I detenuti al servizio dell’Acquedotto S.P.A.
 











Manutenzione delle aree verdi e di altri siti di competenza dell’Acquedotto Pugliese. E’ quanto faranno i detenuti baresi grazie a un accordo fra Regione Puglia, Acquedotto Pugliese, Provveditorato Regionale e Amministrazione Penitenziaria, che prevede l’inclusione sociale delle persone sottoposte a procedimento penale.
"Un accordo tra l’amministrazione penitenziaria e l’Acquedotto Pugliese, in qualche modo pensato e facilitato - ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - dall’Ufficio del Garante dei diritti del Detenuto qua in Puglia. E’ molto semplice - ha spiegato - una fascia di detenuti che ha determinate caratteristiche, può entrare in un’opportunità di lavoro, lungo la rete dell’Acquedotto Pugliese: lavori di manutenzione, di messa in sicurezza, di pulizia, di bonifica. Un’esperienza lavorativa vera - ha continuato - che è quella che in qualche modo è prevista dall’articolo della nostra Costituzione che dice che la penaserve a offrire una chance di ripensamento e di reinserimento di chi ha infranto le regole.
"Non sono lavori forzati - ha sottolineato il governatore di Puglia - non sono lavoretti come se il carcere fosse un asilo nido. Sono formazione e avviamento a un lavoro vero ed è un modo con il quale il detenuto, che è una persona che ha infranto le regole e ha tolto qualcosa alla società, in qualche maniera restituisce qualcosa alla società. E’ una tipica esperienza - ha concluso - di giustizia riparativa".
La proposta emendativa 7.32 presentata in VIII Commissione in sede referente, abroga una vecchia disposizione, mai realizzata, che avrebbe costretto, dodici anni fa, la Regione Puglia e Basilicata a mettere sul mercato le quote di Acquedotto Pugliese, completando nel corso del 2002 la privatizzazione iniziata nel 1999 su decisione del Governo di centrosinistra. Quest’ultimo trasformò l’Acquedotto Pugliese da Ente Autonomo, soggetto giuridico di diritto Pubblico, a Società perAzioni, soggetto giuridico di diritto privato. Con l’approvazione dell’emendamento viene abrogata la vecchia disposizione mai attuata, ma Acquedotto Pugliese continua ad essere una S.p.A. che ha come obbiettivo principale la divisione degli utili a fine anno e non il miglior servizio possibile al minor costo possibile.L’acqua continua a non essere pubblica.









   
 



 
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