"Restano rischi sulle possibilità del governo italiano di centrare l’obiettivo di un deficit di bilancio pari al 2,6% del Pil nel 2014, soprattutto dopo che il quadro economico è risultato peggiore del previsto". E’ questo il passaggio cruciale che la Banca centrale europea dedica all’Italia, nel suo bollettino, suggerendo che in futuro "è importante che l’Italia rafforzi ulteriormente la posizione di politica fiscale così da adempiere alle norme del Patto di Stabilità e di Crescita, in particolare per quanto riguarda la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil". Ai governi, dunque, Francoforte chiede di "imprimere slancio agli sforzi compiuti per incrementare la crescita e l’occupazione su base sostenibile nell’area dell’euro". La parola magica è sempre "riforme": "E’ necessario intervenire con determinazione sul versante delle riforme strutturali nei mercati dei beni e servizi e del lavoro, nonché agire per migliorare il contesto in cui operanole imprese". Guardando al complesso del Vecchio Continente, gli economisti dell’Eurotower - che hanno con le loro previsioni economiche guidato a un nuovo taglio del costo del denaro - scrivono: "Nel terzo trimestre la crescita dell’Eurozona, secondo gli indicatori disponibili fino ad agosto, perderà slancio e l’espansione proseguirà ad un ritmo modesto". Secondo il bollettino mensile sulla ripresa continuerà a pesare, fra l’altro, "un elevato tasso di disoccupazione" pur se in discesa: "Gli ultimi dati mensili suggeriscono che il tasso dovrebbe continuare a diminuire, dato che in giugno ha registrato un ulteriore calo di 0,1 punti percentuali sul mese precedente, seguito da un andamento stabile in luglio, raggiungendo l’11,5%". Se le condizioni economiche dovessero restare deludenti, e "se si dovessero affrontare i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione, il consiglio direttivo della Bce è unanime nel suo impegno a fare ricorso a ulteriori strumenti nonconvenzionali nel quadro del suo mandato". Così il bollettino conferma le parole di Mario Draghi nell’ultima conferenza stampa e tiene aperta la porta al quantitative easing, anche se nel recente passato non c’è stata unanimità nello scegliere di tagliare i tassi e avviare il piano di acquisto di Asset backed securities (Abs): il tedesco Weidmann si è opposto. La domanda interna dovrebbe continuare a beneficiare della gamma di misure di politica monetaria messe in campo, del miglioramento delle condizioni finanziarie, dei progressi a livello di risanamento fiscale e di riforme, e del calo dei prezzi dell’energia che sostiene i redditi reali. Inoltre, la domanda all’export "dovrebbe trovare sostegno nella ripresa globale". Tuttavia, segnala la Bce, "la ripresa continuerà a essere limitata dall’alto livello di disoccupazione, dall’ampio volume di capacità non utilizzate, dall’andamento sempre negativo dei prestiti al settore privato e dai necessari aggiustamenti di bilanci condottidal settore pubblico e da quello privato". I rischi prevalenti su questo scenario "continuano a essere di un possibile peggioramento".
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