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Il motivo è un moto emotivo. Con tale raptus di incontrollabili pulsioni del corpo libero "Agender" motiva la sua presenza nell’edizione 2010 del Festival di cinema indipendente Tekfestival , che si svolgerà al Nuovo Cinema Aquila di Roma (Via L’Aquila 68) dal 6 all’11 Maggio. Al nono anno di visioni, il Tekfestival si caratterizza per l’esposizione nuda alle domande che fanno dell’occidente contemporaneo un corpo, tanto marcio quanto infestato dalle nostre individualità. Il Tekfestival apre frontiere dove ci sono barriere, come recita il suo sottotitolo, "ai confini del mondo… dentro l’occidente". Il suo linguaggio è il cinema indipendente. Il cinema capovolto. Il cinema al veleno che eccita i sensi. La narrazione elettrica di una murena in un mondo che sommerge; schermi d’Atlantide sotto le acque di un silenzio al cloro nell’economia bruta dell’ infotainment italiano. Il suo corpo è suicida. Una caduta libera che non vede l’ora dell’impatto; la scomposizione dei suoi organi in una struttura aperta che si declina nelle singole sezioni. Tra di esse "Agender" tesse le sue trame penetrando i suoi spettatori. La visione si apre quindi alle nuove riflessioni che la teoria queer sta affrontando sul concetto di "Pandroginia", inteso come muscolo cardiaco dell’intera sezione. In tale ottica si guarda al concetto di transizione di genere; storicamente viene interpretato come transessualismo, emancipatosi negli anni ’90 con l’upgrade critico del transgenderismo, oggi si orienta verso l’esperienza pandrogina. Essa non solo rappresenta la liberazione del genere dalla prigione biologica dei corpi, le possibilità infinite di rapporti possibili in un’ottica di genere, ma anche l’opportunità di identificarsi in un’emozione, in un atto d’amore o nel desiderio viscerale d’unità moltiplicata; un’entità unica e molteplice dall’amata/amato. Fusioni fredde di un testo aperto condensano un corpo cut-up o collage clinico diestetiche emotive. Questa ricerca è ben rappresentata dalla regia di Jake Yukza nel suo Open , film centrale della finestra "Agender" che verrà proiettato sabato 8 maggio alle 22.30 al Nuovo Cinema Aquila, seguendo la linea frastagliata delle teorie e pratiche di Genesis P. Orridge. Fuorilegge della musica, della poesia, figura esoterica e terrorista culturale, Genesis P. Orridge e’ un assassino dell’arte, un esteta della catastrofe che ha influenzato tutta la produzione controculturale contemporanea. Fondatore del movimento industrial, Genesis P. Orridge ha deciso di incorporare il tema dell’amore in un corpo postumano che fondesse dei soggetti in una struttura aperta. Dalle parole di Francesco Dimitri, in un articolo esplicativo sul rapporto tra Orridge e la pandroginia pubblicato sul blog "OsservatorioSessualità": «…Tutto è iniziato con una storia d’amore. Genesis si è follemente innamorato, ricambiato, di Lady Jaye P. Orridge. Un amore intenso e profondo, vissuto econsumato tra le strade di Brooklyn. Un amore che ha portato i due a somigliarsi sempre di più - fino a convincerli a un passo radicale. È qui che entra in gioco la pandroginia. Per capire che cosa sia, dobbiamo fare un passo indietro, saltando fino a William Bourroghs e Brion Gysin, inventore del cut-up. Tale tecnica artistica è basata sulla ricombinazione di un’opera che già esiste. In pratica, tagliando e incollando brani e pezzi di un testo, in un ordine diverso, è possibile creare un nuovo testo. O, più in generale, è possibile scrivere libri non lineari, sognanti, in cui ogni brano sembra appunto tagliato e incollato dopo l’altro. Così erano i libri di Bourroghs. Genesis e Lady Jaye hanno deciso di praticare il cut-up sui loro stessi corpi, sulle loro identità sessuali. Il loro scopo era quello di somigliare sempre più l’uno all’altra, fino a creare un terzo individuo. Un individuo che nasceva dalla fusione dei due, e che li superava in forza e potenza: un essere ‘pandrogino’,appunto, il cui nome sarebbe stato Breyer P. Orridge...». Lady Jaye è morta di cancro nel 2007 e Genesis continua a parlare al plurale. La complessità di questa scelta è il tema centrale del film Open . Primo lungometraggio narrativo americano a vincere il premio della giuria Teddy alla Berlinale 2010, Open è definito dallo stesso regista un "Road Queer Movie". La trama intreccia storie d’amore, metropoli e morte in un film atmosferico e rarefatto. Si narra del viaggio di un giovane ermafrodita nelle strade di una città americana, passando per l’amore di una coppia che crea un’entità clinica unica, per incontrare infine l’unione tra un giovane gay ed un trans-uomo. Il film indaga gli effetti dell’uso degli ormoni su sesso, amore e nuove strutture familiari, calandosi in uno struggente tableau vivant di umanità mutanti all’alba del nuovo millennio biotecnologico. Il concetto di "openness", ovvero di non finitezza, attraversa tutto il film e rende granulari le descrizioni deisoggetti che lo abitano. In questa logica Open rappresenta il corpo diffuso di "Agender" e del Tekfestival intero. Mangiatene il cuore per assaporarne i battiti. Francesco WARBEAR Macarone Palmieri.
