Dopo il suo ’Super Size Me’, ovvero come denunciare con la forza dei fatti quanto può fare male alla salute nutrirsi giornalmente di cheesburger, Morgan Spurlock regista-autore-produttore-attore del cinema indipendente americano ha messo mano a un’altra provocatoria impresa: scovare dove si nasconde Osama Bin Laden, ma soprattutto capire se davvero c’é qualcuno che l’ha mai davvero cercato. Già passato nella sezione L’altro cinema/ Extra del Festival internazionale di Roma arriva così nelle sale da venerdì distribuito da Fandango: Che fine ha fatto Osama Bin Laden?. Tutto parte come un videogioco ricco di effetti speciali in cui la star è proprio il barbuto terrorista. Poi il film documentario sbanda nel surreale con un modesto cittadino del West Virginia che decide, per rendere la casa-mondo più sicura ora che sta per arrivare un figlio, di intraprendere quello che nessuna squadra operativa speciale è riuscita a fare. Ovvero mette all’opera la suaassoluta mancanza di esperienza, preparazione e competenza per dare la caccia all’uomo più pericoloso e ricercato del pianeta. La ricerca ha qualcosa di epico: inizia a New York e fa il giro del mondo. Morgan Spurlock attraversa Egitto, Marocco, Israele, Palestina, Arabia Saudita, Afghanistan e si avvicina più che mai al cuore di tenebra, le regioni tribali del Pakistan. Lungo il percorso interroga esperti ed imam, accademici e terroristi. In Europa visita i ghetti delle grandi città dove alcuni immigrati aspirano alla guerra santa globale, a Tel Aviv dà una mano all’esercito israeliano a disinnescare bombe, scopre la teoria del complotto che collega Al Qaeda al film Babe-Maialino Coraggioso e partecipa ai raid dei militari americani in Afghanistan. Nel frattempo, e questa è la parte ’seria’ del film, sviluppa una comprensione più profonda delle radici dei conflitti che oggi turbano il mondo e si avvicina a Bin Laden stesso. Una curiosità su Bin Laden ora arriva un altro lavoro.Ovvero Tere Bin Laden (Senza di Te, Bin Laden), film satirico prodotto da Bollywood. In questo caso è il Pentagono beffato da un giornalista pakistano, che si vendica contro l’amministrazione Usa che gli hanno negato il visto d’ingresso negli Stati Uniti. Il giovane reporter si vendicherà quando incontra una copia sputata del terrorista più ricercato al mondo, Osama Bin Laden. Allora, elabora un piano: realizzare video messaggi falsi che incitano alla Jihad globale, da diffondere poi in tutto il mondo per creare scompiglio e truffare proprio quel Dipartimento di Stato che gli aveva impedito di calcare il suolo Americano. de Ansa
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