Squali, draghi e speculatori
 











L’annuncio di Bernanke sull’intenzione della Federal Reserve di cessare dal luglio 2014 l’acquisto di titoli pubblici statunitensi ed europei ha provocato come era prevedibile il calo della quotazione dei Btp italiani, un rialzo degli interessi sulle future emissioni e un aumento del differenziale di rendimento con i Bund tedeschi. Mario Draghi ha cercato di spargere tranquillita, intervenendo a Berlino, ad un convegno della Cdu, il partito di governo di Angela Merkel,  con la quale ha stabilito da tempo un solido rapporto. Un legame fatto della difesa del rigore dei conti pubblici e del taglio della spesa, in particolare   quella improduttiva. Una linea che ovunque, nell’Eurozona come nell’Europa dei 27, ha finito per peggiorare gli effetti della recessione, far esplodere la disoccupazione e far cadere drasticamente la domanda interna.  Draghi ha cercato di atteggiarsi un po’ a banchiere "sociale". Cosi, dopo aver difeso ilprincipio del pareggio di bilancio, il presidente della Bce ha sostenuto che esso non puo essere ottenuto facendo debiti. Della serie: se il disavanzo e ora al 2,9-3% rispetto al Pil, grazie a 13 mesi di "cura" Monti il debito e arrivato al 127%, ben 7% in piu rispetto all’era Berlusconi. Si tratta forse di una polemica in famiglia tra Draghi e Monti, dovuta al fatto che entrambi hanno lavorato per Goldman Sachs? Agli esperti l’ardua sentenza. Cosi, a seguire, Draghi ha sostenuto che una ripresa economica nell’Eurozona e ancora possibile nella seconda meta del 2013. Ovviamente, l’intenzione era quella di far passare l’idea che se cio si verificasse, sara tutto merito dei suoi interventi "non convenzionali", anticipazioni di cassa e altre varie, piu i prestiti veri e propri fatti alle banche (1.000 miliardi di euro) nel periodo novembre 2011-marzo 2012 per fare prestiti alle imprese e alle famiglie, sostenere la domanda interna e fare ripartire la crescita economica. Tutti obiettivirimasti sulla carta considerato che le banche si sono ben guardate dall’erogare prestiti e la stretta creditizia e perfettamente palpabile.
Con poco senso del ridicolo, Draghi ha parlato di "miglioramenti" dei mercati finanziari grazie anche al meccanismo dell’Omt della Bce che ha comprato titoli pubblici dei Paesi dell’Eurozona da 1 a 3 anni e ha calmierato lo spread tra Bund e Btp. Peccato che proprio nei giorni scorsi, a traino delle dichiarazioni di Bernanke, lo spread sia risalito a quota 300 punti dopo mesi di bonaccia in una fascia tra 260 e 270 punti. La Bce continuera comunque ad essere "accomodante". Termine che implica una politica di tassi di interesse bassi tale da convincere le imprese a indebitarsi e ad investire. Ma la carenza e stata quella delle banche che, finora, hanno utilizzato i soldi presi a prestito dalla Bce per ricapitalizzarsi e rifarsi delle perdite subite a causa di investimenti andati a male e di vere e proprie speculazioni. Di conseguenza la sperataripresa manca del carburate essenziale per potersi attivare.
Quei derivati targati Wall Street
Se questo e il presente, a disturbare il passato di Draghi sta arrivando una grana non da poco. Quella di 8,1 miliardi di euro in titoli derivati che peseranno sui conti dello Stato. Titoli che nei Palazzi romani si sapeva che sarebbero venuti a scadenza ma che tutti avevano fatto a gara per occultare. E quel tutti ,sono i direttori generali del Tesoro, Draghi lo e stato dal 1991 al 2011, che avrebbero fatto passare sotto silenzio perche quei titoli erano stati sottoscritti per permettere l’entrata dell’Italia nel sistema dell’euro, tramite il meccanismo delle anticipazioni di cassa. Titoli che dovevano assicurare l’Italia da eventuali contraccolpi negativi dovuti ad oscillazioni eccessive sia dei cambi che dei tassi di interesse. Titoli garantiti ovviamente dalle solite banche d’affari (e di speculazione) americane e da alcune europee, come quelle