La tangente si è evoluta e col tempo è divenuta da vergogna colossale un costume nazionale,
come un piccolo incidente al qual si assuefà la gente e non lascia alcuna traccia del politico alla faccia.
Od una benemerenza della qual non si fa senza, fa curriculum, ci pare, per chi fa il parlamentare.
All’inizio della storia al sentor di pappatoria il colpito dal sospetto si celava a ogni cospetto.
Passò il tempo e i sospettati si mostravano indignati per l’accusa e per tutela procedevano a querela.
Poi arrivò Craxi Bettino che di Chiesa, il birichino, affermò che era un mariuolo, come un frutto marcio solo
in un cesto, in mezzo a tanti. Si corresse un po’ più avanti: “Qui a rubare siamo tutti, grassi, magri, belli e brutti
e perciò l’aver rubato non può essere reato”. Dopo giunse Berlusconi: “Son dei giudici cialtroni
sempre uniti nel complotto aaffermar che son corrotto, ma io giuro sui miei figli che son puro come i gigli.
Ai processi non ci vado!” Qualche tempo e fu il degrado dei due coniugi Mastella, inquisiti, ma che iella!,
causa le lottizzazioni nel bel feudo a Ceppaloni. Dopo ancora, Sciaboletta che, furente, ancora aspetta
di saper chi è mai il babbeo che la casa al Colosseo gli ha pagato a sua insaputa. E infin l’ultima venuta:
la tangente che ammannì Finmeccanica a Udc. “Il regal facemmo avere a tal Naro che è il cassiere…
era per Pierferdinando, ma era fuori ufficio quando arrivammo coi quattrini”. In difesa di Casini
interviene un suo sodale: “La menzogna è colossale poiché il capo incanutito non ha ufficio nel partito…”.
Pur Casini è una delizia: “Ci fidiam della Giustizia come sempre abbiamo fatto”. Il meschino si è distratto:
si scordò, per salvar Naro, delle storie diCuffaro, di Romano, Drago e Cesa. Questi uomini di chiesa
son talvolta smemorati, ma, una volta confessati, si santifica la grana, stil Democrazia cristiana.
Come fece Pomicino che, al trapasso ormai vicino, fece un voto e santamente lo pagò con la tangente.
Già vent’anni son passati e alla zero siam tornati… Vico merita gran stima. La Repubblica? E’ la prima!
di Carlo Cornaglia-micromega
|