Manuale del Rivoluzionario
 











In un momento in cui la crisi profonda rischia di farsi assoluta, si cercano precedenti, punti di riferimento, esempi. Ecco allora che da lontano alcune parole ci provocano brividi lungo la spina dorsale: ‘’Sembra che l’Italia non possa assistere allo spettacolo che dà la casta politica se non con le narici turate, come quei cavalieri dei suoi vecchi affreschi fermi davanti ai cadaveri brulicanti di vermi nelle bare senza coperchio’’. Parole non di Beppe Grillo, ma di Gabriele d’Annunzio, pronunciate già un secolo fa e tratte da un libro appena uscito (G. D’Annunzio, ‘Manuale del Rivoluzionario’, Tre Editori). Parole con le quali l’Immaginifico inventava il termine ‘casta’, al pari di tanti altri neologismi, per definire un gruppo dirigente incapace e dedito solo ai propri interessi.
Già allora, a qualche decennio dall’Unificazione. E Gabriele proseguiva gridando ‘’Basta!’’ di fronte allo spettacolo di un’Italia impotente e corrotta, sull’orlo diun nuovo precipizio, dopo il primo olocausto mondiale. ‘’Basta! Questa parola, con uno scoppio formidabile, noi la grideremo sulla piazza di Montecitorio e sulla piazza del Quirinale: Basta! Cominciate a gridarla con tutti i vostri polmoni. Ma abbiate anche i pugni pronti’’. Un vero e proprio grido alla rivolta, che il Poeta Armato teorizzava avvertendo che ‘’ogni insurrezione è uno sforzo di espressione, uno sforzo di reazione’’. ‘’Non importa che sia interrotta nel sangue - affermava quando si era ormai conclusa tragicamente la grande avventura fiumana - purchè i superstiti trasmettano all’avvenire, con spirito di libertà e novità, l’istinto profondo dei rapporti indistruttibili che li collegano alla loro origine e al loro suolo’’.
Parole di lotta e di sfida cui, in un Bel Paese tanto poco diverso, il ‘Manuale del Rivoluzionario’ assicura una nuova eco, fondendo, in un’antologia senza precedenti che pesca nelle lettere, nei discorsi, nelle opere e nei proclami del Vate peroffrirci, con in cima la Costituzione del Carnaro, un’immagine nuova e ispiratrice: Il Manifesto di una Nuova Destra senza collocazioni stantie ma trasversalmente rivoluzionaria; un’idea di quello che avrebbe potuto essere e non fu.
Curato da Emiliano Cannone, questo tesoretto dannunziano, come un vaso di Pandora, si apre sorprendendoci con gli inaspettati, e fin qui ignorati o sottovalutati, aspetti rivoluzionari del Divino Gabriele, che Lenin definiva ‘’l’unico rivoluzionario che esiste in Italia’’, e che con Mussolini, il quale solo in parte ne colse gli aneliti visionari, ebbe un rapporto difficile e spesso di confronto e opposizione. Un lavoro di ricerca attento e appassionante, quello di Cannone che, nel 150° anniversario della nascita, ci consegna un Gabriele scintillante, ‘nuovo’, combattente ma anarchico, nazionalista ma per “un comunismo senza dittatura”, che auspica una rivolta contro la “casta politica che l’Italia insudicia da cinquant’anni e non è capace se non diamministrare la propria immondizia’’.
Il Manuale è un vero e proprio Libretto Rosso del Poeta Armato che mette in gioco continuamente se stesso nel corpo e nello spirito, e va a sedere sui banchi della sinistra in parlamento, per andare ‘’verso la vita’’ ma soprattutto, nota Cannone, nello spirito di condividerne ‘’lo sforzo distruttivo’’ teso ad abbattere il regime parlamentare. E dall’esperienza di Fiume, invita quindi a insorgere contro l’ingiustizia e l’oppressione, per un Nuovo Ordine politico e sociale e una vera Europa dei popoli, contro le potenze egemoni (allora Inghilterra e Francia) e i poteri forti. Un anelito che l’Italia farà proprio ma che annegherà poi nel Fascismo ‘’con dittatura’’, e nella guerra al fianco di Hitler.
Il libro è arricchito da un capitolo intitolato ‘Hanno detto di lui’ in cui personaggi celebri, da Lenin a Gramsci fino agli anarchici, interpretano lo spirito rivoluzionario dell’autore del Piacere. A completamento del lavoro, i famosi ‘motti’dannunziani e un’approfondita cronologia storica e poetica.Giorgio Ritter










   
 



 
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