Atene sotto il tiro di Fmi e Bce. Tspiras: "Niente ricatti"
 











La decisione della Bce di non accettare più i titoli di stato greci come garanzia di liquidità "non avrà ripercussioni negative" sul settore finanziario del paese che resta "totalmente protetto" grazie ad altri canali di liquidità tuttora disponibili. Così Atene, attraverso il ministero delle Finanze, cerca di tamponare la situazione dopo la doccia gelata arrivata da Francoforte nella serata di mercoledì, quando l’Eurotower ha deciso di stringere le condizioni alle quali le banche elleniche possono attingere liquidità dalla Banca centrale.
Una mossa a sorpresa che si fa sentire anche sui mercati e che ha ripercussioni nel giorno dell’incontro tra Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze greco, e il collega tedesco, Wolfgang Schaeuble. Nel vertice emerge tutta la distanza tra le parti, anche se entrambe parlano di una volontà comune di restare partner. E non manca neppure il richiamo del Fondo monetario internazionale, che chiede ad Atene diandare avanti con il programma concordato con la Troika per "evitare il contagio".
Atene tiene la rotta. Dopo l’annuncio della Bce (che per Renzi ha assunto una decisione "legittima e opportuna"), il premier Alexis Tsipras mostra di non voler fare retromarcia: "Il governo", si legge nella nota del Tesoro ateniese, "resta deciso nell’obiettivo del suo programma di salvezza nazionale approvato dal voto del popolo greco". Il suo intento è di "convergere verso una politica europea che metterà definitivamente fine alla crisi dell’economia sociale greca". Il suo portavoce scandisce: "La Grecia non fa ricatti e non li accetta". Gli stessi toni ripetuti dal leader alla prima riunione del gruppo parlamentare di Syriza.
"La liquidità e il finanziamento del sistema bancario greco sono assicurati e non c’è alcuna ragione di preoccuparsi", ha spiegato all’indomani lo stesso portavoce, Gabriel Sakellaridis, citato dalla televisione Mega. Parlando a Les Echos, il capo economista della Bce,Peter Praet, ha sottolineato che Draghi ha applicato "in modo trasparente" le regole della Bce, decidendo di "non accettare più oltre l’11 febbraio titoli del debito pubblico greco come collaterale per i suoi prestiti". D’altra parte, per l’economista "Le condizioni di accesso alla liquidità della Bce sono chiare - spiega - Se queste condizioni non vengono più rispettate la Bce deve trarne le conseguenze". Il messaggio politico è che - con le premesse gettate da Tsipras - ad ora non si possono considerare rispettate le condizioni.
La decisione della Bce, interpreta invece il comunicato del Ministero delle Finanze, "mette sotto pressione l’Eurogruppo per concludere in tempi breve un accordo tra la grecia e i suoi partner, che sia positivo per entrambi", sul debito greco e riforme. La stessa linea già tenuta da Varoufakis, che ieri aveva incontrato proprio il governatore Mario Draghi. Secondo Sakellaridis, è "uno strumento di pressione politica in un momento in cui ci sonoconsultazioni a tutti i livelli. E’ necessario che ci sia una volontà di discutere, di trovare un terreno comune per concludere nuovi accordi" tra la Grecia e i partner. La Grecia, ha ripetuto il portavoce del governo, vuole "un accordo transitorio".
L’incontro con Schaeuble. Come detto, il ministro delle Finanze ha proseguito intanto il giro d’Europa andando a far visita al collega tedesco Schaeuble, alfiere del rigore. Proprio a Berlino, Varoufakis ha lanciato un messaggio affilato ai tedeschi: "Credo che tra tutti i Paesi europei la Germania sia quello che possa capire meglio questa semplice notizia: quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa, senza far intravedere la luce alla fine del tunnel, questa nazione prima o poi va in ebollizione".
Il titolare delle Finanze tedesco ha definito l’incontro lungo e intenso, anche se "non c’è accordo su tutto" tra le due parti, "ma un impegno comune". Anche perché la posizione di Berlino è che Atene deve continuare alavorare con Ue, Bce e Fmi e non rompere con la Troika; Schaeuble non usa remore nel dire che "alcune misure di Tsipras vanno dalla parte sbagliata". D’altra parte, Varoufakis riconosce che una "soluzione non è stata trovata", ma c’è la volontà di "restare partner"; chiede poi "probabilmente la più preziosa delle materie prime" all’Europa, "il tempo" per portare avanti le riforme e uscire dalla crisi. Nei dettagli, un "prestito ponte" che traghetti Atene tra la fine del mese (quando scade il vecchio programma con la Troika) e maggio, quando dovrà essere in vigore un nuovo piano. Il ministro greco gioca tutte le carte di fronte alla platea tedesca citando anche il nazismo rinascente per la frustrazione della popolazione schiacciata dalla crisi, invocando l’unità dell’Europa per evitare gli errori del passato.
Il ruolo del Fmi. Nella partita entra anche il Fondo monetario, parte della Troika con Bce e Ue e creditore di Atene, secondo il quale "il programma per la Grecia  fattoper aiutare il governo greco e il popolo greco. E allo stesso tempo per evitare ogni pericolo di contagio. Continuare su questa strada porterà benefici alla Grecia e al resto d’Europa". A spiegarlo è il direttore della comunicazione, Gerry Rice. L’organismo di Washington apre uno spiraglio quando si dice "pronto a discutere le idee, le proposte e la direzione delle politiche del nuovo governo".
Il dossier Grecia sarà al centro dell’Eurogruppo della prossima settimana a Bruxelles, giusto alla vigilia del Consiglio Ue del 12 febbraio. Verso Tsipras, intanto, avanza il corteggiamento della Russia: il presidente Vladimir Putin, ha invitato il premier Tsipras a Mosca, dopo una conversazione telefonica.repubblica









   
 



 
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