Monti, tre mesi per la crescita
 











Quindici giorni per fare cassa, tre mesi per far partire le misure che in teoria dovrebbero portare alla crescita del paese. La fase 2. Oggi il governo Monti si riunisce per mettere a punto i primi provvedimenti contro la recessione. A palazzo Chigi avrebbero bisogno di un cristo del terzo millennio, capace di moltiplicare pani e pesci. Ma la realtà è ben diversa dalla dimensione della fede, negli ultimi giorni l’unica cosa che è cresciuta è l’ormai celebre spread. Si va oltre i cinquecento punti, se qualche ricco di sinistra - ipotetica dell’irrealtà - acquistasse le copie arretrate del Sole 24 ore di un mese e mezzo fa, quello con il titolo a caratteri cubitali "fate presto", ci sarebbe da ridere. Per non piangere. I tagli e l’aumento delle tasse portano la recessione, c’è scritto in ogni manuale di economia. Ma super Mario Monti è convinto di sfatare le previsioni, che annunciano per il 2012 un prodotto interno lordo sotto lo zero. Negativo. Ilgoverno ci prova, le forze politiche che lo sostengono fanno a gara a prendere le distanze. Con l’eccezione, naturalmente, del Terzo polo. Il Pd è trincerato dietro i sindacati confederali, che nuovamente uniti continuano a chiedere maggiore equità. Quella che fino ad ora non c’è stata. Ma per il governo il vero pericolo è il Pdl, non appena i berluscones hanno annusato che la fase 2 potrebbe andare a colpire il loro bacino elettorale, si sono imbizzarriti come Furia cavallo del west nelle sue impennate migliori. In testa, va da sé, c’è il caro leader di Arcore. Chi lo ha dato per morto un mese e mezzo fa cantando garrulo l’alleluia davanti a palazzo Chigi, si aspetti carbone per il 6 gennaio prossimo. «La manovra comprimerà i consumi, gli italiani sono sempre più preoccupati», taglia corto Silvio Berlusconi. Incontrando i partiti prima della pausa natalizia, Monti aveva auspicato di poter chiudere la "fase due" in 90 giorni: con interventi «coraggiosi» sulle liberalizzazioni e ilrilancio del project financing per far ripartire le opere pubbliche, di cui forse si potrebbe avere un antipasto al Consiglio dei ministri di oggi. Conclusa la fase uno, quella della dura manovra economica realizzata attraverso il decreto "salva-Italia", Monti va dicendo che è ora il momento di passare alla fase 2. Lo ripete come un mantra. Il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi, intanto istituisce una commissione di studio sulla trasparenza e la prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione. Un comitato composto da cinque esperti che avrà il compito di elaborare, in tempi brevi, proposte in tema di trasparenza e prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione. In bocca al lupo. Una parte dello schieramento che sostiene il professore teme però che tra le forze politiche presenti in Parlamento si vada facendo più forte la tentazione di archiviare il prima possibile l’esperienza del governo tecnico. E’ il caso diPierferdinando Casini che affida oggi al suo profilo Facebook un duro commento. «E’ surreale - scrive il leader dell’Udc - come la politica si comporti nei confronti del governo Monti». Le insofferenze maggiori, dopo l’affondo di Berlusconi, sembrano covare in particolare nel Pdl. «Quello che sta succedendo oggi sugli spread non mi stupisce. Lo dico da mesi. Il problema di Monti è in parte lo stesso di Tremonti: ai professori, ai burocrati dell’economia ed agli intellettuali puri che danno consigli sui quotidiani sfugge la realtà del paese», lamenta ad esempio l’ex sottosegretario Guido Crosetto. «Le medicine e le cure - continua - non sono uguali per tutti i pazienti. Un rigore tedesco o svizzero applicato all’Italia rischia di diventare mortale. Ci vuole un rigore italiano, ci vogliono interventi e riforme costruite su misura, non interventi ideologici». Del partito degli scontenti fa parte anche il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri. «In materia di liberalizzazioni - avverte -il Pdl è pronto a fare la sua parte, ma si tratta di affrontare i problemi veri, non di perseguitare alcune categorie». Ti pareva.
Ciliegina sulla torta, un rischio indebolimento per il governo Monti arriva poi anche dalle tensioni interne al Terzo Polo. L’Udc siciliano ha ritirato infatti il suo assessore dalla giunta presieduta da Raffaele Lombardo, chiudendo così la collaborazione con il leader dell’Mpa che resta però teoricamente alleato a livello nazionale. Piove sul bagnato.  Frida Nacinovich









   
 



 
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