Sindacati e Confindustria, agricoltori e pensionati, rappresentanti di forze politiche della maggioranza e dell’opposizione, tutti hanno accolto male l’illustrazione della manovra finanziaria che dal 2011 al 2014 dovrebbe portare, secondo il ministro dell’economia Giulio Tremonti, al pareggio di bilancio. Il decreto prevede un reperimento di risorse che nel 2011 è di 2 miliardi di euro, di 6 miliardi nel 2012, di 18 mld nel 2013 e di 25mld nel 2014, per complessivi 51 mld di euro a cui se ne aggiungeranno altri 17 con la delega assistenziale. Le voci attraverso cui verranno reperite tali risorse vanno a colpire soprattutto le fasce più deboli, non porteranno sviluppo nei consumi o nella produzione, non sembrano, al di là delle dichiarazioni di prammatica, destinate a condurre fuori dalla crisi. L’intervento peserà per 9,6 mld di euro sugli enti locali, altri 3,8 mld dovrebbero giungere della riduzione della indicizzazione delle pensioni, poi tagli,anche se ancora non ben definiti ai ministeri mentre 7.5 mld di euro verranno sottratti alla sanità nel biennio 2013 2014. Nella conferenza stampa Tremonti ha sostanziato l’ulteriore taglio che dovrebbe provenire dalla cosiddetta delega assistenziale. Con questo termine si definisce la ridefinizione dei criteri di spesa per l’accesso all’assistenza sociale. Si vuole insomma ridurre la platea delle persone definite come in condizione di disagio economico, quelli che Tremonti ha definito "autenticamente bisognosi". Il ministro dell’economia ha parlato di dispersione selvaggia di emolumenti, assegni, indennità, su cui bisognerà rapidamente intervenire. Un disegno apparentemente volto a ridurre sprechi e privilegi e che in realtà non farà altro che colpire a destra e a manca spesso nelle situazioni più vulnerabili. Tremonti ha chiarito che se questo o il prossimo governo non attueranno la delega scatterà per legge la chiusura automatica delle 470 agevolazioni fiscali. La delegaassistenziale «sarà blindata» dalla legge di stabilità, che imporrà di raggiungere gli obiettivi. Chi non crede nella delega nel 2013 deve comunque presentare proposte alternative per centrare l’obiettivo. La reazione all’intera manovra non si è fatta attendere, i tagli agli enti locali si sommano a quelli già micidiali emanati con la precedente finanziaria. L’Anci, diserterà i prossimi incontri politici, ha annunciato Osvaldo Napoli. Per il presidente dell’Upi (Unione delle Province Italiane) Giuseppe Castiglione, è mancata la concertazione necessaria nel definire la manovra e questo metterà le province in difficoltà nell’erogazione dei servizi. La Conferenza delle Regioni riunitasi ieri ha disertato il previsto incontro con il governo bocciando radicalmente la manovra. Secondo il Presidente Vasco Errani, che è intervenuto al termine di una lunga discussione, «la manovra così come è impostata non assicura il governo del territorio». Per Tremonti si tratta di un vero e proprio bracciodi ferro con gli enti locali. Un colpo mortale al tanto decantato federalismo, nonostante le ottimistiche dichiarazione del ministro Calderoli, che ha però condiviso le perplessità che giungono dai territori. Protesta il sindaco di Roma Alemanno che considera impraticabile la manovra e chiede a Berlusconi urgentemente un incontro con l’Anci. La contesta Confindustria che non accetta la distruzione dell’Istituto per il Commercio Estero, e l’attacca la Cgil che annuncia mobilitazioni in merito ai previsti tagli a pensioni e diritti dei lavoratori con la liberalizzazione del collocamento. Sul fronte politico per Fassina, responsabile economico Pd, si sta cercando di eliminare le pensioni di invalidità, per Diliberto si tratta di una manovra iniqua e inutile, Paolo Ferrero, segretario afferma che:«La manovra del governo è antipopolare. Da un lato è recessiva dall’altra è ingiusta e penalizza larga parte della popolazione salvaguardando i ricchi. Mentre nella società il popoloitaliano ha mostrato con il referendum di non condividere più i dettami neoliberisti, il governo prosegue imperterrito sulla via che ci ha portato alla crisi. Per questo propongo a tutte le forze di opposizione di dar vita ad una mobilitazione unitaria che faccia pesare gli orientamenti della società e obblighi il governo a rovesciare la sua manovra antipopolare». Richiesta di una mobilitazione giunge anche da Vendola . Tremonti e Calderoli hanno in conferenza stampa manifestato freddezza e distacco rispetto al tentativo fallito di inserire nella manovra l’emendamento che avrebbe consentito al premier di non pagare la sanzione per il lodo Mondadori, mentre altri elementi di frizione interna sono emersi rispetto alla truffa delle "quote latte" su cui è re intervenuta anche la Cia. Tensioni forti insomma che non hanno impedito al Capo dello Stato di firmare il decreto che sarà a breve termine al vaglio del parlamento. L’ennesima raffica di ricorsi alla fiducia con Scilipoti annessi?Stefano Galieni
|