Piazza Affari peggiora. L’indice Ftse Mib cede il 2,10%. Il paniere principale ha iniziato a peggiorare ancor prima della partenza di Wall Street, con vendite che non risparmiano alcuna banca. Il Banco Popolare è la peggiore con una flessione del 7,43%. Seguono Bpm (-7,19%), Unicredit (-6,45%) e Intesa (-6,39%). Giù anche Ubi (-6,07%) e Mps cede il 5,35%. Tra i titoli a maggior capitalizzazione restano ben comprate Fiat Industrial (+2,62%) dopo i dati e Saipem (+1,32%) dopo contratti per 800 milioni di dollari. Bene anche Tod’s (+1,12%), Campari (+1,20%) e Pirelli (+0,69%). BORSA MILANO NEL MIRINO (-2,4%), AFFONDANO BANCHE - Nuova ondata di vendite al ribasso per la Borse di Milano, tornata nel mirino della speculazione. L’indice di Piazza Affari ha perso il 2,48% a 18.979. In picchiata soprattutto i bancari, più volte sospesi al ribasso nel corso della seduta, con Intesa SanPaolo e UniCredit che hanno perso tra i 7 e gli 8 punti percentuali. WALL STREET APRE IN CALO, DJ -0,77%, NASDAQ -0,95% - Apertura in territorio negativo per Wall Street. Il Dow Jones perde lo 0,77% a 12.582,46 punti, il Nasdaq cede lo 0,95% a 2.831,32 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno lo 0,88% a 1.332,33 punti. SI AMPLIA SPREAD BTP-BUND - Lo spread tra Btp e Bund decennali sale sopra i 290 punti base (293,3), in un mercato preoccupato per gli effetti del nuovo piano di salvataggio Grecia, dopo che oggi Moody’s ha tagliato ancora una volta il rating del Paese ellenico portandolo a un passo dal default, e, soprattutto, per le incognite sul debito statunitense. MILANO: SCIVOLA (-1,57%) CON BANCHE, FONSAI - Scivolone di Piazza Affari in avvio (-1,57%), con vendite soprattutto sulle banche, dopo lo stallo nel weekend alle trattative per innalzare il tetto al debito Usa, con ora maggiori timori sul mercato di un default nel paese e comunque apprensioni sulla tenuta del rating massimo AAA negli Stati Uniti. Ad aggiungereincertezze e’ intervenuto il nuovo taglio da parte di Moody’s alla Grecia, a un soffio dal default. Tra i finanziari, il Banco Popolare lascia il 4,72%. Unicredit il 4,86%, Fonsai il 4,03%, mentre la Bpm e’ in calo del 3,80%. Mps perde il 4,08%, Intesa Sanpaolo il 3,94%. In calo dello 0,22% Fiat, che diffondera’ i risultati nel corso della giornata. Fiat, che invece diffondera’ i risultati domani, lascia l’1,22%. FRANCOFORTE APRE IN RIBASSO A -0,7% - Avvio in territorio negativo per la Borsa di Francoforte. Il Dax cede lo 0,7% a 7.269,21 punti. PARIGI, AVVIO IN TERRITORIO NEGATIVO (-0,7%) - Avvio negativo per la Borsa di Parigi. L’indice Cac-40 scende dello 0,7% a 3.817,21 punti. LONDRA APRE IN CALO DELLO 0,62% - Apertura negativa per la Borsa di Londra. L’indice Ftse-100 cede lo 0,62% a 5.898,51 punti. USA: NO ACCORDO SU DEBITO, DIVARIO RESTA AMPIO - Un accordo ancora non c’e’ e repubblicani e democratici vanno ognuno per la propria strada, avanzando piani diversiper ridurre il deficit e il debito. Il presidente Barack Obama vede i leader democratici del Congresso, Harry Reid e Nancy Pelosi. Lo speaker della Camera, John Boehner, aggiorna i membri del suo partito sulle negoziazioni. Le parti sono ancora distanti, con i repubblicani che spingono per un accordo in due fasi e i democratici che si oppongono a un piano a breve termine. Boehner resta convinto che l’unica soluzione e’ un aumento del tetto del debito in due fasi, una immediata con 1.000 miliardi di dollari di tagli. E una nel 2012, in piena campagna elettorale, dopo che una commissione avra’ individuato le spese da tagliare. La Casa Bianca ritiene la proposta inaccettabile: e il dollaro subito recupera le perdite accumulate nelle contrattazioni pre-borsa sui mercati asiatici. Le borse piu’ che all’aumento del tetto del debito guardano con attenzione a un possibile downgrade se non sara’ raggiunto un un ampio accordo di riduzione del deficit e del debito. Reid per i democratici stamettendo a punto una misura che prevede tagli da 2.700 miliardi di dollari. Alla scadenza del 2 agosto mancano solo otto giorni e le parti cercano una soluzione in extremis per evitare il default. Il piano di Boehner ’’non ha senso, non e’ un punto di partenza’’ afferma categorico il segretario al Tesoro, Timothy Geithner, secondo il quale l’aumento del limite legale del debito deve essere lasciato fuori dalla politica. Il presidente Barack Obama potrebbe opporre il proprio veto a un piano di aumento del debito che non copra i bisogni finanziari degli Stati Uniti fino al 2013, dopo le elezioni presidenziali, mette in guardia il capo dello staff della Casa Bianca, William Daley. L’amministrazione Obama, coinvolta attivamente nelle negoziazioni come ha precisato Geithner smentendo le indiscrezioni su un’esclusione del presidente, resta fiduciosa: un default sara’ evitato. ’’E’ impensabile’’ evidenzia Geithner. ’’Quello che e’ piu’ importante e’ scongiurare la minaccia di defaultper i prossimi 18 mesi’’: l’economia e’ debole e un default avrebbe effetti catastrofici. Un impatto ’’devastante’’ lo avrebbe anche il piano dei repubblicani. ’’Ritengo che la forza della ragione stia prevalendo. Ci sono dei progressi’’ aggiunge Geithner, mettendo in evidenza che le cornici di accordo sulle quali si sta lavorando sono due. Una e’ quella discussa da Obama e Boehner con tagli alla spesa e un aumento delle entrate. L’altra e’ la proposta avanzata da dal leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell. ’’Sono sul tavolo e possono essere combinate in vari modi’’.
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