Questa la prefazione dello scrittore Carlo Martigli al libro Il Grillo Mannaro: Parere di scrittore, non di politico: se vi piacciono i thriller, non quelli inventati di sana pianta, bensì basati su una storia vera e intrigante, metterete questo libro tra i preferiti. Una storia intorno alla quale girano interessi miliardari, ricca di colpi di scena, dove niente è come appare. Non è un romanzo, è vero, ma è scritto meglio, perché pagina dopo pagina, documento dopo documento, capitolo dopo capitolo, non si può fare a meno di continuare a leggerlo per vedere come va a finire. Nella migliore tradizione dei gialli ci sono gli eroi, gente come noi, l’antieroe, potente e oscuro, quello del titolo, il mentore occulto che trama nell’ombra, l’inizio in commedia e il prosieguo in tragedia, con una schiera di comprimari, a volte buoni a volte cattivi, questi ultimi in certi casi quasi divertenti, ma sempre dannosi come coloro che contraggono il virus dell’imbecillità. Quasiche, se avessero letto Shakespeare, si fossero immedesimati in qualcuno dei suoi personaggi secondari e ne avessero voluto ripercorrerne le orme. Con quel tanto di ridicolo che nelle tragedie serve a spezzare l’angoscia. Ma questo libro, lo dico subito, non ha un finale, non ancora. La cosa può turbare, e può turbare ancora di più pensare che a scrivere la parola fine potrebbe contribuire ogni lettore. In che modo? Semplicemente leggendolo, perché, come nei miei romanzi, in questo libro è maggiore la voglia di fare riflettere, di porsi delle domande, che sempre aprono la mente, piuttosto che dare delle risposte, che spesso la chiudono. Leggere Il Grillo Mannaro fa bene al cervello, fa pensare, fa divertire. E’ un libro che non rivela, che significa etimologicamente mettere due volte il velo alla realtà, ma che aiuta a svelare. E poi ognuno vi veda ciò che vuole. Certo è che pensare a volte è faticoso, ma Stefano Montanari, costringe il lettore a farlo con una leggerezza dolce eironica, così come è lui stesso, autore e protagonista suo malgrado, così come è il modo in cui vive. Alla fine, comunque la si pensi, si può solo ringraziarlo. Carlo A. Martigli
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