"Mio figlio con l’influenza, morto per il freddo in ospedale": Napoli, dopo la denuncia scattano gli avvisi di garanzia
 











La Procura di Napoli ha aperto una inchiesta sulla morte di Ernesto Biancolino, 35anni, nell’ospedale San Giovanni Bosco dopo aver trascorso - secondo la denuncia - una notte di gelo nel nosocomio, vicino a una finestra rotta dalla quale entrava pioggia e a un’aria condizionata anch’essa fuori uso che emetteva solo aria fredda.
Questa mattina la polizia, su delega della magistratura inquirente, ha identificato il chirurgo, i rianimatori e l’internista coinvolti nelle cure e nell’assistenza al paziente nelle settantadue ore in cui è stato ricoverato. L’uomo, dicono all’ospedale, è morto per un pneumotorace spontaneo, complicanza respiratoria legata alla sindrome influenzale di cui soffriva.
Come è prassi, in casi simili, scattano adesso gli avvisi di garanzia ai sanitari identificati dagli agenti. Ma ora un passo indietro per ricostruire la vicenda.
La cronaca. È morto a 35 anni, dopo due giorni di ricovero in barella al San Giovanni Bosco.E per di più con una notte di gelo, sotto una finestra dai vetri rotti e a malapena coperta da cartoni. A denunciare il caso di malasanità che coinvolge ancora una volta il presidio di Capodichino, è il padre della vittima, Vincenzo Biancolino.
Il 64enne, che ha sporto denuncia al commissariato San Carlo-Arena, racconta le drammatiche ore che hanno preceduto il decesso del figlio Ernesto, sposato, un figlio di 7 anni. È la mattina di lunedì scorso quando il giovane accusa i primi sintomi, dolori diffusi e astenia. Probabilmente conseguenza di influenza, lo convincono comunque a rivolgersi al medico curante. Che lo tranquillizza e gli prescrive una terapia antibiotica. Torna a casa, ma continua a sentirsi male.
Accusa un po’ di affanno, un sintomo che preoccupa la famiglia al punto da decidere di portarlo al San Giovanni Bosco, l’ospedale vicino casa. Qui viene visitato dai medici del pronto soccorso e sottoposto a radiografia del torace ed esami di laboratorio. Anche stavolta, isanitari diagnosticano una “lieve bronchite che non ha bisogno di ricovero”. Sollevato, alle sette di sera «Ernesto esce con gli amici, ma ritorna subito perché l’affanno era aumentato» è scritto nella denuncia.
Alle 22, sempre di lunedì, il padre chiama la guardia medica che consiglia, invece, il ricovero immediato. Di nuovo una corsa al San Giovanni Bosco. «Il medico di turno controllò la cartella della mattina e ci disse che non c’era posto», racconta Vincenzo, «e che se voleva, poteva restare su una barella oppure accettare il trasferimento in altro ospedale. Mio figlio decise di rimanere lì». Ma è proprio la condizione di abbandono, con l’acqua che entra dalla finestra, e l’aria condizionata che gli gela il braccio - si legge ancora nella denuncia - a indurre il padre a chiamare il 112. Interviene una volante.
Nel frattempo il paziente viene spostato e sistemato al riparo di un muro divisorio. La mattina successiva, le sue condizioni si aggravano tanto che i medici lospediscono in Rianimazione. Intubato, Ernesto muore il giorno successivo. Secondo i medici i polmonierano ormai compromessi.
La cartella clinica è stata sequestrata e la salma trasferita al Nuovo Policlinico dove sarà sottoposta ad autopsia. I vertici dell’Asl Napoli 1 hanno annunciato l’apertura di un’indagine, mentre i legali della famiglia, Angelo e Sergio Pisani, hanno prodotto un filmato girato dalla famiglia che documenterebbe le pessime condizioni di ricovero per un uomo con complicanze respiratorie.Giuseppe Del Bello,repubblica









   
 



 
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