Erano arrivati in due alla fine di settembre; a piedi, magri, il più alto con un sacco informe sulla spalla destra, sicuramente senegalesi. Anche se incomprensibile, la loro lingua faceva parte dei suoni conosciuti in quella parte di Romagna ai confini con l'Emilia. Forse erano scesi dal treno, il locale che arranca da Ravenna a Bologna. Poi si erano rimessi in cammino e qualche giorno dopo fu chiaro che avevano deciso di vivere nel rudere del vecchio contadino. Durante l'inverno non avevano creato alcun problema; restava difficile capire come riuscissero a sopravvivere senza accendini, tappeti o elefantini intagliati da vendere. Qualcuno evidentemente li aiutava, mentre il maresciallo della stazione dei carabinieri faceva finta di non vedere. Che fossero clandestini non c'era dubbio ma, in fondo, nessuno aveva avuto ragioni per lamentarsi. Così, in quella mattina di febbraio, quando le fiamme dal legno delle imposte passarono a intaccare il restodella casa, in paese vi furono sguardi stupiti. La musica è spesso strumento unificante e pacificatore, ma in questo nuovo romanzo di Nevio Galeati (Foschi Editore, novembre 2005, pp. 240, 11,90) la musica diventa il link che congiunge le culture: strumento primario di integrazione. Improvvisazioni per chitarra e batteria è, infatti, un giallo dai risvolti umani profondi e attuali, un testo nel cui intreccio si mescolano pregiudizi e solidarietà, omicidi e arguzie investigative, misteri e svelamenti. A sciogliere l'intricato caso è chiamato Luca Corsini, investigatore privato, affiancato dal capo della Squadra mobile di Ravenna, Michele D'Arcangelo, seriamente impegnato a tenere a bada, oltre alla criminalità urbana, anche la propria gastrite. I due devono interpretare alcuni episodi di razzismo molto insoliti nell'ospitale Romagna in cui, in un'atmosfera fangosa e avvolta dal gelo, alcuni extracomunitari di origini africane ricevono minacce per posta, subiscono l'incendio deltugurio in cui vivono e si trovano in pericolo di vita. Con un effetto domino tutte queste circostanze, grazie all'intelligenza dei Nostri, porteranno allo scioglimento dell'intreccio e alla "improvvisata" riconciliazione culturale. Fra le grandi qualità dell'autore, Nevio Galeati, c'è lo stile sobrio e veloce con frequenti cambi dalla 1° alla 3° persona e intelligenti invenzioni linguistiche. D'Arcangelo decise che l'Anacidol era meglio del toscano. Glielo aveva consigliato un amico: Luca Corsini, il rompiscatole con l'assurda idea di lavorare come investigatore privato Chissà dove stava combinando guai quella mattina. Avevo il naso freddo perché, nonostante tutto, mi ostinavo a dormire con le finestre socchiuse anche in pieno inverno NEVIO GALEATI, ravennate, classe 1952, ha pubblicato a partire dal 1983 alcuni racconti gialli a puntate sia su "L'Unità" sia su "Il Resto del Carlino". Nel 1996 ha dato alle stampe la raccolta Il contrabbandiere duro come un sasso (Ed.Cooperativa Libraria e d'Informazione); nel 1999, il romanzo Telefonate e birra, d'autunno (I Fiori Blu); nel 2001 la raccolta di racconti Otto alla rovescia (Allori Edizioni). Nel 2004 il suo racconto Adriatica è stato pubblicato nella raccolta Oltre la nebbia curata da Eraldo Baldini (Foschi Editore); mentre nel 2005 un altro raccolto, Antenati, è uscito su "Delitti di Carta", rivista storica di letteratura gialla curata da Renzo Cremante e Loriano Macchiavelli. Giornalista dal 1979, lavora al "Resto del Carlino" di Ravenna. Appassionato di fumetti, è stato direttore responsabile del mensile "Orient Express" di Luigi Bernardi; ha pubblicato saggi e curato l'allestimento di diverse mostre a tema. È presidente dell'Associazione culturale Pagine, che organizza a Ravenna il Festival di letteratura di genere 'Gialloluna Neronotte'.
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