Il titolo d’apertura sarà The Yes man fix the world Un film, come ci dice Massimo Vattani, uno degli organizzatori della nona edizione del Tekfestival, «su quel gruppo, potremmo definirlo antiglobalizzazione, che nel corso degli anni, camuffandosi, ha compiuto diverse irruzioni nelle sedi ufficiali considerate dei bunker, a testimoniare un po’ la protesta statunitense da Seattle in poi». Oltre alle sezioni abituali, ce ne sono di nuove ogni anno, frutto di una ricerca, un’elaborazione, un percorso. «Tra queste - prosegue Vattani - potrei citare Tequila sunrise - aspettando la rivoluzione , una breve ma intensa rassegna sul centenario della rivoluzione messicana, e poi il focus su Nicolas Winding Refn, uno dei registi danesi più apprezzati, cheper merito di Emanuela Martini - la quale ne ha curato una retrospettiva completa proponendola all’ultima edizione del Torino Film Festival - viene a Roma a presentare quattro sue opere, tenendo anche una "master class" introdotta da Mario Sesti, direttore della sezione Extra del Festival di Roma». Tornano poi la "rassegna di cinema delle donne", "Agender" (l’ex "Phag off") e il "concorso italiano doc" (integrato da "Zoom it", su lavori già programmati altrove) rispetto al quale «quest’anno - rivela - siamo molto contenti del livello qualitativo, per cui diventa sempre più difficile selezionare dieci titoli tra i 300 "emergenti" iscritti. Qui le proiezioni verranno precedute da un’iniziativa sulla memoria. Si tratta del progetto From Zero TV, che nel dopo terremoto a L’Aquila ha prodotto una serie di clip da 3 minuti sulla vita quotidiana, prima all’interno delle tendopoli e successivamente approfondendo meglio le tante immagini-fiume che hanno invaso le nostre case, in una sorta diriflessione "ad personam" su quello che può significare vivere un anno una tragedia di questo genere». Insieme a Winding Refn, tra gli ospiti previti c’è Charles M. Lum, autore di tanti cortometraggi inclusi in "Agender". Uno di questi è la sua interpretazione della crisi statunitense, A Lloyd blankfiein must die , che si riferisce al flop bancario con responsabilità personali molto evidenti. Verrà anche Steve Staso, di cui in passato era stato proposto Celluloid # 1 , a presentare Cellar, suo terzo film. Ci saranno inoltre due matinèe, uno dedicato ad un workshop informativo su "Media 2007" ed un altro, "Artigiani dell’immaginazione", che è un incontro con Lorenzo Terranova (autore, oltre che dei fondali e degli spot di Ballarò, del corto Sputnik 5 di Susanna Nicchiarelli) sull’animazione, riservato ai bambini. Infine, «tra gli eventi speciali - conclude l’organizzatore - segnalo Samson and Delilah di Warwick Thornton, presentato a Cannes e in anteprima italiana, Terras , l’ultimofilm di Maya Da-Rin, la quale due anni fa aveva vinto qui il concorso internazionale di documentari, mentre nella sezione internazionale "panorami" un’opera realizzata in collaborazione con l’ambasciata australiana a Roma, Bran nue dae, e i film di Xiaolu Guo andati a Locarno».Federico Raponi
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