Fisco, siglato accordo Italia-Svizzera: addio al segreto bancario. Informazioni automatiche dal 2018
 











Accordo fatto: cade il segreto bancario tra Italia e Svizzera. La Confederazione elvetica esce dalla black list dei paradisi fiscali permettendo ai contribuenti italiani che intendono avvalersi della voluntary disclosure di beneficiare di condizioni migliori in termini di anni da sanare e di oneri da sostenere. Lo Stato spera, in questo modo, di incassare un altro tesoretto con cui stimolare la crescita e ridurre il debito pubblico: lo stock dei capitali italiani all’estero, non denunciati o solo parzialmente conosciuti, ammonta a circa 150 miliardi, l’80% circa è proprio in Svizzera. Se il 20% aderisse all’operazione di rientro dei capitali, nelle casse dello Stato potrebbero arrivare 6,5 miliardi di euro.
Da qui la gioia del premier Matteo Renzi affidata a un social network.
La firma all’intesa è arrivata a Milano tra il ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan e il capo del dipartimento federale delle Finanze dellaConfederazione Svizzera, Eveline Widmer-Schlumpf. Oltre al protocollo, i due ministri hanno siglato una "road map" per la prosecuzione del dialogo fra i due paesi in materia fiscale e finanziaria. Di fatto le autoritè italiane potranno "immediatamente" individuare potenziali evasori che detengono patrimoni in territorio svizzero: secondo il Mef sarà quindi uno stimolo al rientro dei capitali.
"L’accordo firmato oggi è un passo avanti molto importante nella relazione tra i due paesi - ha dichiarato Padoan - frutto di un lavoro che è durato molto tempo, che è stato complesso e difficile ma alla fine è giunto con pieno successo. Non voglio, però, fare previsioni economiche". Nel dettaglio, ha spiegato Padoan, sono stati firmati due testi: "Uno giuridico, che riguarda lo scambio di informazioni, e uno politico, una roadmap che fissa il percorso dei negoziati sui temi riguardanti i frontalieri e Campione d’Italia". La firma arriva dopo tre anni di trattative "e dà strumenti di contrastodell’evasione fiscale impensabili fino a qualche anno fa" ha detto in diverse occasioni Vieri Ceriani, consigliere economico del ministro Padoan. Il primo scambio di informazioni partirà a settembre 2018.
In concreto l’intesa riguarda una modifica del Trattato tra Italia e Svizzera sulle doppie imposizioni e rivede l’articolo sullo scambio di informazioni adeguandolo agli standard Ocse. Si tratta dell’ultima occasione per i cittadini di regolarizzare la propria posizione con il fisco italiano senza incorrere in sanzioni penali per reati fiscali. Ad ogni modo, il cittadino dovrà comunque dichiarare e pagare tutto quanto dovuto al fisco. Adesso l’accordo dovrà essere ratificato da entrambi i Parlamenti per poi entrare in vigore entro due anni al massimo. Giovedì, ha annunciato Padoan, sarà firmato un accordo analogo con il Liechtenstein, poi sarà la volta di Monaco.
I dettagli dell’accordo Italia-Svizzera.
Il Governo italiano e il Consiglio federale svizzerohanno siglato il Protocollo che modifica la Convenzione tra i due Paesi per evitare le doppie imposizioni. Il Protocollo, che prevedendo lo scambio di informazioni su richiesta ai fini fiscali secondo lo standard Ocse pone fine al segreto bancario, è stato firmato per l’Italia dal Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, e per la Svizzera dal Capo del Dipartimento federale delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf. Insieme al Protocollo è stata anche sottoscritta una ‘road map’, un documento politico che fissa il percorso per la prosecuzione dei negoziati su altre questioni tra cui la tassazione dei lavoratori frontalieri. Il Protocollo, che modifica la Convenzione del marzo 1976 e deve ora essere ratificato dai rispettivi Parlamenti, pone le basi per rafforzare la cooperazione tra i due Paesi e per contrastare il fenomeno dell’evasione e dell’infedeltà fiscale.
