Vendete la Snam o riprenderà la speculazione conto l’Italia
 











Sull’Eni, che ieri ha presentato il bilancio dell’esercizio 2011, continua a pesare la tegola della vendita della Snam, società controllata che gestisce la rete del gas, che il gruppo che fu di Enrico Mattei dovrà vendere o svendere per ottemperare ai diktat della Commissione europea e alle pressioni delle compagnie petrolifere concorrenti (statunitensi, inglesi, anglo-olandesi e francesi) che hanno trovato in Italia il governo di Mario Monti ben disposto a fare qualcosa in merito. Del resto, il primo azionista con il 30,32% è la Cassa Depositi e Prestiti controllata al 70% dal Tesoro e i vertici del gruppo non hanno potuto che chinare la testa e gettare le premesse per la nascita di una società di gestione autonoma seppure pubblica che offrirà le stesse condizioni di utilizzo a tutti gli operatori del settore del gas.
A muoversi con una ostinazione che era apparsa piuttosto sospetta, è da tempo un fondo di investimento Usa, Knight Winke, fortedi una quota azionaria dell’1% che l’anno scorso dopo la nascita del governo Monti era salita al 2%. Knight Winke, funzionando di fatto da cavallo di Troia delle majors concorrenti dell’Eni, aveva posto l’accento sui vantaggi che avrebbero ottenuto tutti gli azionisti dalla vendita della Snam in termini di maggiori dividendi e sul fatto che buona parte di tali nuove risorse sarebbero servite per abbattere il debito e finanziare nuovi investimenti. Ma nulla succede per caso e chi, come noi, ricorda la lunga storia dell’Eni e le difficoltà incontrate da Enrico Mattei per assicurare le forniture di gas e di petrolio al nostro Paese, non può non sospettare che l’interesse di Knight Winke per la vendita di Snam non sia originato soltanto da valutazioni finanziarie ma persegua per conto terzi l’obiettivo di sfilare ad Eni la gestione di una società che assicura introiti finanziari non indifferenti e che fanno del gruppo italiano l’unico a livello globale presente in tutte le tappe dellafiliera produttiva. Dalla ricerca dei giacimenti alla commercializzazione, sia per il petrolio che per il gas.
Intervenendo all’assemblea degli azionisti, Eric Knight ha sostenuto che la prevista separazione di Snam dall’Eni ha “un grande valore simbolico”. Non solo. Knight ha infatti minacciosamente (perché di minaccia si tratta) sostenuto che vista da Londra o da New York, tale separazione rappresenta il punto focale del pacchetto di riforme del governo Monti. Molto più, ha spiegato, delle pensioni e dell’articolo 18. Qualsiasi   ritardo nell’attuazione della separazione di Snam avrebbe gravi conseguenza e minerebbe la fiducia dei mercati “faticosamente riconquistata” (sic) dall’Italia. Al contrario, una accelerazione del processo di separazione avrebbe invece un immediato effetto benefico. Della serie: o separate la Snam dall’Eni, indebolendo la vostra società petrolifera pubblica, altrimenti la speculazione finanziaria della City e di Wall Street tornerà all’attaccodei vostri Btp decennali riportando in alto il differenziale di rendimento (spread) con i Bund tedeschi. Mai prima un azionista o speculatore a stelle e strisce aveva parlato così chiaro. E il tragico è che a Palazzo Chigi siede adesso un ex consulente di Moody’s e di Goldman Sachs, due soggetti che a diverso titolo hanno operato contro l’Italia proprio per mettere in sempre maggiore difficoltà il nostro Paese. La prima giocando con il rating emesso sui nostri Btp, la seconda speculando al ribasso sul loro valore di mercato e cercando di portare al contrario al rialzo i loro rendimenti, creando difficoltà al Tesoro sulle prossime emissioni che si vedrà obbligato ad aumentare gli impegni finanziari per rimborsare il capitale e pagare gli interessi. Niente di nuovo comunque. E’ dal giugno 1992 (Crociera del Britannia) che l’Italia è ostaggio della finanza anglofona e vittima delle sue speculazioni. Dopo la svendita della Snam verrà la svendita dello stesso Eni con la scusa che si deveabbattere il debito pubblico. Dopo di che, addio indipendenza energetica dell’Italia e addio sovranità nazionale.Filippo Ghira









   
 



 
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