Un mondo devastato dai governi della finanza
 











Il boom economico del dopoguerra aveva fatto presagire che il futuro sarebbe stato radioso per tutti: l’Occidente sviluppato avrebbe permesso anche ai paesi del terzo mondo di arrivare al benessere.
Dal baby-boom degli anni 60 le cose sono cambiate radicalmente se l’Europa adesso parla addirittura di decrescita felice: naturalmente la cosa è dovuta a scelte politiche ben precise. Oggi si punta a vivere di rendita e speculazione finanziaria.
L’enorme sfruttamento delle risorse energetiche del pianeta ha portato la cupola massonica che tira i fili al di sopra degli Stati a rivedere i propri piani: se fino a qualche decenni fa il grafico della crescita economica del pianeta era rappresentato da una linea che puntava verso l’alto (si pensava che la crescita non si sarebbe mai fermata), ora il grafico mostra una sorta di cerchio in quanto tutto il “mondo è ciclico: l’alba e il tramonto caratterizzano il giorno nelle sue 24 ore, il ciclo dellestagioni segna il trascorrere degli anni, il ciclo mestruale contrassegna la vita fertile delle donne e via cosi.  Tutto ha un inizio e tutto ha una fine e le riserve vitali della Terra non fanno eccezione.
La disponibilità di idrocarburi è stimata in non più di 100 anni e petrolio e gas sono la linfa vitale del capitalismo e da qui si capisce molto di quanto avviene sullo scacchiere planetario. Vi è un cambio di strategia atto a tutelare esclusivamente gli interessi di pochi gruppi economico-finanziari potentissimi. Queste forze sovranazionali portano avanti le loro manovre con due parole d’ordine: petrolio e riduzione della popolazione, poiché ritengono la Terra tropo piccola per sostenere 7 miliardi di persone. Meno abitanti, meno consumi, più ce n’è per chi resta: i privilegiati. Partiamo dall’operazione-petrolio. L’eliminazione di Saddam e Gheddafi è stata l’antipasto della strategia del “dividi ed impera” degli angloamericani che puntano al impadronirsi di tutto ilgreggio del mondo o con le buone o con le cattive ossia tramite lo scoppio di guerre civili in paesi produttori di idrocarburi mettendo poi al potere governi amici facilmente pilotabili: nel mirino ad esempio ci sono Tunisia ed Egitto già sfiorati dalle primavere arabe. Lo stesso califfato Islamico è un progetto nato nel 2012 finanziato dagli Usa e dai loro alleati locali per abbattere Assad amico di Iran e Russia, anch’essi grandi produttori di petrolio. A proposito di Russia quanto sta accadendo in Ucraina non è casuale: dopo anni di tentativi di desatelizzare quell’area definita “territorio di faglia” in quanto confine tra due zone distinte (quella europea occidentale e quella russofona) dall’influenza di Mosca, si ricordino i governi Arancione di Julia Timoshenko, Washington sembra esserci riuscita con il golpe di Piazza Maidan partecipato dai cosiddetti ‘neonazisti’ di Pravi sektor . L’intento ha un duplice obiettivo: isolare Putin dall’Europa e indebolire l’Europa rendendolaancor più succube degli Stati Uniti che si ritengono l’unica potenza mondiale indispensabile come indicato da Zbignew Brezinski segretario di Stato Usa per qualche decennio. La povera Ucraina si è immolata per i vili giochetti geo-strategici americani: difatti anche se Kiev  a questo punto dovesse avere un ripensamento e ritornare ancora amica della Russia, avrebbe più di un problema avendo accumulato debiti col Fondo monetario internazionale per 5 miliardi di dollari, la spesa sostenuta fin qui per la campagna militare contro i separatisti filorussi tra l’altro ben lungi dal’essere sconfitti. La stessa Europa si sta suicidando rinunciando alla collaborazione con Mosca l’embargo russo, figlio legittimo dell’embargo Ue contro Putin sta affossando ulteriormente la barcollante economia europea, e vediamo che succederà il prossimo inverno. Avremo gas e a che prezzi?
Veniamo alla riduzione della popolazione. La si ottiene in due modi: tramite il controllo delle nascite: se imiliardi di dollari buttati in contraccettivi fossero stati utilizzati per costruire dighe, pozzi d’acqua, canali per l’irrigazione, scuole, ospedali e vie di comunicazione, l’Africa non sarebbe un continente da cui fuggire. E allo stesso tempo attaccando e dissolvendo gli stati nazionali, gli unici in grado di garantire standard certi di assistenza ai cittadini (scuola, sanità, welfare, servizi). Oggi gli Stati sono venduti all’opinione pubblica come spreconi, inefficienti e corrotti, un cancro in pratica da eliminare al più presto e l’unica cura è privatizzare ogni cosa al grido “Stato è brutto, privato è bello” in puro stile-Usa. Così i gioielli degli stati (e  dei cittadini) finiscono per quattro soli nelle mani degli speculatori e dei soliti amici degli amici. Ricordate le concessioni autostradali finite ai Benetton? A questa operazione è agganciato a doppio filo il recupero della competitività da ottenersi riducendo salari e tutele sul lavoro: meno certezze ci sono meno lagente pensa a pianificare il futuro, quindi ha meno possibilità di curarsi, non mette al mondo figli e così via. Un’altra botta alla nostra salute arriva dall’industrializzazione selvaggia dell’alimentazione che ci porta a mangiare carne derivante da allevamenti in batteria dove la crescita del bestiame viene aiutata con integratori. Risultato: ci nutriamo di integratori somministrati agli animali per farli crescere più in fretta. Siamo sicuri che questo non comporti delle ripercussioni negative sulla nostra salute? Come è facile notare il sistema massonico che controlla la grande economia e finanza sta pianificando la semidistruzione del pianeta con conseguente guerra fra i poveri: quelli che lo sono sempre stati perché abitanti delle aree arretrate e quelli che lo sono diventati per il suicidio dell’Occidente industrializzato. Tutta questa ecatombe naturalmente viene commentata come inevitabile frutto dei tempi dai media strumento fedele nelle mani dei burattinai che muovono le filadi camerieri in doppiopetto perfettamente interscambiabili alla guida di governi-fantoccio che noi credevamo possibili solo in ridicoli e grotteschi paesi africani. Bene, oggi i ridicoli e grotteschi governi-fantoccio li abbiamo pure in Europa a condannare i loro popoli alla miseria ed alla catastrofe. Intanto i potenti, quelli veri, quelli invisibili Shadow-master in inglese) controllano tutto, e portano avanti il loro progetto criminale di sfruttamento del globo a tutela dei loro personalissimi interessi al motto: tutti per uno e tutto per me. E non c’è che dire, sono stati abilissimi nel creare classi dirigenti e giornalistiche capaci di annebbiare le coscienze di milioni di cittadini che nonostante il disastro che ormai si protrae da una decina d’anni (almeno in Europa), continuano a credere a quanti li sottopongono a misure punitive tutelando allo stesso tempo le classi ricche. Quanto ancora i popoli di questo continente sono disposti a tollerare tutta questa serie diinaccettabili ingiustizie? Marco Mari.ri

 









   
 



 
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