Giorgio Squinzi e Federica Guidi. Un duetto padronale per mantenere l’Italia sotto l’egida del capitalismo finanziario di impronta atlantica. Questo, in sintesi estrema, quanto emerso dall’assemblea confindustriale romana, dove di fatto Confindustria (e il suo “ministro-delegato” allo “Sviluppo” –sic – Federica Guidi), pur lamentando la crisi economica in atto, hanno firmato la ricetta transatlantica, imposta da Obama, del trattato Usa-Ue (Ttip) su un’ulteriore irrimarginabile apertura al libero commercio tra le due sponde dell’Occidente. Particolarmente evocativa e strumentale a questo fine la relazione del ministro-imprenditore, Federica Guidi che, dopo un’accorata lode alla eccezionale bontà del “profitto privato” dei cosiddetti capitani d’industria, diventato evidentemente un plusvalore non più da distribuire – almeno quota parte – tra i lavoratori ma ai singoli industriali, per lo più ormai delocalizzatori e principali responsabili delladisoccupazione in Italia, ha indicato appunto nella firma “subito, entro il semestre di presidenza italiana dell’Ue” del Ttip, la misura essenziale per quello che la Guidi ritiene lo sviluppo dell’economia nazionale. Si noti bene che in quasi contemporanea a Bruxelles, il cartello nazionalista vincitore del voto europeo – di fatto già riuscito a mandare in tilt gli accordi tra le due ali (ppe e pse) del partito unico liberaldemocratico che aveva indicato o Juncker o Schulz come prossimo presidente della Commissione della mostruosa eurocrazia – ha subito dichiarato il Ttip, e cioè l’annullamento di tale trattativa transatlantica, come prossimo obiettivo di battaglia nell’Europa dell’Unione. Lo stesso Matteo Salvini ha infatti, da Bruxelles, facendo eco a simili dichiarazioni della leader Marine Le Pen e degli altri alleati indipendentisti del “cartello” d’opposizione in Europa, il no al trattato con gli Usa (“perché non vogliamo mangiare ogm né vogliamo una eurocrazia che ciprescriva il calibro dei cetrioli e la forma delle arance” né aprire all’invasione di prodotti agricoli esotici distruttori delle nostre economie agricole) e la necessaria revisione del Trattato di Schengen con nuove regole per bloccare l’immigrazione selvaggia. Si badi bene che su questa direttrice è alquanto diversa la posizione del Movimento 5 Stelle che, pseudo-euro-critico, vorrebbe contrarre un matrimonio con l’Ukip britannica di Nigel Farage, che è, sì, euro-dissidente, ma soltanto per speciose strategie ultraliberiste e isolazioniste del Regno Unito. Ma, tornando alla Guidi e al nostrano padronato – in tutto succube delle direttive d’oltreAtlantico, anche in materia di forniture di energia (gli Usa vogliono far troncare all’Italia il partenariato a bassi costi con la Gazprom russa per sostituirsi nella vendita, a prezzi molto maggiori, del loro gas da scisto che è gravato anche da ulteriori maggiori costi di stoccaggio e trasporto marittimo) – laministro-imprenditrice ha cooptato evidentemente dal suo presidente del Consiglio, Renzi, il sistema di spaccio di “riforme” per accumulare facile consenso senza avere la concreta possibilità di metterle realmente in moto, per anti-nazionali che pur esse siano. Il ministro Guidi ha infatti annunciato a raffica “entro il 20 giugno” interventi di sostegno e (…”oddio”: quali altri tagli sociali sono in pectore? Non a caso ha affermato che “solo un imprenditore che fa profitto” può ridare slancio all’economia…) di competitività per le piccole e medie imprese italiane. Sempre a raffica ha annunciato “stimoli più generali ai consumi e agli investimenti attraverso la riduzione delle tasse su imprese e famiglie”, toccando pure – contraddicendo di fatto il suo apprezzamento per un Ttip che riverserebbe in Italia prodotti esteri concorrenziali – la necessità di sostenere il cosiddetto Made in Italy, con un “piano straordinario”. E ha aggiunto, ciliegina su una torta immaginaria, unaltro “piano straordinario” per abbassare la bolletta energetica alle industrie (sempre dal 20 giugno). Spacciatrice di promesse irrealizzabili se non “equilibrate” da altri prelievi in compensazione ma ai danni dei cittadini tutti (tributi, ticket, tariffe) pure lei. Ma lo sapevamo. Purtroppo. Lorenzo Moore
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