L’agenzia Standard&Poor’s ha annunciato il taglio del rating per un folto gruppo di banche italiane (fra cui Bpm, Monte Paschi, Carige) alla luce di uno "scenario finanziario e macroeconomico più difficile del previsto". In dettaglio, il giudizio per Monte dei Paschi di Siena scende da A- a BBB+, mentre per Banco Popolare Società Cooperativa, Credito Bergamasco, Banca Aletti & C. Il taglio è da A- a BBB. Unione di Banche Italiane scende da A ad A- (come per Agos-Ducato), Banca Popolare dell’Emilia Romagna da A- a BBB+, esattamente come per Banca Popolare di Milano, Banca Akros, Banca Carige, Credito Emiliano, Iccrea, Banca Popolare dell’Alto Adige, Banca Mediocredito del Friuli-Venezia Giulia. Banca Popolare di Vicenza vede il rating scendere da BBB+ a BBB, come Veneto Banca. Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo subisce un downgrade da BBB a BB+, mentre Cassa di Risparmio di Cento e Banca di Bologna da BBB-a BB. Infine ilrating di Farmafactoring è tagliato da BBB a BBB- e quello di BancaSai da BB+ a BB. Confermati invece i rating per una serie di altri 19 istituti come Intesa Sanpaolo, Banca IMI, Unicredit, Bnl, Mediobanca e Fideuram. Nella nota la decisione sui rating viene giustificata con l’aumento dei costi di finanziamento per le banche italiane a causa dei rendimenti più elevati di Bot e Btp. Un clima, si precisa, che non "è transitorio e che non si potrà facilmente invertire". Secondo l’agenzia, senza misure di sostegno alla crescita varate dal governo e un taglio più rapido del debito pubblico, le banche e le aziende italiane continueranno a subire uno ’svantaggio competititvo’ per via dei costi di finanziamento superiori a quelli di altri paesi dell’Eurozona. Per S&P la profittabilità delle banche italiane potrebbe calare nel prossimo biennio mentre la bassa crescita economica del nostro paese nel 2012 potrebbe danneggiare la qualità degli asset degli istituti e mettere sottopressione la loro credibilità finanziaria. L’agenzia aveva in giornata abbassato da 2 a 3 il ’voto’ sul rischio complessivo per il sistema bancario italiano (il cosiddetto Bicra). In particolare per quanto riguarda Unicredit, fa sapere l’istituto, Standard&Poor’s ha confermato i rating a lungo A e di breve termine A-1, anche delle sue principali controllare UniCredit Bank, UniCredit Bank Austria e UniCredit Leasing. Contemporaneamente l’outlook è stato confermato negativo. Standard&Poor’s, sottolinea l’istituto, "ritiene che la diversificazione di UniCredit consentirà ’probabilmente di attenuare l’effetto del deterioramento del contesto economico e operativo in Italia sulla performance finanziaria del gruppo’’’. L’agenzia di rating ha rivisto la sua valutazione del settore bancario italiano (Bank Industry Country Risk Assessment (Bicra)’’) verso il basso (dal gruppo 2 al gruppo 3 su una scala da 1 a 10, dove 1 è il livello più elevato).
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