Fitch taglia rating a cinque banche italiane
Declassate Mps, Banco Popolare, Iccrea holding, Ubi e Intesa Sanpaolo
 











La paura per la Grecia frena i mercati finanziari. In mancanza di dati macroeconomici, a dominare la seduta, alla riapertura della settimana dopo un weekend che gli investitori speravano risolutivo per Atene, lo spettro del default è tornato a pesare sulla zona euro. E ha frenato i listini anche al di là dell’Oceano con Wall Street in standby, come del resto le borse del Vecchio Continente, in attesa di conoscere, dopo l’ennesimo rinvio, l’esito delle trattative col governo greco. Milano ha perso lo 0,30%, Parigi lo 0,66%, Francoforte ha terminato quasi in parità (-0,03%), poco peggio ha fatto Londra (-0,15%). Positiva, malgrado tutto, Atene (+3%).
A mercati chiusi poi è arrivato il taglio del rating di Ficth a cinque banche italiane (Mps, Banco Popolare, Ubi, Intesa Sanpaolo e Iccrea) confermando invece quello A- di Unicredit. Un provvedimento ’a cascata’ di quello sullo Stato italiano di alcuni giorni fa. Nei confronti della Grecia è statolanciato un vero e proprio ultimatum dal cancelliere tedesco Angela Merkel che incontrando a Parigi il presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto che il tempo sta per scadere. Atene - hanno aggiunto i due - deve assumersi la responsabilità e adottare il piano di riforme chiesto dai partner europei e dal Fondo monetario internazionale per sbloccare il nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro.
Senza il quale si profila il crack. La Ue d’altra parte è pronta a riunire l’Eurogruppo mercoledì appena sarà raggiunto un accordo con la troika sulle nuove misure. Il modello che la Grecia deve imitare, hanno indicato i due leader, è l’Italia di Mario Monti, che - hanno sottolineato - ha fatto progressi spettacolari per risolvere la crisi del debito. E i mercati sembrano aver condiviso l’analisi: lo spread btp-bund è calato a 373 punti base con un rendimento del decennale sceso a 5,62%. Tra le valute, in attesa degli sviluppi della questione greca, l’euro ha intanto annullato le perditecon il cambio sul dollaro risalito a 1,3120 dopo un minimo sfiorato questa mattina a 1,3028.
E’ corsa da parte delle grandi banche italiane al riacquisto delle obbligazioni per rafforzare il capitale, viste le richieste dell’Eba e della autorità di vigilanza. Operazioni rese più facili dal recente cambio delle norme da parte di Banca d’Italia (che le ha rese più facili e allineate a quelle europee) e che mirano appunto a aumentare il patrimonio in modo ’indolore’, senza ricorrere ad aumenti di capitale o ridurre gli impieghi all’economia. L’Eba intanto, che si riunisce l’8 e il 9 febbraio, fa sapere che la maggior parte dei piani presentati dalle banche europee sono in linea per la gran parte con lo spirito e la lettera delle richieste dell’autorità. L’attesa, da diverse settimane, é che l’autorithy ’ammorbidisca’ la svalutazione sui titoli di stato in portafoglio in vista del consiglio Ue di marzo venendo incontro alle richieste delle banche e di diversi governi.
Secondo ilpresidente dell’Abi Giuseppe Mussari, molto critico con l’Eba, le banche in un momento difficile non aumentano il credito ma questo "aumenta con un ritmo inferiore a quello dello scorso anno". Peraltro Fitch ha tagliato i rating di 5 istituti italiani, confermando quello di Unicredit, con una decisione ’a cascata’ di quella sul rating sovrano italiano. Intanto però le banche italiane proseguono le misure di rafforzamento. Dopo Unicredit (che ha seguito la vecchia normativa) e ha incassato una plusvalenza di 532 milioni di euro é stato il turno del Banco Popolare e di Intesa Sanpaolo, la quale peraltro già soddisfa ampiamente le richieste Eba ma ha evidentemente ritenuto di sfruttare il ’momentum’ per accumulare fieno in cascina.
Secondo gli analisti anche Mps e Ubi, oltre che Bpm, potrebbero seguire la stessa strada. Per risparmiatori e investitori non è un obbligo aderire alle offerte, che pagano peraltro un valore inferiore a quello nominale, ma le operazioni rappresentano unoccasione per chi ha bisogno di liquidità. Piazza Cordusio incassa così adesioni per 1,86 miliardi di euro, sul totale dei 3 miliardi oggetto dell’offerta, con una plusvalenza lorda di 532 milioni di euro e contribuendo così a rafforzare il patrimonio dopo l’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro completamente coperto. Operazione simile lanciata anche dal Banco Popolare cui l’Eba ha chiesto un rafforzamento di patrimonio di oltre 2 miliardi di euro che saranno colmate con un ’mix’ di misure. L’istituto veronese lancia così un buy back (con uno sconto del 17% rispetto al nominale) su strumenti per oltre 4 miliardi di euro che, secondo le stime degli analisti, dovrebbe raccogliere adesioni fra il 30 e il 50% del totale con un impatto positivo di 30 punti base e circa 250 milioni di euro netti. Una percentuale di adesioni simile è attesa anche per IntesaSanpaolo la quale ha avviato il riacquisto di strumenti per 3,75 miliardi di euro. In questo caso, secondo le attese del mercato,l’impatto sarebbe di 50 punti base.









   
 



 
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