Accertamenti da subito. Una volta ratificato il Protocollo, le autorità fiscali italianepotranno richiedere alla Svizzera informazioni, ivi comprese “richieste di gruppo”, anche su elementi riconducibili al periodo di tempo decorrente dalla data della firma, quindi da oggi. Ciò produce effetti ai fini della regolarizzazione spontanea dei capitali detenuti illegalmente nella Confederazione (la cosiddetta voluntary disclosure). La firma del Protocollo consente quindi immediatamente alle nostre autorità di individuare potenziali evasori italiani che detengono patrimoni in territorio svizzero. Tale possibilità concreta costituisce evidentemente uno stimolo alla regolarizzazione da parte dei contribuenti italiani che entro settembre 2015 possono aderire alla voluntary disclosure.
La Svizzera esce dalla Black List. Con la ratifica del Protocollo la Svizzera sarà inclusa nelle white lists italiane e uscirà dalle black lists basate esclusivamente sull’assenza dello scambio di informazioni. La Svizzera viene a tal fine equiparata ai Paesi non black list e icontribuenti italiani potranno sanare le irregolarità pagando integralmente le imposte dovute, come prevede la legge sulla voluntary disclosure, e usufruendo di un regime sanzionatorio più conveniente e di termini di prescrizione dell’accertamento più favorevoli.
Dal 2018, scambi automatici di informazioni. Quanto allo scambio automatico di informazioni, l’Italia è stata tra i Paesi ‘early adopter’ del nuovo standard Ocse, e rientra quindi tra i Paesi che si sono impegnati ad adottarlo a partire dal 2017 con riferimento alle attività finanziarie detenute nel 2016. La Svizzera si è impegnata ad adottare lo scambio automatico di informazioni a partire dal 2018, con riferimento all’annualità 2017. Poiché lo standard prevede la reciprocità, il primo scambio automatico di informazioni di carattere finanziario tra Italia e Svizzera avverrà entro settembre 2018 con riferimento all’anno 2017. I conti finanziari oggetto di comunicazione automatica all’Agenzia delle Entratesono quelli di custodia, di deposito e i contratti di assicurazione con contenuto finanziario.
Frontalieri tassati solo in Svizzera. La road map delinea il percorso per la revisione dell’accordo sui frontalieri. L’accordo oggi in vigore, firmato nel 1974, riguarda solo i frontalieri italiani e prevede la tassazione esclusiva in Svizzera con il ristorno del 40% dei gettito ai Comuni italiani della zona di confine. Il nuovo accordo è impostato su basi assolutamente innovative. Viene innanzitutto prevista la reciprocità: anche i frontalieri svizzeri che lavorano in Italia saranno compresi nell’accordo. I lavoratori frontalieri saranno assoggettati ad imposizione sia nello Stato in cui esercitano l’attività, sia nello Stato di residenza. La quota spettante allo Stato del luogo di lavoro ammonterà al massimo al 70% del totale dell’imposta normalmente prelevabile alla fonte. Il Paese di residenza dei lavoratori applicherà l’imposta sul reddito delle persone fisichetenendo conto delle imposte già prelevate nell’altro Stato ed eliminando l’eventuale doppia imposizione. Il carico fiscale totale dei frontalieri italiani rimarrà inizialmente invariato e successivamente, con molta gradualità, sarà portato al livello di quello degli altri contribuenti. Non vi sarà più alcuna compensazione finanziaria tra i due Stati. Il ristorno ai Comuni frontalieri italiani sarà a carico dello Stato, sulla base del principio di invarianza delle risorse.
La fine del Limbo di Campione d’Italia. Nella road map Italia e Svizzera si impegnano anche ad individuare le migliori soluzioni pratiche per Campione d’Italia, exclave italiana circondata dal territorio svizzero. L’obiettivo è di garantire alle imprese e ai cittadini di Campione d’Italia il corretto funzionamento delle attuali regole nazionali ed internazionali sulla fiscalità indiretta. Fino ad oggi la mancanza di disposizioni concordate tra i due Paesi ha creato criticità alle autorità preposteai controlli ed anche ai cittadini e alle imprese. La road map prevede la negoziazione in tempi più lunghi di un ampio accordo, non solo fiscale, che regolamenti e semplifichi i rapporti tra i due Stati relativamente al Comune di Campione d’Italia. r









   
 



 
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