Rino Napolitano, attore del gruppo “Lazzari e Briganti”, idea e dirige uno spettacolo per ricordare Antonio Petito, il Mito(Napoli 1822-1876). “Totonno ‘o pazzo”, vivace e burlone, nasce il 22 maggio figlio d’arte di donna Peppa(Giuseppina D’Errico) e di Salvatore, attore nei panni di Pulcinella, impresari di un teatro baraccone. Eredita la Maschera dal padre nella sua ultima esibizione al Sancarlino. Autore di circa cinquanta testi, aiutato nella stesura da Giacomo Marulli, coglie nella realtà i segni più comici senza trascurare frecce taglienti per dilatare ed evidenziare con ironia i problemi politici e sociali. Attore poliedrico, ogni sera, inventa e plasma il suo ruolo percependo in scena gli umori del pubblico. Interpreta anche il Pulcinella senza maschera secondo l’uso di Zanni Pascariello. Muore sul palco a fine spettacolo, come Moliére, il 24 marzo, dopo l’ultima battuta “acchiapabiminus” della “Donna bianca” come ricorda Eduardo Scarpettapresente dietro le quinte. Rino, Pulcinella cantante musicista, Marialuisa Acanfora, attrice ballerina, Carmen Percontra, attrice poeta, Peppe Romano, flauto di traverso, Armando Fusaro, poeta, hanno sabato 17 gennaio, dato la Prima al Caffé dell’Epoca. Piacevole è il trio dei Maestri Angelo Coraggio, voce, Gianni Pignalosa, mandolino, Michele Bevilacqua, chitarra, che presenta brani noti della “posteggia” e “Chitarra mia napoletana” di Ugo Calise. Rino, tra un canto ed una battuta faceta, sintetizza le origini di Pulcinella. Nasce come Maccus, lo sciocco, personaggio delle Atellane, da Atella cittadina campana, nel III a.c. Nell’età di Silla(I sec. a. c.) con Bucco, il ciarliero, Pappus, il vecchio babbeo, Dossemus, il gobbo furbo, dà vita a farse briose su canovacci, rappresentate dopo le tragedie, avendo come modello la vita degli umili. A Napoli, nel XVI sec., Pulcinella è gobbo panciuto naso a becco con camicione e ampi pantaloni bianchi e maschera nera sul volto. Ricorda che inFrancia prende il nome di Polichinelle, piccolo pulcino, in Inghilterra Punch e che la sua comicità scaturisce dal suo carattere di pigro, furbo, opportunista, burlone e sempre affamato. Magia del teatro. Tutti seguono Rino Pulcinella professore simpatico che ammalia ognuno rendendolo fanciullo divertito all’ascolto di una briosa favola. Luisa danza con sobria eleganza e prorompente partecipazione che, espandendosi come inebriante profumo, imprime dinamismo agli spettatori e ritmo alle mani mentre le labbra dischiuse in sorrisi mormorano i versi della tarantella. Lei, Luisella come la chiama amorevolmente Rino, questa sera non è Colombina perché è presente Lucia Oreto la celebre interprete della compagna di Pulcinella e con Antonio Sigillo e Pasquale Esposito forma“il Trio Sancarlino”. Rino rende omaggio a Lucia con una effervescente interpretazione con Luisa, serva, nei panni di “Tartaglia” personaggio di Pasquale e l’attrice, emozionata, ricambia con voce drammaticamentevibrante“Fermati là. Là dove sei. Là dove sei stato altre volte. Fermati non muoverti. Non andartene…Noi ti abbiamo dimenticato. Tu non dimenticarci” (recitando la lirica“Quest’amore” di Jacques Prévert). Sabato 7 feb. ore 17, saranno nuovamente al Caffé in piazza Bellini.
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