) se la è completamente rimangiata, nel senso che ha detto... ha detto che non e... che non ci sono novità dal punto di vista diciamo dall’interesse diverso da quello politico, solo che... ".
Emiliano: "Dice che è spezzato un filo ma... dice lui a noi... di fiducia... personale... ".
Tedesco: "E se mi dice su che cosa si è spezzato poi!...".
Richiesta di arresto inviata al Senato: Alberto Tedesco, senatore Pd, 62 anni.
IN CARCERE:
Mario Malcangi, 51 anni di Ruvo di Puglia.
AIDOMICILIARI:
Paolo Albanese, 50 anni di Terlizzi;
Diego Romano Rana (imprenditore), 52 anni di Bisceglie;
Giovanni Leonardo Garofoli (imprenditore), 65 anni di Trani;
Guido Scoditti (direttore generale Asl Lecce), 68 anni di Lecce.
INTERDETTI:
Alessandro Calasso (direttore sanitario Asl Bari), 63 anni di Bari;
Antonio Acquaviva (medico oculista), 55 anni di Bari.
INDAGATI A PIEDE LIBERO:
Paolo Emilio Balestrazzi, 57 anni di Bari;
Giuseppe Borracino, 63 anni di Barletta;
Rocco Canosa (direttore generale Asl Bat), 61 anni di San Costantino Albanese;
Antonio Colella (funzionario Asl Bari), 63 anni di Molfetta;
Carlo Dante Columella (imprenditore), 67 anni di Altamura;
Michele Columella (imprenditore), 44 anni di Altamura:
Rita Dell’Anna (funzionario Asl Lecce), 56 anni di Lecce;
Nicola Del Re (funzionario Asl Bari), 62 anni di Mola;
Felice De Pietro (direttore amministrativo Asl Bat), 61 anni di Molfetta;
DomenicoMarzocca(imprenditore), 61 anni di Bari;
Francesco Petronella (imprenditore), 54 anni di Altamura;
Vitantonio Roca (imprenditore), 63 anni di Bisceglie;
Elio Rubino (imprenditore), 39 anni di Bari;
Francesco Sanapo (manager Asl Lecce), 68 anni di Mesagne;
Tommaso Antonio Stallone, 47 anni di Bisceglie;
Filippo Tragni (funzionario Asl Bari), 52 anni di Altamura.

 

 









   
 



 
04-05-2016 - Svelati alcuni documenti del Trattato di libero scambio commerciale. Pressioni Usa sulla Ue
09-03-2016 - Referendum Costituzionale, Zagrebelsky: i 15 motivi per dire NO alla ’riforma’ Renzi
28-02-2016 - Trattato Usa-Ue sul commercio, le trattative si fanno al buio e la democrazia è ridotta a zerbino
14-01-2016 - La riforma costituzionale è la madre di tutte le battaglie
04-12-2015 - Bollette elettriche 2016, nella riforma delle tariffe più ombre che luci
21-11-2015 - Il Vaticano manda a processo i giornalisti Fittipaldi e Nuzzi e tre presunte fonti interne
21-10-2015 - Lo stupro della Costituzione
08-10-2015 - La deriva postcostituzionale
05-09-2015 - Renzi, Corte dei conti accusa: a Firenze 4 anni di “gravi irregolarità” in bilancio
09-08-2015 - Quei birilli in movimento sul tavolo della nostra democrazia Napolitano: "Perché la riforma del Senato non minaccia la democrazia" Scalfari: troppi poteri in mano al premier, ecco perché la riforma va cambiata
21-06-2015 - Sognando gli Stati Uniti d’Europa nel paese dei ciechi
10-06-2015 - Crac della clinica vaticana: "Arrestate il senatore Azzollini"
24-05-2015 - Rimborsi, la grande abbuffata dei partiti Un tesoro incassato coi contributi pubblici
09-03-2015 - I benefici che Draghi procurerà all’Italia e a Renzi
27-02-2015 - Scontro di potere in Vaticano

Privacy e Cookies