Dal “simec” - la moneta locale alternativa abruzzese - inventato venti anni fa dallo scomparso “nostro” docente universitario Giacinto Auriti in poi (con i corollari di denuncie e controdenuncie alla e dalla Banca d’Italia, tutte finite nel nulla), si contano ormai a decine le “banconote locali” diffuse autonomamente da gruppi che si battono contro il signoraggio avocato dalle banche centrali per remunerare se stesse. L’ultimo esperimento di questo genere, dovrebbe essere, in queste settimane quello del Sardex, una moneta regionale - ormai in circolazione con oltre un milione di copie nell’isola italiana. Comincia ad essere la dimostrazione concreta che si può dunque vivere anche senza l’euro. A parte benzina, farmaci ed energia elettrica, in Sardegna con il Sardex si può comprare quasi tutto, sia beni che servizi. E quindi alberghi, dentisti, falegnami, elettricisti, meccanici, consulenti di marketing. Ma anche sale congressi, corsi di linguainglese, pubblicità sui giornali locali. E poi vestiti, mobili, ristoranti e persino la connessione Internet. Oltre a cibo, vino e carni, tutto rigorosamente sardo. Il Sardex è la “moneta a chilometro zero”. Solo che non è una moneta, nel senso che fisicamente non esiste. Non ne hanno stampato nemmeno una banconota: esiste solo su Internet. Tutti i Sardex in circolazione stanno su un server, un computer in un piccolo comune agricolo tra Cagliari e Oristano: Serramanna. L’hanno inventato quattro ragazzi sardi e fieri della loro identità. Una storia iniziata nel 2006, quando hanno, allora, scoperto la possibilità di far circolare una “moneta complementare”,accettata e legale. D’altra parte anche nel Paese ormai più monetarista del mondo - ma dove scorre ancora una vena di anticolonialismo economico-monetario attivata ai tempi della separazione dall’Inghilterra e poi da Jefferson, Lincoln o Kennedy - circolano localmente banconote alternative antidollaro. Monete che, secondolo stesso “Wall Street Journal”, con la crisi di dollaro ed euro, rappresentano un possibile, anche se controverso, futuro dell’economia. Come ricordavamo, il primo esperimento italiano risale al luglio del 2000 quando il giurista abruzzese Giacinto Auriti, che si batteva contro l’usura, emise il Simec nel suo piccolo comune natale di Guardiagrele: i pensionati si entusiasmarono per questa improvvisa iniezione di liquidità ma la Guardia di Finanza ne decretò bruscamente la fine. Tre anni dopo, in Calabria, il presidente del parco dell’Aspromonte Tonino Perna fece stampare alla Zecca dello Stato l’Ecoaspromonte: «Era bellissimo, troppo forse, ed ebbe breve vita». Dal 2007, a Napoli, l’associazione Masaniello stampa gli Scec, “lo sconto che cammina”, un network fatto di ormai 10.000 associati e duemila imprese. È da tutti questi predecessori (e contemporanei) che i quattro ragazzi sardi hanno preso spunto per emettere il Sardex. La “moneta-che-non-c’è” funziona come unacamera di compensazione di crediti e debiti. Quando un’azienda entra nel circuito le vengono assegnati dei Sardex, una sorta di fido bancario senza interessi. È “finanza etica”: i Sardex accettati da e assegnati a chi aderisce - di solito per svecchiare i beni e le produzioni altrimenti in deposito nei magazzini - rappresentano l’importo di beni e servizi che ciascuno è disposto a vendere e a comprare nel network. Entro dodici mesi, tuttavia, è una posizione che va pareggiata: se una azienda è in difficoltà si muovono tutte le altre e se proprio è impossibile tornare in pareggio - ma non è ancora mai accaduto - la posizione viene saldata in euro. Ora i quattro ex ragazzi - dopo una serie di contatti con la Banca centrale dell’Ecuador (che opera in un sistema “bolivariano” di “socialismo del XXI secolo”) e alla City di Londra - stanno per fare il “salto in avanti” grazie a una joint venture non ben precisata: vogliono sviluppare la circolazione dei Sardex da “moneta di scambiointra-aziendale” a “moneta per consumatori”. Il moto delle monete locali sta scompaginando il sistema-euro. Il M5Stelle, in Piemonte già pensa al “taurino”, in Sicilia sta nascendo una rete gemella al Sardex... A meno che il governo “emerito” o quello in fieri non decida di far loro guerra senza tregua, su pressione dei padroni dell’eurocrazia. La Sardegna punta su una moneta complementare Il governatore sardo Ugo Cappellacci ha deciso di istituire il “reddito di comunità”, diecimila disoccupati