tedesche. Rischi che non si sono poiverificati ma che hanno comportato che tali titoli finissero per pesare sui nostri bilanci pubblici a causa della restituzione del capitale venuto a scadenza. E perche molti di questi derivati sono stati rinegoziati con clausole punitive per lo Stato italiano. Queste operazioni hanno cosi aperto buchi non da poco nei conti pubblici che i governi di destra e di sinistra hanno pensato bene di coprire facendo pagare agli italiani con un aumento indiscriminato della pressione fiscale. Nessuno dei governi e immune da responsabilita. L’aspetto piu inquietante e comunque dato dal fatto che non pochi dei protagonisti italiani di questa vicenda, tra ministri ed alti funzionari dello Stato, e alcuni loro famigliari, hanno ottenuto consulenze pagate lautamente e incarichi di prestigio da quelle stesse banche che avevano emesso o garantito questi derivati. Insomma, tutta questa bella (si fa per dire) gente e stata premiata per aver asservito il nostro Paese agli interessi delle banche di WallStreet. Le stesse, e appena il caso di ricordarlo, che hanno speculato contro la lira nel 1992 a ruota di quel criminale di professione che risponde al nome di George Soros. Le stesse che hanno speculato in questi anni contro i nostri Btp e di riflesso contro l’euro. Le stesse che hanno aiutato la Grecia a truccare i propri conti pubblici in maniera tale da creare un euro con le gambe molli e pronto a crollare al primo attacco deciso. Fra queste anche la banca che gestisce buona parte del patrimonio personale dell’ex presidente del Consiglio.
Tutto questo dimostra che siamo di fronte non soltanto ad un gigantesco conflitto di interessi tale da far impallidire quello personale del Cavaliere. Ma al tempo stesso esso dimostra che tutte le forze politiche sono complici di questa rapina organizzata ai danni degli italiani e che tutte le chiacchiere che sono state diffuse a piene mani in questi due giorni sono soltanto fumo per coprire una realta vergognosa. Monti e un ex consulente diGoldman Sachs, come lo sono stati Gianni Letta, Romano Prodi e il non compianto Tommaso Padoa Schioppa. Mario Draghi e stato per tre anni vicepresidente per l’Europa della Goldman Sachs.  Senza parlare di figli vari di altri gerarchi e gerarchetti piazzati in banche di prestigio come ringraziamento per il lavoro amichevole svolto dai padri. In ogni caso, adesso si parla di un danno per 8.1 miliardi di euro, a fronte di contratti per 31,7 miliardi, che verranno prelevati dalle tasche degli italiani che in tal modo si troveranno cornuti e mazziati.
Immediata e arrivata in giornata una precisazione del Tesoro, affidata una nota che afferma che non esisterebbe alcun pericolo per i conti dello Stato. La nota parla di "illazioni avanzate da alcune testate", come il britannico Financial Times, e poi riprese anche da Repubblica. In ogni caso si tratta di una situazione preoccupante che ha suscitato l’interesse della Corte dei Conti che negli ultimi tempi sembra essersi assunta ilcompito di coscienza critica del sistema a fronte dell’assenza delle autorita di governo e di quelle di vigilanza. Il Tesoro ha negato che i derivati siano stati utilizzati per permettere l’entrata nell’euro ma non ha potuto negare che siano stati utilizzati. Sarebbe tutto un malinteso,  insistono da Via XX Settembre. E poi non c’e stata alcuna perdita e non ci sara alcun aggravio per i conti pubblici. Vedremo.
Piu abbottonata la Commissione europea che, nonostante tutto, non intende cambiare le proprie valutazioni sui disavanzi passati dell’Italia (nel 1995 era al 7,7% e nel 1998 era sceso al 2,7% proprio grazie ai giochetti con i derivati) e le previsioni sul futuro. Resta il fatto che la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo senza indicare il reato o gli indagati ma soltanto per accertare i fatti. Poi si vedra. Andrea Angelini









   
 



 
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