Declassate sette banche italiane
 











Dopo aver tagliato il rating del debito sovrano dell’Italia 1 da A+ ad A, Standard & Poor’s ha declassato sette banche del nostro Paese, tra cui Intesa Sanpaolo e Mediobanca, e ha deciso di cambiare in "negativo" l’outlook sul rating di 15 istituti di credito, primo passo per un possibile successivo ridimensionamento del giudizio.
L’agenzia ha tagliato il rating del lungo termine di Mediobanca, di Findomestic, di Intesa Sanpaolo e delle sue controllate Banca Imi, Cassa Risparmio Bologna e Biis che passano da A+ ad A. Restano immutati ad A-1 i rating sul breve termine. Ridotto anche il rating della Bnl a A+/A-1. Per Unicredit l’outlook passa a negativo a causa della revisione del rating sull’Italia ma il giudizio resta immutato.
Standard & Poor’s ha invece confermato il rating A, ma ha abbassato le prospettive da "stabili" a "negative" su Banca Fideuram, Agos-Ducato, Istituto per il Credito Sportivo, Cassa di Risparmio di Parma ePiacenza, Unicredit e le controllate Unicredit Bank, Unicredit Bank Austria e Unicredit Leasing.
L’outlook negativo nel lungo termine per le 15 banche italiane "riflette la possibilità di un abbassamento del rating, se le cose resteranno uguali, a seguito di nuovi tagli del rating sull’Italia". La decisione presa oggi da S&P "non considera una revisione di un potenziale ulteriore deterioramento nell’ambiente operativo
ed economico del settore bancario italiano". "La debolezza delle condizioni operative potrebbe influenzare la nostra visione dei rischi economici e industriali che colpiscono il sistema finanziario italiano, che analizziamo come parte del banking industry country risk assessment (bicra) e quindi, probabilmente, la capacità di credito per le banche italiane a cui diamo il rating", spiega Standard & Poor’s in una nota.










   
 



 
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