sardi potranno contare su un sostegno pari a 500 euro. La misura a favore di chi è privo di un lavoro non sarà liquidata in euro ma, fatto unico per una pubblica amministrazione, in “Sardex”, la moneta complementare particolarmente diffusa in Sardegna. Le banconote emesse dalla Bce – che banca centrale non è – saranno accantonato per fare spazio ad una valuta lontana da chi controlla la torre di Francoforte e più vicina ai bisogni di chi la usa. La Regione Sardegna entra nelcircuito di credito commerciale Sardex per dare nuova linfa al sistema produttivo e occupazionale dell’isola in un momento di particolare stretta creditizia e di crisi di liquidità. La collaborazione tra l’amministrazione regionale e il circuito è sancita da un accordo siglato dell’Agenzia governativa Sardegna promozione, con cui si da il via libera alla sperimentazione dell’utilizzo della moneta complementare: una forma evoluta di baratto multilaterale e multitemporale che consente di immettere nel circuito beni e servizi per il rafforzamento delle economie locali. “La proposta della Giunta - ha spiegato il presidente Ugo Cappellacci, illustrando alla stampa l’iniziativa assieme al direttore centrale dell’Agenzia, Mariano Mariani, e ai referenti di Sardex, Roberto Spano e Gabriele Littera - è di adottare il Sardex per istituire un reddito di comunità da versare ai disoccupati sardi, un’ulteriore opportunità che vogliamo offrire a quei giovani che, per le difficoltà di accesso, nonhanno ancora avuto la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro. Il funzionamento prevede una dotazione annuale di bilancio regionale pari a 20 milioni di euro, un vero e proprio Fondo di garanzia, da inserire nella manovra finanziaria per ciascuno degli anni dal 2013 al 2015”. L’iniziativa è anche interessantissima dal punto di vista del diritto amministrativo. La Regione dovrà infatti acquistare beni, tramite gara pubblica, da immettere nel circuito complementare. Il circuito Sardex registra oggi movimenti pari a 12 milioni all’anno, numeri destinati a salire con l’arrivo di diecimila nuovi utenti. Ma. Mas. La Sardegna punta su una moneta complementare Il governatore sardo Ugo Cappellacci ha deciso di istituire il “reddito di comunità”, diecimila disoccupati sardi potranno contare su un sostegno pari a 500 euro. La misura a favore di chi è privo di un lavoro non sarà liquidata in euro ma, fatto unico per una pubblica amministrazione, in “Sardex”, la moneta complementareparticolarmente diffusa in Sardegna. Le banconote emesse dalla Bce – che banca centrale non è – saranno accantonato per fare spazio ad una valuta lontana da chi controlla la torre di Francoforte e più vicina ai bisogni di chi la usa. La Regione Sardegna entra nel circuito di credito commerciale Sardex per dare nuova linfa al sistema produttivo e occupazionale dell’isola in un momento di particolare stretta creditizia e di crisi di liquidità. La collaborazione tra l’amministrazione regionale e il circuito è sancita da un accordo siglato dell’Agenzia governativa Sardegna promozione, con cui si da il via libera alla sperimentazione dell’utilizzo della moneta complementare: una forma evoluta di baratto multilaterale e multitemporale che consente di immettere nel circuito beni e servizi per il rafforzamento delle economie locali. “La proposta della Giunta - ha spiegato il presidente Ugo Cappellacci, illustrando alla stampa l’iniziativa assieme al direttore centrale dell’Agenzia, MarianoMariani, e ai referenti di Sardex, Roberto Spano e Gabriele Littera - è di adottare il Sardex per istituire un reddito di comunità da versare ai disoccupati sardi, un’ulteriore opportunità che vogliamo offrire a quei giovani che, per le difficoltà di accesso, non hanno ancora avuto la possibilità di affacciarsi al mondo del lavoro. Il funzionamento prevede una dotazione annuale di bilancio regionale pari a 20 milioni di euro, un vero e proprio Fondo di garanzia, da inserire nella manovra finanziaria per ciascuno degli anni dal 2013 al 2015”. L’iniziativa è anche interessantissima dal punto di vista del diritto amministrativo. La Regione dovrà infatti acquistare beni, tramite gara pubblica, da immettere nel circuito complementare. Il circuito Sardex registra oggi movimenti pari a 12 milioni all’anno, numeri destinati a salire con l’arrivo di diecimila nuovi utenti. Ma. Mas.
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