La gazzarra scatenata dai Grillini contro il decreto della Banca d’Italia è un’occasione perduta per far capire al Paese in quale delirio micidiale ci abbia condotti l’Europa e quanto sia colpevole l’atteggiamento dei nostri governanti – dall’ultimo, il Letta minore oggi in carica, ai predecessori, primi fra tutti Berlusconi, Prodi e Monti – per aver subito mazzate senza senso dagli organismi internazionali di Bruxelles e dintorni. In due parole la faccenda è semplice: la rivalutazione delle quote di proprietà della Banca d’Italia che fanno capo alle varie banche italiane è una finta. Quelle quote, che da 156 mila euro per un colpo di bacchetta magica balzeranno a valere 7,5 miliardi di euro (avete letto bene, da 156 mila a 7,5 miliardi!) non valgono niente, come niente valevano prima, semplicemente perché non sono commerciabili. Sono “illiquide”, direbbe un notaio. E allora perché questo giochetto contabile? Per legittima difesa contro latagliola ancor più demenziale delle regole di Basilea 3, imposte alle banche italiane dalle banche stranieri – con la muta debolezza della Banca d’Italia che non ha saputo impedirlo. Grazie a questa rivalutazione, le banche italiane potranno (non è detto che lo faranno, ma potranno) prestare alle imprese una settantina di miliardi di euro in più di adesso. Perché bisogna ricordare che la quantità di prestiti erogabili da una banca ai suoi clienti è rapportata all’entità del patrimonio che questa banca detiene. E le quote di Bankitalia, rivalutate, vanno ora per legge a rimpolpare questo patrimonio. Una decisione al di fuori da ogni logica, perché se mai questo patrimonio rimpolpato dovesse servire a tappare i buchi lasciati da qualche prestito non restituito alla banca dai suoi clienti, ci si accorgerebbe che, appunto, quelle quote non sono vendibili, quindi in realtà non valgono niente. Ma queste sono le follie che fa l’Europa, queste sono le assurdità che il sistema internazionalecompie ogni giorno. Le regole sulla vigilanza bancaria che vanno sotto il nome di “Basilea 3”, varate gradatamente negli anni scorsi e ormai in vigore, stabiliscono infatti che i titoli di Stato, che in grandi dosi riempiono i “portafogli” delle nostre banche, valgono poco come “patrimonio di vigilanza”; mentre i derivati finanziari, di cui sono rimpinzati i patrimoni delle grandi banche straniere, valgono di più. Una vergogna: i derivati sono carta straccia, i titoli di Stato italiani non saranno come quelli tedeschi ma insomma, rispetto ai derivati privati, sono come la cioccolata rispetto a qualcos’altro dello stesso colore. Però abbiamo perso noi: le regole di Basilea le hanno scritte lorsignori della Deutsche Bank protetti dalla Bundesbank e con l’appoggio degli inglesi. E all’Italietta, solo botte in testa. Ma il diavolo, si sa, fa le pentole senza coperchi: e quindi ha dimenticato alcune regole, ancora più folli di questa, come ad esempio che le partecipazioni detenute dallebanche negli istituti di emissione (come la Banca d’Italia) valgono come “patrimonio di vigilanza”, e quindi rivalutando quelle quote “a tavolino” – cioè decidendo con un atto politico che non valgono più 156 mila euro ma 7,5 miliardi di euro – si può potenziare il patrimonio delle banche. Una follia, che ci aiuta ma è pur sempre una follia. A fronte di tutto questo, che andrebbe denunciato ma non a Montecitorio, bensì a Strasburgo, per imporre la riscrittura delle scellerate regole di Basilea 3 e permettere una miglior valutazione dei titoli di Stato e una netta svalutazione dei derivati finanziari nei portafoglio “di vigilanza” delle banche, i Grillini hanno scatenato il casino del “regalo alle banche”. Un’occasione perduta. Perché? Semplice: perché con lo slogan “regalo alle banche”, s’infuriano tutti subito. Mentre, a seguire la spiegazione che abbiamo provato a fare fin qui, ci si perde la testa e ci si rende conto che il nemico è molto più lontano e meno individuabile diquella faccia da scimmietta del nostro attuale premier, o di Berlusconi o di Renzi o di Visco e insomma della solita compagnia di giro che in Italia è ormai ridotta a prendere ordini e schiaffi dall’estero… di Sergio Luciano,affaritaliani
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