-MAGHE, STREGHE- ... e altro

 







di Luigi Alviggi




Petronio Petrone, giornalista e promoter economico-sociale, è l’ideatore per l’editore Guida della collana Lapilli – Gocce di cultura con un sorriso – il cui scopo è informare divertendo, nei campi più vari, i propri lettori.
I volumetti sono delle mini-antologie in cui vengono riportati estratti fondamentali, dalla provenienza più varia, sul tema prescelto, e sono allietati anche da interessanti reperti fotografici. E, per chi volesse approfondire, non mancano le indicazioni di classici e ponderosi testi suul’argomento.
Per “Maghe, streghe e filtri d’amore” (Guida, 2007 – pp. 96, € 7,00) recita il sottotitolo: “Piccola antologia (forse esoterica) ad uso dei creduloni e dei miscredenti con 20 ricette di pozioni “magiche” desunte da antichi manoscritti”. E queste seguono puntualmente, a chiusura del libretto - corredato anche da un utile glossario –, dense di levità e promesse di benefici prestigiosi che oggi muovono soltanto al sorriso.
Le citazioni spaziano nell’arte e nella letteratura, dal Goya al Machiavelli, dal Michelet ai miti greco-romani. L’Autore incarna nella stessa Eva la prima strega, capace di ammaliare padre Adamo con la sua bella mela, un’ “annurca” di rigore. D’altra parte, si sa, ogni strega è in combutta stretta con il diavolo: il sabba, grande convegno orgiastico, sancisce questa unione. In esso, e se ne praticano emulazioni anche oggi, ogni accadimento sembra sia possibile. Dante, invece, ci racconta di maghi ed indovini dannati nella quarta bolgia infernale, né poteva mancare l’immortale Macbeth di Shakespeare, che ispirò anche il capolavoro verdiano, follemente consigliato nella sua turpitudine da ben tre streghe. 
“Ci sono tanti nomi di donne-streghe nella no¬stra memoria come Circe o Medea, ma meritano questo appellativo di "strega" anche Cleopatra, Agrippina, la Sibilla di Cuma, la nostra vicina di casa. Ma ne troviamo tante nel Decamerone, nel¬le Mille e una notte. In generesono belle, bellis¬sime, desiderose e desiderabili. Giovani e voglio¬se, perverse e frustrate. Visionarie o convinte. Me¬gere ed eroine.
Giovanna d’Arco vale per tutte, tra quelle che furono bruciate vive. Ma queste streghe dei sorti¬legi, chi erano? Dicono che ne sono state arse cen¬tinaia di migliaia. In un solo piccolo paese: 700 in poco tempo. C’è chi sostiene che non siano state meno di 3 milioni. Fare la conta, oggi, è piuttosto difficile, anche perché si esagera sempre... ma la cifra non dovrebbe discostarsi molto dal vero.”
Nella stessa collana e dello stesso Autore si vuole proporvi anche “Sorbetteide” (2007 – pp. 96, € 7,00) dall’accattivante sottotitolo “Come preparare sorbetti e vivere felici”. Subito apprendiamo che l’italiano sorbetto deriva dal turco “serbet”, derivato a sua volta dall’arabo “sharba” che significano bevanda fresca, e poi che il sorbetto è un gelato a base di frutta e sciroppo di acqua e zucchero (l’antico giulebbe), senza latte né uova. Con poco (oniente zucchero) è indicato in tutte le diete. Nella tradizione il sorbetto veniva (e viene) servito a metà pasto, per ingraziare il palato alle portate successive. Non mancano dotti riferimenti nel testo a neviere, sorbettiere, e altri macchinari che hanno preceduto il frigorifero, l’universale “cantina in cucina” odierna; ai balzelli storici posti dagli Stati ingordi sul commercio della neve; a grandi personaggi quali Leonardo da Vinci, Alexandre Dumas, Francesco Mastriani. Ecco alcune utili indicazioni dell’Autore:
“A questo punto è meglio aggiungere qualche altro pratico consiglio sulla preparazione dei sorbetti: è necessario definire le dosi e cioè le proporzioni tra le varie componenti come innanzi in¬dicate. Va chiarito anche che la natura e la densità dello sciroppo è determinante per la quantità del¬l’acqua da aggiungere. Vi sono frutta come il li¬mone o l’arancia o il melone che contengono più acqua e frutta che sono a polpa densa più o meno dolci come le fragole, lealbicocche e le banane che richiedono una dose diversa di sciroppo, ac¬qua e zucchero. Questo sciroppo va preparato fa¬cendo sciogliere su fuoco gentile parti uguali di acqua e zucchero, cioè per 500 g di zucchero 5 decilitri di acqua. Il liquido si deve far raffredda¬re completamente - giova ripeterlo - prima di ag¬giungere il succo o la polpa di frutta.”
A concludere “Otto sorbetti d’autore”: grandi chef suggeriscono la loro via al sorbetto. Ne riportiamo una fuori dal comune, dovuta al grande gastronomo Vincenzo Buonassisi (1918 – 2004):
“Sorbetto del vampiro
Per 6 persone: gr. 500 di sorbetto di limone - gr. 200 di succo di pomodoro - grappa di pere.
Si divide in sei coppette il sorbetto poi si pre¬para il miscuglio di pomodoro e grappa di pere. Si mescola il composto e si versa sul sorbetto.”
Quando lo proverete – suggerisco, lontano dalle terre della Transilvania - fateci sapere com’è!
Letture brevi, dunque, piacevoli e rilassanti, che si consigliano a chi vuolportarsi un piccolo libro in tasca per ingannare le tante attese che costellano i nostri giorni operosi.










   
 



 
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