"Sulla base delle relazioni predisposte dall’Istituto superiore della protezione ambientale, è possibile stimare il danno ambientale arrecato dagli imputati alle varie matrici ambientali compromesse in un cifra che si aggira intorno a 1 miliardo e 300 milioni di euro". In questa frase di Giovanni Palatiello, avvocato dello Stato e parte civile nel processo per le discariche Montedison di Bussi, c’è l’esplosiva richiesta da parte pubblica per la vicenda che, per l’altro avvocato Cristina Gerardis, hanno provocato "un inquinamento che esiste ancora ed è molto grave". Si tratta del processo per le cosiddette "discariche dei veleni di Bussi sul Tirino", nella Val Pescara, che vede 19 imputati, fra ex dirigenti e tecnici della Montedison, accusati disastro ambientale e avvelenamento delle acque dopo la scoperta delle discariche risalente al 2007. Nella giornata dedicata alle 27 parti civili costituite in giudizio, l’Avvocatura dello Stato, che haprodotto oltre 200 slide a supporto delle sue tesi, rappresenta il Ministero dell’Ambiente, la Regione Abruzzo, la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Commissario delegato per il Bacino Aterno Pescara. L’accusa è rappresentata dai pm Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini. Palatiello non si è fermato a quantificare quella cifra. Al miliardo e 300 milioni "vanno aggiunti i vari danni non patrimoniali e patrimoniali arrecati alle altre autorità che rappresento in questo processo e segnatamente la Regione Abruzzo, che ha riportato anch’essa un gravissimo danno patrimoniale e non patrimoniale che potremo stimare in diverse centina di milioni di euro, come poi ci accingeremo a illustrare anche nel corso del processo". Nell’udienza in corso a Chieti, davanti alla Corte d’Assise, l’avvocato dello Stato ha proseguito: "E poi ci sono i danni all’immagine arrecati alla presidenza del Consiglio dei Ministri, al Governo che rappresenta l’intera collettività nazionale, la cui immagineanche internazionale è stata gravemente compromessa dalle condotte illecite degli imputati" Per Palatiello "tutti i cittadini italiani hanno pagato, hanno sostenuto dei costi che avrebbe dovuto invece affrontare Edison, proprietaria del sito, in particolare del sito inquinato, in particolare della mega discarica Tremonti. Costi ai quali però fino ad oggi Edison si è pervicacemente sottratta". E ancora dure parole sull’operato della società: "E’ responsabile civile delle condotte degli imputati", che "negli anni hanno sempre osservato in maniera meticolosa le direttive di Edison, che imponeva ai suoi uomini di nascondere la grave compromissione ambientale che è stata invece consumata". Per altro l’avvocato Gerardis, in una pausa dell’udienza, ha rincarato la dose sul piano dei danni ambientali: "L’inquinamento esiste ancora ed è molto grave, ed è un inquinamento che coinvolge le matrici sotterranee, le falde profonde, che però sono le falde che poi alimentano le acque superficiali.Non possiamo assolutamente dire che questo inquinamento è finito e lo proveremo scientificamente, con dei dati scientifici, non è un’opinione dell’avvocatura dello Stato". E ancora: "Esiste un nesso causale diretto tra i fatti di reato che ci ha esposto la Procura molto esaurientemente nelle scorse udienze e il gravissimo danno che noi lamentiamo all’ambiente". La requisitoria del pm Anna Rita Mantini era stata durissima e aveva portato a richieste di condanna tra un massimo di 12 anni e 8 mesi a un minimo di 4 anni per 18 dei 19 imputati.r
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