Eurotruffatori bugiardi. Ma la via d’uscita c’è
 











In questi giorni stiamo vivendo sulla nostra pelle una campagna di disinformazione di massa di dimensioni mai viste. Nei giorni scorsi è stata approvata - con il beneplacito delle opposizioni parlamentari e la benedizione del Presidente della Repubblica - una stangata pazzesca sul popolo italiano. Questa stangata è stata giustificata con la necessità di bloccare la speculazione finanziaria e rilanciare la crescita. Nulla di più falso. La manovra è iniqua socialmente: non tocca i ricchi, non tocca la casta e mette i ticket. Si tratta cioè di una manovra che depreda i due terzi più poveri del paese e nulla toglie ai più ricchi. La manovra è recessiva perché i tagli della spesa sociale sommati all’aumento della tassazione diretta e indiretta produrranno una decisa riduzione del potere d’acquisto dei cittadini. Spendendo di meno i cittadini si venderanno meno merci e quindi l’economia scenderà. La manovra aggrava la crisi. La manovra non serve a nullacontro la speculazione per il semplice motivo che non attacca la speculazione. Ne abbiamo avuto la riprova nei giorni scorsi quando, dopo l’approvazione della manovra, la speculazione ha ricominciato tranquillamente ad attaccare i titoli di stato italiani. Nella manovra non è stata nemmeno presa una misura come la proibizione della vendita allo scoperto sul mercato azionario dei titoli di stato, che altri governi europei hanno già adottato - Germania in testa - e che costituirebbe un importante elemento di freno alla speculazione. La manovra appena approvata è identica a quelle imposte nell’ultimo anno alla Grecia, manovre che hanno impoverito la popolazione, arricchito gli speculatori e portato il paese alla bancarotta. Ci troviamo cioè di fronte ad una manica di truffatori che spacciano notizie false tutti i giorni e che ripetendo le falsità a reti unificate e su tutti i giornali, le fanno diventare vere. La menzogna viene ripetuta in continuazione da tutti e vengono regolarmentecensurate le nostre posizioni che svelano la menzogna. Così tutti gli italiani, pur lamentandosi della manovra, pensano che è l’unica cosa che si poteva fare. Le politiche neoliberiste, che sono alla base della crisi e della filosofia della manovra, vengono presentate come neutrali e naturali e la gente se le beve non capendo cosa altro si potrebbe fare. Da parte del centrosinistra si dice che la speculazione continua perché il governo non è credibile. Certo, il governo non è credibile, ma si sottace che l’origine della speculazione sta nelle politiche europee e che il centrosinistra le condivide. In Grecia e in Spagna vi sono governi socialisti, eppure la speculazione li sta massacrando allegramente. Come mai? La risposta è che l’origine della speculazione risiede nelle politiche neoliberiste attuate a livello europeo e costituzionalizzate dai vari trattati a partire da quello di Maastricht.
Domani ci sarà il vertice straordinario dei capi di stato europei e assisteremo ad un’altradelinquenziale sceneggiata sulle spalle dei popoli. I telegiornali ci racconteranno che i capi di stato, tutti impegnati nelle guerra contro la speculazione, hanno discusso di fare gli euro bond per i paesi in difficoltà. Tutto questo non servirà a nulla, perché il problema sta nel manico.
La scelta fondamentale per bloccare la speculazione risiede nella possibilità della Banca Centrale Europea di acquistare direttamente i titoli di stato dei paesi membri. Se questo avvenisse, la Bce, in caso di minacce speculative, potrebbe comprare i titoli al tasso di interesse ufficiale da essa stessa fissato (1,5%) ed impedire così la speculazione dall’origine. Non si tratta di una misura bolscevica perché le banche centrali europee prima dell’ingresso nell’Euro mettevano in pratica regolarmente questa politica. Negli Stati Uniti d’America, che certo non sono un paese comunista, la Federal Reserve compra normalmente i titoli di debito pubblico, evitando così che la speculazione riesca arealizzare profitti speculando sul debito americano. In Europa gli idioti bipartisan imbevuti di ideologie neoliberiste che hanno fatto il trattato di Maastricht sono stati così esageratamente cretini da aver previsto che gli stati membri si debbano finanziare sul mercato e non lo possano fare tramite la Bce. Parlo - si badi bene - del complesso delle classi dirigenti europee, di centro destra e di centro sinistra.
Nelle ultime settimane è però successo un fatto nuovo. La Banca Centrale Europea compra sul mercato secondario i titoli degli stati sotto attacco della speculazione e per questa via ne limita parzialmente la distruttività. Acquistare titoli sul mercato secondario vuol dire comprarli alle condizioni di mercato, cioè già con il deprezzamento imposto dalla speculazione. In pratica l’acquisto dei titoli da parte della Bce limita ma non impedisce la speculazione. Questa pratica tuttavia - qui sta il punto - è già completamente al di fuori dello statuto della Bce che impediscealla stessa pratiche di salvataggio degli stati. Allora, noi chiediamo, se la Bce opera già al di fuori del suo statuto per limitare i danni prodotti dalla speculazione agli stati membri, perché dopo aver fatto trenta non fa trentuno e non compra direttamente i titoli degli stati sotto attacco? Questa scelta permetterebbe non già di limitare i danni della speculazione bensì di azzerarla completamente. Perché i capi di stato europei permettono alla speculazione di guadagnare decine di miliardi euro quando con una sola semplice scelta politica potrebbero mettere la mordacchia agli speculatori (cioè alle banche private, alle finanziarie, etc.) evitando alle popolazioni europee il massacro sociale in corso?
Questa è la domanda che noi democratici facciamo oggi e che dobbiamo far conoscere a tutte le cittadine e i cittadini italiani. Perché se la soluzione è semplicissima non viene adottata? Perché i governanti europei dicono di voler combattere la speculazione ma in realtà la proteggonocontro gli interessi dei loro cittadini? Di questo occorre parlare ovunque: al bar, sui posti di lavoro e - di tanto in tanto - sotto l’ombrellone. Perché la censura e la disinformazione le dobbiamo far saltare dal basso. Paolo Ferrero









   
 



 
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