’Scorie in libertà’, il documentario di Pannone al festival Cinemambiente
 











A Borgo Sabotino, a cinque chilometri da Latina, nel 1963, in pieno boom economico, fu attivata una
centrale nucleare su progetto inglese, allora la più grande d’Europa. A distanza di ventiquattro anni dal referendum del 1987 che sancì la fine del nucleare in Italia, il regista Gianfranco Pannone indaga sulla storia del reattore di Latina, la città in cui è cresciuto, con l’aiuto di vecchi amici e abitanti del luogo. E’ "Scorie in libertà", che sarà presentato a Torino in concorso nella sezione documentari internazionali il 2 giugno alla XV edizione del Festival Cinemambiente.
Dal piano nucleare nazionale al referendum del 2011, oltre allo scenario politico che ha caratterizzato le vicende del nucleare italiano il documentario tocca altre questioni, quali l’incidenza sul territorio Pontino di tumori alla tiroide, e non solo, la presenza di un poligono di tiro a due passi dal reattore, i cosiddetti ’’pesci cinesi’’, cefali deformi nati nelcanale di scolo della vecchia centrale nucleare, chiamati così dai pescatori locali che li descrivono come "panciuti e deformi come dei piccoli Buddha", e le case costruite a 600 metri dal reattore.
E poi, sempre a due passi dal reattore di Borgo Sabotino, un secondo piccolo impianto nucleare mai andato in funzione: il Cirene, reattore sperimentale e militare, di costruzione tutta italiana, che negli anni Ottanta avrebbe dovuto sancire l’autonomia nucleare del Paese.
Un "film-diario", secondo la definizione del regista, che non ha avuto una gestazione facile ed è partito con un piccolo budget. "Erano in molti a non volerlo, specie prima della tragedia di Fukushima, quando stava per partire l’accordo sul nucleare tra Francia e Italia - spiega Pannone - L’ho voluto chiudere con tutte le mie forze e grazie al prezioso aiuto di poche persone care. Uno sforzo che oggi mi rende orgoglioso e che spero venga apprezzato, anche perché la vicenda del nucleare da noi non si è affattoconclusa".
Il documentario, prodotto da Effetto Notte, in associazione con Blue Film e First Life e con il patrocinio di Legambiente, ripercorre la storia "del nostro nucleare, che non esito a definire di odio e amore; fatta di entusiasmi, rinunce, battaglie ideali, colpi bassi, ritorni inattesi, unica in Europa; e che nel film, pur svolgendosi in un microcosmo, quello di Latina, ho provato anche a raccontarla inserendola in un affaire internazionale tuttora poco indagato, quello dell’autonomia energetica italiana", aggiunge Pannone.
Da giovane ambientalista entusiasta, oggi Pannone ammette di avere un sospetto: "che gran parte di noi paladini della natura impegnati nel referendum del 1987, senza che ce ne accorgessimo, siamo stati anche usati da chi non voleva che l’Italia diventasse una piccola potenza nucleare". Pannone racconta la storia del nucleare a Latina insieme con un amico ambientalista che oggi si occupa di agricoltura biologica, il proprietario di uno stabilimentobalneare distante dal reattore solo un chilometro, un fisico, un pittore, un giovane biologo, uno zio operaio e contadino e il fratello. Il documentario sarà distribuito dall’Ucca, Unione circoli cinematografici dell’Arci.









   
 



 
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