IL VIAGGIO UNGHARETTIANO NEL TEMPO E NELLO
Le Prose daunie di Giuseppe Ungaretti
 







di Luigi Paglia




Il viaggio ungarettiano nel tempo e nello spazio. Le prose daunie di Giuseppe Ungaretti, edito da Claudio Grenzi, che appare nella collana Terzo millennio diretta da Franco Mercurio, rappresenta un evento straordinario per la Capitanata, in quanto riproduce nella loro integrità e completezza le otto prose, dedicate a Foggia e alla Daunia dal più grande (insieme a Montale) poeta italiano del Novecento, delle quali si auspicava la pubblicazione in volume, dopo le anticipazioni ed i sondaggi proposti dall'autore del libro Luigi Paglia in riviste nazionali e locali.
"L'itinerario daunio tracciato dal poeta assume la particolare strutturazione della circolarità e della concentricità, aprendosi (nella prima prosa: Il Tavoliere) e riaprendosi (nella sesta prosa: Da Foggia a Venosa) con la visione di Foggia, ed avendo il suo fuoco nella doppia immagine di Lucera (quarta e quinta prosa: Lucera, città di Santa Maria, e Lucera dei Saraceni), dopo essersisvolto nella sinuosa ivagazione
garganica (seconda e terza prosa: La giovine maternità, e Pasqua), per ritrovare a Caposele le fonti di quell'acquedotto (settima ed ottava prosa: Alle fonti dell'acquedotto, e L'acquedotto) di cui, con rovesciamento temporale e funzionale,  si celebra nella prima prosa la conclusiva e gioiosa manifestazione".
L'elegantissimo volume, sulla cui copertina spicca l'intensa e magnetica immagine fotografica in primissimo piano di Ungaretti, si articola, secondo
l'analisi di Paglia, nelle prospettive temporali e spaziali, prima delineando l'itinerario esistenziale, culturale, operativo del poeta e poi concentrandosi nell'esame delle prose di viaggio ungarettiane, veri e propri poemi in prosa, di cui sono individuati, appunto, i rapporti dialettici tra prosa e poesia, tra il racconto di viaggio e l'invenzione fantastica, tra i
motivi paesaggistici e gli elementi vitali ed archetipici dell'aridità e dell'umidità, del sole e dell'acqua, deldeserto e della terra ferace.
Tali motivi, che si dispiegano nell'esplorazione dei luoghi cari al poeta,dal natio Egitto alla selvaggia Corsica, dalla ridente Campania ai "paesi d'acque" del Polesine e dell'Olanda, si concentrano in modo semplare
proprio nella Capitanata in cui alla "dialettica degli archetipi acqua-sole (e luce) si sommano la polarità natura-arte, la transizione temporale passato-presente ed il collegamento religione-storia che percorrono,
incrociandosi e sovrapponendosi, tutta la trama del racconto".
Il volume si segnala anche come un insostituibile strumento bibliografico perché presenta le più estese (e si potrebbe dire complete)  bibliografie critiche ungarettiane settoriali e generale, realizzando, tra l'altro,  per la prima volta un'accurata ed esaustiva ricognizione delle opere musicali ispirate alle poesie di Ungaretti (di oltre cinquanta musicisti per 
centinaia di composizioni) ed una registrazione dei pittori a cui il poetaha dedicato la sua attenzione di singolare ed originale critico d'arte.
Luigi Paglia, Il viaggio ungarettiano nel tempo e nello spazio. Le prose daunie di Giuseppe Ungaretti, Claudio Grenzi editore, Foggia, giugno 2005,
pp. 211.









   
 



 
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