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100 autori in assemblea permanente alla ’’Casa del Cinema’’ |
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Il mondo del cinema e della televisione ha deciso di occupare la Casa del Cinema per fronteggiare una crisi finanziaria e industriale, a cui si salda la pochezza di un governo che considera la cultura un elemento residuale e insieme di segno politico avverso di cui è auspicabile la chiusura per fallimento”. Con questo comunicato l’associazione 100 autori ha reso nota l’occupazione della Casa del Cinema a largo Marcello Mastroianni. Lorenzo d’Amico, del direttivo associazione 100 autori, è tra i promotori dell’occupazione e ne spiega le motivazioni. Si prevedono interventi di disturbo durante la Festa del Cinema di Roma, per mantenere alta l’attenzione degli italiani. Come è nata l’idea di occupare la Casa del Cinema a Roma? -Secondo una memoria di giunta approvata dal Comune, da febbraio dell’anno prossimo si dispone una radicale revisione del modello gestionale della Casa del Cinema. La figura del direttore artistico verrà sostituita da un comitato di 7 membri,di cui 5 che apportino un contributo di almeno 50.000 euro annui, o in liquidi o in sponsorizzazioni. In altre parole, la Casa del Cinema verrebbe appaltata ad un Comitato d’affari che gestirebbe questo spazio come meglio crede. Una decisione inaccettabile-. Perché lo striscione “Tutti a casa”? -Come comitato dei 100 autori Vogliamo tornare a casa, dentro la nostra casa che è il cinema. Se non siamo messi in condizione di farlo, se non ci riusciamo è meglio che torniamo tutti a casa. A cominciare però dai politici. Se non sono in grado di sostenere il ruolo affidatogli dagli elettori, ossia di avere un progetto per il Paese in tutti settori, compreso il nostro settore fondamentale per lo sviluppo sociale, culturale ed economico dell’Italia, allora sono loto che se ne devono andare a casa-. Cosa chiedete con quest’atto dimostrativo? -Non chiediamo soldi agli italiani, ai contribuenti. Non mettiamo mano alle tasche degli italiani, come ama ripetere il presidente delConsiglio. Vogliamo una legge, una serie di leggi, una regolamentazione del settore che sia in grado di andare a recuperare i soldi dove vengono generati, quindi dal nostro lavoro e che lì siano reinvestiti-.valentina venturi-ami
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