Barca: “Faremo ripartire l’economia del Mezzogiorno”
 











Ministro Barca

Il governo di Mario Monti ha deciso di avviare la cosiddetta “fase due”. Investimenti in infrastrutture e cultura per combattere la recessione e tentare di far ripartire il prodotto interno lordo.
Il ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, sta svolgendo un tour per le Regioni del Mezzogiorno utile a comprendere i reali bisogni di questa parte del Paese.
L’economista ha fatto tappa a Cagliari per incontrare il Presidente della Giunta regionale, Ugo Cappellacci. Per l’occasione è approdato sull’Isola anche il commissario europeo per gli Affari regionali, l’austriaco Johannes Hahn. Barca ha spiegato come l’Esecutivo intenda riprogrammare i Fondi per la coesione e lo sviluppo stanziati dall’Unione europea. “Il Governo intende accelerare l’impiego delle somme recentemente stanziate dal Cipe – ha esordito l’ex responsabile del Centro studi della Banca d’Italia – Investire in infrastrutture, università e innovazione diventa cruciale peril futuro della nostra economia. Lavorare sulle infrastrutture ci permetterà inoltre di far ripartire il comparto dell’edilizia. Un settore fondamentale per l’economia del sud”. “Stiamo studiando il nuovo piano di Coesione nazionale – ha proseguito Barca – Uno strumento fondamentale per arginare la congiuntura e capire come meglio impiegare i fondi a disposizione dello Stato. Entro settembre saremo in grado di riprogrammare definitivamente le somme già stanziate dal precedente Governo”.
Le parole del Ministro hanno evidenziato un certo ottimismo. Sappiamo però che Barca avrebbe voluto fare qualcosa di più. Nell’ultimo periodo non ha infatti risparmiato critiche ai sostenitori della linea del mero rigore. Per lo sviluppo e l’economia sono fondamentali gli investimenti del comparto pubblico. L’Esecutivo sta invece portando avanti una politica “a costo zero”. Non sarà impiegato un solo euro in più rispetto a quanto iscritto a bilancio con le ultime manovre di finanza pubblica.
Unascelta miope e potenzialmente molto dannosa per tutto il tessuto produttivo. Il commissario Hahn ha spiegato come Bruxelles intenda occuparsi delle Regioni meridionali. “Innovare in tutti i campi deve diventare strategico per il Mezzogiorno – ha rimarcato il politico austriaco – Non mi riferisco alla sola innovazione tecnologica. Sono necessarie modifiche all’apparato della pubblica amministrazione ed interventi globali. Correttivi che ci permetteranno di competere con la potenza di Brasile, India e Cina. Il prossimo ciclo di fondi 2014-2020 sarà incentrato sulle energie rinnovabili e sullo sviluppo di un’economia ecocompatibile”. L’esponente della Commissione europea ha poi bacchettato alcune amministrazioni regionali. “Alcuni politici italiani non hanno ancora maturato consapevolezza in merito all’importanza dei fondi comunitari – ha ammonito Hahn – In Campania stiamo assistendo a diversi progressi. In Sicilia invece continuano a non impiegare alcune somme. Una mancanza che lipotrebbe portare a perdere 1,2 miliardi di euro.
Ci sono delle regole e dei tempi che vanno rispettati”. Il governatore Cappellacci ha ricordato a Barca il problema relativo alla vertenza entrate. Lo Stato deve infatti versare nelle casse regionali sarde oltre dieci miliardi di euro. Una somma ingente rispetto ai cinquecento milioni di euro di investimenti promessi dal titolare della Coesione territoriale. A Cagliari i livelli delle spese per investimenti si sono scontrati con quelli relativi alla spesa corrente. Quelli che qualcuno vorrebbe sforbiciare con un taglio da cento miliardi. Villa Devoto, sede di rappresentanza della Giunta regionale sarda, è stata circondata da centinaia di operai delle fabbriche del Sulcis. Lavoratori che hanno scandito slogan e riservato bordate di fischi per il Ministro.
La ragione del malcontento è nota. I fondi stanziati per l’erogazione degli ammortizzatori sociali hanno solo un mese di autonomia a causa di un ritardo dei trasferimenti da partedel Governo. Barca ha dimostrato più volte di non apprezzare le teorie economiche di Monti. Sa bene che senza spesa non ci può essere sviluppo. Alle spese mancanti si sommano poi i crediti delle imprese verso le Pubbliche amministrazioni. Su questo argomento nemmeno una parola. C’è bisogno di una inversione di rotta. Il Paese non può permettersi di agonizzare in nome del pareggio di bilancio.Matteo Mascia

 









   
 



 
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