Non sono buone le notizie che vengono dalla Germania, come ormai molto frequentemente in questi anni. La Corte Costituzionale tedesca doveva deliberare sull’Omt, lo strumento di politica monetaria usato dalla Banca Centrale Europea che permette alla Bce di comprare sul mercato secondario i bond degli Stati sotto attacco speculativo, in cambio però di politiche draconiane di austerity. La Corte tedesca non si è espressa in maniera definitiva, rimandando la decisione alla Corte di Giustizia Europea, ma ha fatto notare che ci sono ottimi motivi per ritenere che l’Omt sia in contraddizione con il mandato della Bce, di fatto violandone l’indipendenza, obbligandola a finanziare i paesi membri – un modo, se vogliamo, un po’ bizzarro di ragionare quando la sovranità degli Stati parrebbe altrettanto violata, dovendo questi sottoporsi a politiche economiche non decise dai Parlamenti nazionali ma dalle varie Trojke del caso. La Bce ha chiaramente ribaditoimmediatamente che l’Omt non viola assolutamente il suo mandato, ma certo la decisione tedesca rischia di destabilizzare nuovamente l’Europa. L’Omt è stato lo strumento principale messo in campo da Draghi per fermare, con successo, l’attacco speculativo contro i Pigs. Non sono certo state le fallimentari politiche di austerity a ridurre lo spread, quanto invece la decisione di Draghi di fare “qualsiasi cosa necessaria” per salvare la moneta unica. E questa qualsiasi cosa necessaria infastidisce i tedeschi: di fatto la Corte tedesca si è oggi allineata alla Bundesbank, che si è sempre dimostrata in disaccordo sull’Omt, e che ora trova un appiglio legale, per quanto non definitivo, per le sue proteste. Come fatto notare ieri da un ufficiale europeo, la Banca Centrale Tedesca è obbligata a partecipare alle politiche della Bce, ma se si dovesse rifiutare di farlo – magari sulla base della tesi che l’Omt potrebbe violare i trattati – non esistono strumenti per poterla obbligare. Già che siparli di eventi del genere, e di una possibile insubordinazione tedesca, ci fa capire quanto confusa sia la politica europea. La Corte Costituzionale tedesca è sempre stata un bastione della superiorità degli Stati sull’Unione – già nel 1993 si riservò il diritto di cancellare ogni legge europea in contrasto con la Costituzione tedesca e di nuovo nel 2009 ha ricordato a Bruxelles che gli Stati sono i veri padroni della Ue e non il contrario. Il parere sostanzialmente negativo dato ieri sull’Omt è quindi un segnale molto forte, che rischia di legare le mani della Bce e che apre un braccio di ferro con le istituzioni europee. Se la Corte di Giustizia Europea dovesse esprimersi in maniera totalmente opposta alla Corte tedesca, ci sarebbe il rischio di uno scontro politico-istituzionale molto forte. Insomma, i tedeschi sembrano proprio intenzionati a infilare un bastone nella ruota non molto gonfia dell’Europa. Da anni si predica un sistema di governo funzionale e capace di prenderedecisioni in fretta, e ci si trova poi davanti ad una architettura europea a dir poco bizantina, con tempi di decisione lentissimi – il ricorso alla Corte di Giustizia prenderà come minimo 6 mesi – e con elementi di incertezza davvero preoccupanti. Dopo mesi di relativa pace, sui mercati stanno tornando a spirare venti di tempesta, con molte economie emergenti in ginocchio e con il rischio che un nuovo attacco di panico colpisca anche il mondo occidentale, ed in particolare il Sud Europa. La Bce si troverebbe in questo caso con un’arma spuntata per cercare di tenere in piedi l’euro e l’Europa, con la spada di Damocle dell’opposizione tedesca a minacciare la credibilità di Draghi. Una situazione assurda che però ben chiarisce lo stato disastroso della politica e delle istituzioni europee. Nicola Melloni
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