No alla dittatura del potere finanziario
 











La crisi economica che si e abbattuta sul popolo italiano e stata creata dalla speculazione finanziaria internazionale. Cio nonostante la gestione del governo e dell’economia e stata sinora affidata proprio ai rappresentanti di quella speculazione, che hanno tutelato il sistema bancario facendo pagare il conto ai cittadini e trasformando un fenomeno finanziario internazionale in una grave recessione nazionale.
Inoltre, l’aver piazzato meta del debito pubblico sul mercato internazionale espone l’Italia ad ogni tipo di ricatto da parte del sistema bancario, delle agenzie di rating e della BCE, un’istituzione la cui proprieta, in grande maggioranza, e in mano alle banche private.
L’euro, una moneta imposta dall’alto, senza passare attraverso un referendum popolare, e uno strumento finanziario controllato non dalle nazioni europee, ma da banche private che, per loro natura, agiscono mirando ai propri interessi e non al benessere deipopoli.
Anche la Banca d’Italia e un’istituzione di proprieta delle banche private: solo il 5,67% delle sue azioni attualmente appartengono a enti di Stato.
Per tutto questo nessuna riforma economica, nessun provvedimento di governo, nessun risultato elettorale, nessun referendum sull’euro, puo risultare efficace se non si ottiene innanzitutto la
SOVRANITA’ MONETARIA
Chiediamo quindi:
1) Abrogazione degli accordi del luglio 1981 tra l’allora ministro del Tesoro Nino Andreatta e il governatore Carlo Azeglio Ciampi. In base ad essi fu sancito il diritto della Banca d’Italia a non sottoscrivere - sia par ialmente che in toto - i titoli emessi dallo Stato, costringendo il governo a mettersi nelle mani del mercato internazionale. Con quegli accordi la Banca d’Italia smise il ruolo di prestatore di ultima istanza dello Stato italiano e il nostro debito pubblico comincio a crescere dal 57% del PIL fino all’attuale 129%.
2) Abrogazione della Legge Carli, n. 35 del febbraio1992, con la quale si attribui alla Banca d’Italia la facolta di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo concordare col governo. Con cio fu trasferita la decisionalita su tutta la politica monetaria ad un ente che di li a poco, grazie alle privatizzazioni, sarebbe divenuto di proprieta del sistema bancario privato.
3) Immediata applicazione della Legge a tutela del risparmio e per la disciplina dei mercati finanziari, n. 262 del 28 dicembre 2005. Al punto 10 dell’articolo 19, essa disponeva che entro il gennaio 2009 tutte le quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia dovevano essere trasferite dai soggetti privati ad enti di Stato. Tale disposizione, a seguito della mancata realizzazione dei previsti regolamenti attuativi, fino ad oggi e rimasta lettera morta.
4) Ridiscussione di tutte le norme monetarie europee, a partire dal Trattato di Maastricht, nell’ottica del riacquisto della sovranita finanziaria e monetaria.
Senza la riconquista di unacompleta e operativa sovranita monetaria e di un ricollocamento del debito pubblico all’interno dell’economia italiana, qualsiasi tentativo di uscire dalla crisi e destinato al fallimento. Qualsiasi alternativa, qualsiasi cambiamento non puo avere efficacia. Senza sovranita monetaria ci puo essere solo la resa incondizionata alla dittatura del potere finanziario.









   
 



 
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