Pulcinella 99, voglia di Utopia
 







di Italo Pignatelli




Bruno Leone torna a proporre un suo testo al Teatro “ il Pozzo e il Pendolo” di  piazza S. Domenico Maggiore nel Centro antico di Napoli. E’ uno spettacolo satirico di guarattelle con il personaggio principale Pulcinella. Si racconta fiabescamente la Rivoluzione Partenopea del 1799 nella quale un gruppo di aristocratici, donne e uomini, voleva dare al popolo la Libertà in uno stato repubblicano e democratico. Essi traditi e condannati al capestro subirono la mortificazione dell’incomprensione dello stesso popolo che, certamente aizzato e pagato dai potenti al governo, si scatenò in eccessi di violenza. Brunello dà voce con timbri e cadenze diverse ai vari burattini Pulcinella. Essi sono tanti: Nero cantante, Re, Popolo, Giacobino, Donna, Sanfedista, San Gennaro,Virgilio, Colapesce ballerino. L’inizio presenta la Maschera napoletana nella sua primitiva ingenuità “Io vulesse fa na rivoluzione vulesse fa proprio non lo saccio”. L’illuso “cagnà lomunno e farlo addiventa assaie cchiù bello”. Si accontenta di poco pensando egoisticamente “almeno ne cagnasse na parte piccerella”. L’eroe è Colapesce che scopre in fondo ma molto in fondo al mare un nuovo Mondo felice per tutti perché lontanissimo dai governanti, corrotti arroganti malvagi belligeranti. Brunello è solo in scena. Burattinaio dietro la scatola magica del Teatrino e attore mimo cantante nei panni di Pulcinella tra il pubblico. Lo spettacolo è sobrio e molto raffinato. Gli oggetti di scena sono sue invenzioni. E’ un grande Artista, un architetto scenografo, un Mago delle Arti visive. Usa pochi oggetti realizzati da lui stesso: una lampada giostra che proietta luce dietro disegni di tanti pesci diversi tra loro ma tutti noti ed un ovale di velo bianco su cui si proiettano disegni fantasticamente infantili dei vari personaggi della favola. La fanciullezza di Bruno si legge nei veloci segni di pennarello usando colori vivaci e primitivi e nel suo andare timido in platea perfare vedere a tutti i suoi giocattoli avuti dalla Befana. Essere Artista-fanciullo significa essere Grande ma molto grande e diverso da tanti. Leone, figlio d’arte, Antonello il padre Artista multimediale già invitato e premiato alla Biennale di Venezia nel ‘40, il nonno paterno Nicola, pittore regista teatrale si dedica alla gestione dell’unica sala cinematografica a Pratola Serra nei primi anni dopo la Liberazione. Il suo lavoro teatrale è ancora attuale per i tanti messaggi appena velati nei dialoghi dei protagonisti per la grande emergenza non solo economica ma, ancora più grave per quella politica dichiaratamente dittatoriale di natura fascista, tracotante, violenta, rozza, priva di cultura, denigratrice della dignità umana, anticostituzionale e razzista. Il ciclo di spettacoli prosegue: domenica 21 “Pulcinella in Palestina”, il 28 “Pulcinella contro Gigi 8” e il 4 gennaio “Don Pulcinella della Mancha” sempre nello stesso Teatro alle ore 11:30. Il costo del  biglietto èmodico, meno di una pizza. Lo spettacolo non è solo per bambini ma è anche per i genitori. I primi si divertono per la fantasia avvincente delle immagini mentre i grandi diventano più grandi ascoltando attentamente e  meditando sui dialoghi.









   
 



 
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